Cap.53

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«Sono una stupida. È un grandissimo errore.» mi lamento mettendomi a sedere e portando con me il lenzuolo arancio bruciato che profuma di lavanderia.
«È il terzo grandissimo errore questa settimana.» puntualizza Federico rimanendo coricato a pancia in su.
Mi volto verso di lui e gli faccio una smorfia «Come fai a convincermi poi io non lo so.» continuo tastandomi le tempie con le dita. Lui dalla sua posizione distesa allunga un braccio e passa due dita per tutta la lunghezza della spina dorsale sulla mia schiena nuda, facendomi rabbrividire.
«Perchè ti piaccio.» sentenzia beccandosi uno schiaffo sulla mano.
Il cantante ridacchia facendo di 'no' con la testa con un sorriso sornione ad illuminargli il volto.
«Rico.» comincio con tono grave, coricandomi al suo fianco con la testa appoggiata sul suo braccio steso sul cuscino «Dimmi cosa vi siete detti tu e mio padre.» il mio tono assume perfino la sfumatura di una preghiera, ma Fede si limita al solito grugnito col quale mi risponde quando lo sto scocciando.
Sospiro e guardo il soffitto, troppo presa dai miei pensieri e senza voglia di insistere. Seguendo le linee delle travi di legno scuro del tetto, penso e ripenso al fatto che l'unico che sapeva dell'episodio di Cris fosse lui.
Poi però mi chiedo perchè non dovrebbe dirmi una cosa del genere, dopotutto non c'è nulla di male. Così cerco di convincermi che tutte le coincidenze accadute negli ultimi tempi sono, di fatto, coincidenze.
Spostando lo sguardo su un'altra trave leggermente più chiara, mi viene in mente Mary e la sua pazza idea di innamorarsi di Marco. Ripenso al discorso che mi ha fatto e mi rendo conto che i ricordi positivi sono innumerevolmente maggiori rispetto a quelli negativi e capisco che Mary è stata la compagnia di una vita. Quasi mi vergogno a pensare all'odio che ho provato per lei in questi ultimi anni. Certo ne ha combinate davvero tante, ma si è pentita e tutti meritano una seconda chance.
«A cosa pensi?» sussulto al richiamo della voce di Federico. Giro il capo verso di lui e lo trovo più vicino di quanto mi aspettassi: coricato sul fianco, con il naso a sfiorare la mia spalla.
Voltandomi ho incontrato il suo sguardo e il mio riflesso è stato di sorridegli. Quel faccino da bimbo che non lo farà mai sembrare un vero uomo. Quegli occhi grandi e chiari con le ciglia così lunghe da sembrare finte.
«A Mary.» dico convinta che a Fede non importi tornando a guardare il soffitto.
«Le è successo qualcosa?» sorpresa torno a concentrarmi su di lui. Non capisco perchè gli interessi. Suppongo che la sua sia pura cortesia, ma nonostante questo ho voglia di parlare con qualcuno e inoltre lui potrebbe scoprire se Marco ricambia.
«È innamorata.» ammetto con una certa soddisfazione nel tono di voce. Fede fa un sorriso da padre, chiude gli occhi e si rimette a pancia in su, col braccio sempre incastrato tra la mia testa e il cuscino.
«Brutto affare.» commenta mantenendo le palpebre abbassate.
Incuriosita stavolta sono io quella che si mette su un fianco e mi avvicino di più a lui poggiando la testa sulla sua spalla e una mano sul suo petto.
«Perchè?» chiedo mentre con le unghie faccio delle specie di 'grattini' sul pettorale di Rico compiaciuta di vedere il suo corpo rispondermi con un accenno di pelle d'oca.
«Perchè innamorarsi è uno schifo, bambolina.» la voce del cantante è quasi tagliente quanto le sue parole, lo spettro di Lei lo perseguita come una mosca. Con la guancia a contatto con la sua pelle, guardo l'addome del cantante fare su e giù al ritmo del suo respiro, gli addominali scolpiti anche quando è rilassato. Continuo a fargli quello strano tipo di carezze sul petto e senza che me ne rendessi conto, la mano che Fede aveva steso sul mio cuscino ora si trova sulla mia spalla, circondandomi il busto come una protezione.
«Si è trasferita a casa mia. Mio padre le ha detto di Cris, così ha deciso di venirmi a fare compagnia.»
Federico si lascia scappare un grugnito dal fondo della gola appena sente quel nome.
«Non hai proprio idea di chi possa essere?» roteo gli occhi al cielo e mi sposto. La parte del mio corpo che era stretta contro di lui accusa l'allontanamento, facendomi sentire un freddo umido entrarmi fino nelle ossa.
«Non ricominciare.» lo fermo subito, Rico stringe la mascella e sembra che delle parole gli siano incastrate in gola. Dopo essersi calmato fa un ultimo tentativo.
«Prova a pensare a quando eri piccola, un vago ricordo, un bambino, magari della tua età. Emy come ha fatto ad entrare in casa tua se è davvero uno sconosciuto?» poi il cantante prende un lungo respiro e trova il coraggio di dirmi una cosa che mi fa innervosire «Sei sicura che fosse veramente li?» sbuffo e mi passo una mano tra i capelli. Guardo Fede con la rabbia che mi esce dagli occhi.
«Non mi credi non è vero? Pensi che sia pazza?» la frase mi esce come uno sputo e Federico sembra esserne colpito in pieno viso.
«Emily io, in tutta sincerità, non so cosa pensare. So solo che dobbiamo capire chi o che cos'è.»  afferma con una serietà da riunione «Ad ogni modo, puoi venire qui quando vuoi. Piaci un sacco ad Angela e lei non dirà niente a nessuno.» Mi mordo le labbra per non sorridergli. Federico allarga il braccio verso di me, invitandomi a tornare tra le sue braccia, come una proposta di pace.
«Lo dici solo perchè vuoi portarmi a letto.» lo punzecchio felice di poter risentire il caldo della sua pelle a scaldare la mia.
Il cantante si limita a sorridere. Decisa a cambiare argomento gli chiedo se sa qualcosa riguardo la situazione sentimentale di Marco. Apparte il provarci con costanza con la sottoscritta, ovvio.
«No.» mi informa,ma quando sento il mio sospiro rattristito aggiunge «Mi posso informare però.» gli sorrido grata e gli do un bacio sulla guancia.
Rimaniamo in silenzio per ancora qualche minuto.
«Benji e Yuri lo sanno.» guardo Federico dalla sua spalla, senza muovermi troppo, perchè il torpore del sonno e il caldo del suo contatto mi fanno stare troppo bene per aver voglia di spostarmi. Non ricevendo risposta, comunque, il cantante si appresta a difendersi. «Non l'ho detto io. Se ne sono accorti dai.. segni e mi hanno tarchiato fino a che non ho confessato.» ammette un po' in imbarazzo «Avevo così tanti graffi e morsi che sembrava avessi lottato con venti gatti.» mi torna subito in mente quando qualche giorno fa Ben e Marco mi hanno detto la stessa cosa.
Abbasso la testa e arrossisco pensando al modo in cui maltratto Fede quando siamo insieme.
«Avresti potuto dare la colpa al tuo cane cretino.» dico guardandomi intorno con fare circospetto. Il cagnaccio di Fede ha la simpatica abitudine di saltare sul letto all'improvviso.
«Otis non è cretino! é solo speciale.» roteo gli occhi al cielo e guardo Fede con un sopracciglio alzato.
«Ti sei risposto da solo guarda.» borbotta una risposta, ma io non lo ascolto. Piuttosto gli confesso che Ben sapeva già da un po'.
«Forse glielo avevo accennato io. A Ben dico.» ammetto mordendomi la lingua con fare colpevole. Fede risponde con un 'ah' accusatorio. «Forse lo sa anche Mary. Ma solo perchè ha trovato la tua maglia in casa mia!» puntualizzo facendogli gli occhioni dolci.
Il modenese abbassa il viso alla mia altezza per potermi guardare in faccia «Quindi tu vai in giro vantandoti con tutti di avermi sedotto e io non posso dirlo nemmeno ai miei amici?» borbotta mettendomi il broncio.
«Io ti avrei sedotto eh?» domando cogliendolo in fallo. Fede sorride e mi stringe più forte, bloccandomi contro il suo collo ed impedendomi di parlare. All'inizio cerco di protestare nonostante lui sia, ovviamente, molto più forte di me, poi decido di approfittare della mia posizione per fare un enorme succhiotto sul suo collo.
Il cantante mi richiama dicendo che non dovrei, ma senza fare niente di concreto per fermarmi, così passo cinque minuti buoni ad assicurarmi che abbia qualcosa di mio addosso.
«Contenta adesso?» domanda passandosi due dita sulla macchia violacea che capeggia sul suo collo come se pagasse l'affitto.
«Un sacco.» dico tornando nella posizione di prima. Ormai ho perso completamente la cognizione del tempo, starei coricata qui per una settimana, dimenticandomi di tutto e tutti, di Cris, mio padre, Mary...
Mentre pensavo a tutte le persone che mi aspettano fuori da questa stanza non può non venirmi in mente il povero Ignazio che non sento da almeno tre giorni. Mi dispiace che lui non vada molto d'accordo con Federico perchè questo mi costringe a dover cercare di dividere il mio tempo tra loro e devo ammettere che gli "argomenti" di Rico sono un po' più invitanti.
«Benjamin mi ha detto che farei meglio a non dirlo ad Ignazio.» butto lì la frase, rimanendo sulla difensiva per paura della reazione di Fede. Lui mi confida che pensa che non la prenderebbe bene.
«Ultimamente è molto strano.» dico sovrappensiero. Fede non mi risponde, continua ad accarezzarmi pensoso. Vorrei sapere se hanno litigato per qualcosa, vorrei capire insomma, ma lui non sembra intenzionato a darmi spiegazioni.
«Stai troppo spesso con lui.» faccio un'espressione assurda e lo guardo con un sorriso stranito.
«Eh?»
«Hai capito benissimo. Sempre fuori a cena o in qualche locale, a me non hai mai chiesto di cenare insieme.» per poco non scoppio a ridere per la stupidità delle parole di Federico. Un po' mi danno anche fastidio perchè non vedo perchè debba mettere il rapporto che ho con Igna a confronto con quello che ho con lui, ma a dire la verità sono lusingata di assistere a questa specie di scenata di gelosia.
«Non ti avrò mai invitato a cena, ma ti posso assicurare che con Ignazio, seppure fosse molto propenso alla cosa, non ho mai fatto quello che faccio con te.» dico arrossendo «Inoltre se permetti lui non deve nascondersi per via della sua ragazza.» Fede evita di proposito il mio sguardo e mi sembra una delle cose più dolci di questo mondo.
È imbarazzato.
Non ci credo.
«Rico per favore non dirmi che sei geloso! Igna è mio amico!» mai nella mia vita avrei pensato che avrei dovuto dare delle spiegazioni a Federico Rossi. Gli sorrido, anzi forse è meglio dire che gli gli rido in faccia.
«Ma smettila.» mi rimprovera dandomi un pizzicotto.
Come sempre, il cellulare prende a suonare, rovinando l'atmosfera. Il cantante allunga la mano sul comodino attento a non muoversi per non darmi fastidio.
«È tuo padre» mi informa assottigliando lo sguardo per leggere il nome sul display.
«Devo proprio?» domanda guardandomi con una smorfia. Gli sorrido e premo il bottone dell'avvio chiamata per lui.
«Si?.» sento la voce di mio padre erompere dall'apparecchio, ma le sue parole sono solo un borbottio indistinto e io non posso capire molto della conversazione.
«Il 23? Certo. Glielo chiederò. Ci vediamo oggi alle 17, grazie. Buona giornata.» Fede riattacca e si mette l'avambraccio sugli occhi per coprirseli e sbuffa scocciato.
«Cos'è successo?»
«Hanno già iniziato ad organizzare il party di natale. Siamo a novembre e lui mi chiama per sapere se andrò alla sua danatissima festa.» il suo braccio torna a stringermi «Ogni anno è la stessa storia. È fissato con quel party, dice che è un'ottima opportunità per tutti noi artisti per integrarci anche con altri che non sono della nostra stessa discografica e inizia ad organizzarla sempre prima. L'anno prossimo inizierà a spedire gli inviti ad agosto.» sorrido ricordandomi del maniacale perfezionismo di mio padre. Le cose o si fanno in grande o non si fanno proprio, usava ripetermi quando ero più piccola. Ecco perchè sono abituata alle sue feste enormi e sfarzose, come quelle che organizzava per il mio compleanno.
Ho un piccolo sussulto, il mio compleanno è tra meno di due settimane. Me ne sono quasi dimenticata. È il primo compleanno che passo lontano da Roma, senza i miei amici e senza la mia festa che era uno degli eventi più chic di fine anno. Questo significa che passerò il mio compleanno da sola?
«Hai da fare il ventisette?» non so bene perchè ho fatto questa domanda, ma l'idea di passare il compleanno in casa con Mary, Giorgio e mio padre mi rattrista troppo. Potrei andare fuori a cena con Fede, anche se adesso che ci penso bene è un'idea stupida. Cosa diavolo mi è saltato in mente? Noi non facciamo quelle cose da coppiette. Mi mordo il labbro pentita di aver parlato prima di pensare, spero solo che non possa.
«Il ventisette Novembre?»
«Mmm mmm.»
Stringo forte gli occhi e mi appello ad ogni santo perchè il 27 novembre Federico abbia qualcosa da fare.
«C'è l'instore a Napoli. Per quella data abbiamo la prima parte per il nuovo cd.» mi informa. Mi lascio scappare un sospiro di sollievo. Cosa cavolo mi è passato per la testa? Stavo per chiedere a Luca di passare il mio compleanno con me! Se lo sapesse non smetterebbe di vantarsi da qui fino a capodanno dell'anno prossimo.
«Perchè?» mando giù rumorosamente, cosa gli dico?
«Così.» a volte la semplicità è l'arma migliore.
Federico ridacchia tra sè. Lo guardo aggrottando le sopracciglia confusa «Guarda che lo so che è il tuo compleanno.» mi sbeffeggia dandomi un buffetto «La mia bella romana che vuole festeggiare il suo compleanno con me!» Con le mani faccio pressione sul suo petto per alzarmi e se possibile andare a spararmi in testa per aver tirato fuori l'argomento, ma Fede mi stringe in una morsa di ferro e mi tiene schiacciata contro di sè.
«Sei proprio cotta.» continua mentre io nascondo il viso tra le mani per non fargli vedere il mio colorito tendente alla passata di pomodoro. Protesto intimandolo a lasciarmi, ma non mi da retta, anzi comincia a dondolarmi cose se fossi una bambina.
«Sono commosso! Sembri quasi dolce, quasi eh.» Non resisto più, sento la rabbia crescermi dentro, istigata dalla vergogna e dalle sue prese in giro. Con le braccia immobilizzate l'unico modo che ho di liberarmi è quello di fare leva sul buon senso di Federico, così gli dico che mi sta facendo male con tono lamentoso.
Fede mi lascia andare all'istante e io ne approffitto per alzarmi, prendere le mie cose, e andarmene il prima possibile. Non dico niente, mi limito a dei gesti svelti e meccanici, rossa di vergogna.
«Vai già via?» nonostante il nervoso le parole di Fede mi fanno effetto, sarà per il tono da bimbo deluso con cui l'ha detto o saranno i suoi enormi occhioni ghiaccio e speranzosi. Per un momento tentenno, ma l'imbarazzo è troppo forte.
«Non ce la faccio più ad averti addosso.» ringhio mettendendomi la camicia.
«Certo.» ribatte in tono asciutto e anche un po' infastidito.
«Non devi farle certe cose. Abbracciarmi a letto e parlare, parlare dico! Sembriamo due pensionati. Non mi piace. Stavamo condividendo ti rendi conto? Io ti ho parlato dei miei problemi e tu dei tuoi! Che schifo!» mento sapendo di mentire e credo che anche Fede sappia che in realtà lo stare a letto a goderci quel momento quando si è troppo svegli per dormire, ma non si ha voglia di alzarsi mi è piaciuto.
Lui si alza e mi si avvicina lentamente. Mi prende i polsi e se li porta intorno al collo, prima di cingermi i fianchi. «Lo sai che certe cose si fanno in due?» il tono infastidito se n'è andato, ma a rimpiazzarlo è tornato quello da incantatore. Difatti, lì per lì, non mi viene voglia di sciogliere l'abbraccio in cui Fede mi ha obbligato, ma quando cerca di baciarmi faccio uno scatto indietro.
Federico allarga le braccia e rotea gli occhi al cielo.
«Ti ho già detto: Niente baci fuori dal letto!» lo sgrido puntandogli il dito contro. Lui fa no con la testa e mette su un'espressione corrucciata degna di un principino viziato.
«Non posso credere che tu faccia sul serio.» borbotta contrariato, lasciandosi cadere sul materasso.
Non mi curo minimamente della sua delusione e quando ho finito di raccogliere le mie cose me ne vado a passo spedito. Purtroppo per me però, Federico Rossi è testardo fino ai limiti del possibile e mi segue giù per le scale senza dire niente.
Lui, intuiti i miei piani, va verso la porta e me la apre con garbo. «Ci vediamo domani?»
«No.» rispondo secca. Gli passo davanti con fare sgarbato e procedo dritta verso la mia macchina.
Federico sorrideva prima di chiudere la porta.

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