Cap.62

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«Come sto?» domando facendo una piroetta su me stessa. Federico mi ha fatto provare la sua divisa della Nazionale Cantanti. Ovviamente è larga. Mi guardo all'enorme specchio appeso alla parete e mi sembro molto buffa. Come una bambina che mette le scarpe del papà.
Federico si sta preparando per andare in studio, ma quando mi vede si ferma e si avvicina con un sorriso rilassato.
«Sei bella anche con una divisa da calcio.»
Il complimento mi fa arrossire. Gli circondo il collo con le braccia, accarezzando con le dita il succhiotto violaceo.
«Lo dirai a tutte quelle che ti porti a letto.» rispondo scherzando, so di essere l'unica.
Bè oltre a Desiré.
«Sei la quinta questa settimana.» do uno colpo sulla spalla di Fede facendolo ridere.
«Imbecille.» lo rimbecco, tanto per dire qualcosa.
«Bruja.» ribatte prontamente il cantante stando al mio gioco. Ormai questo scambio di battute è diventato un classico tra noi.
Mi volto verso lo specchio per vedermi meglio e nel riflesso vedo il suo sorriso si fa più furbo e le sue mani mi cingono i fianchi schiacciandomi contro di lui.
Mi giro verso di lui e ci guardiamo intensamente per qualche secondo. Un raggio di sole sbuca dalla grande coltre di nuvole ed illumina la stanza di un bel giallo ocra.
«La maglia però non va portata così.» dice scostandosi per guardami meglio. Abbasso la testa per capire dove ho sbagliato e seguo con lo sguardo le mani di Fede che slacciano il cordone dei miei pantaloncini.
«Solo i vecchietti mettono ancora la maglia dentro.» mi viene subito in mente Alessandro Del Piero e la sua eleganza fuori e dentro al campo. È proprio vero, lui è uno vecchia scuola.
Le mani di Federico mi sfilano la maglia con estrema delicatezza e si premurano di riallacciarmi i pantaloncini, lasciando che la t-shirt ricada su di essi coprendoli per metà.
Mi fa roteare su me stessa di modo da farmi finire davanti all'enorme specchio di legno scuro. «Così va meglio.» si autocelebra posando la testa sulla mia spalla mentre mi accarezza i fianchi.
«Signor Rossi posso entrare?» entrambi sussultiamo sentendo la voce di Angela.
«Certo.» maledico mentalmente Federico per averle permesso di venire dentro, sono qua con addosso la sua divisa, non mi pare il caso di..
« Signorina è bellissima!» Mi passo due dita sul sopracciglio cercando di nascondere il mio imbarazzo davanti alla faccia stupita di Angela. La domestica mi guarda incantata mentre pettino con le dita la treccia che mi sono fatta stamattina dopo aver fatto la doccia. Nonostante lei sappia che Federico è fidanzato si comporta come se niente fosse e devo ammetterlo: questo mi piace.
Provo una particolare stima per quelle persone che si fanno gli affari loro.
«Avevi bisogno, Angela?» la donnina sembra riprendersi e tende a Federico una scatola marcata Dsquared.
«Sono arrivate le nuove scarpe!» esulta sotto lo sguardo materno della domestica. Con la stessa smania di un bambino il giorno del suo compleanno Federico apre la scatola e si siede sul letto per sfoggiare il nuovo acquisto.
Mentre è impegnato ad annodare i lacci, l'attenzione di Angela torna a concentrarsi su di me.
«Oggi va lei ad allenarsi?» ridacchia sottolineando il mio outfit con un cenno della mano.
Sorrido e ricomincio a torturarmi la treccia.
«Ne avrei bisogno.» concordo tastandomi l'addome. So benissimo di avere un fisico da urlo, ma tutte noi donne seguiamo come regola generale la classica finta modestia. Non sentirete mai una donna dire "guarda il mio bel fisico" noi cerchiamo il difetto e se non c'è lo inventiamo.
«Non dica sciocchezze!» afferma la domestica avvicinandosi a me. Quando ormai è a pochi passi con una mano si copre la bocca. Io mi preparo ad un sussurro così abbasso la testa nella sua direzione, ma in realtà il sussurro di Angela è perfettamente udibile anche da Rico.
«Come fa a sopportarlo?» faccio uno scatto indietro con la testa ed aggrotto le sopracciglia.
«Come?» chiedo confusa.
Credendo che io non abbia sentito bene la domestica si avvicina di più.
«Intendo dire: Come fa a non dargli un pugno sul naso qualche volta?» Federico si solleva dalla sua posizione accucciata per lanciare uno sguardo di disapprovazione alla domestica.
«Angela, io sono qui.» puntualizza alzando un sopracciglio.
La donnina per tutta risposta rotea gli occhi al cielo e fa un gesto con la mano come a voler allontanare una zanzara.
Soffoco a stento una risata e decido di reggerle il gioco.
«Oh, mia cara. Vado contro ogni mio istinto.» Angela mi sorride e ridacchia mentre Fede si siede sul letto voltato verso di noi.
«Scusate. Vi sento, sono qua!» continuiamo a fingere di non vederlo e si sa che per Federico Rossi non essere il centro dell'attenzione è un gravissimo problema.
«Dovrebbero farla Santa signorina!» dichiara con autorità Angela facendomi una carezza sul viso.
Apro la bocca e prendo fiato per rispondere, ma il trillo di un timer mi interrompe.
«Il mio soufflé!» urla Angela portandosi le mani tra i capelli e scomparendo dietro la porta.
Rimango immobile con la bocca aperta. Sento la domestica correre giù per le scale non troppo atleticamente per poi arrivare in cucina facendo un gran baccano tra pentole e fornelli.
«Così mi ignori eh?» spalanco gli occhi, ma non faccio in tempo a spaventarmi, poichè le mani di Federico mi prendono e mi spingono con poca grazia sul letto.
« Rossi!» protesto quando anche il suo corpo mi raggiunge bloccandomi tra lui e il materasso.
«Non mi piace quando le persone non mi danno retta.» mi rimprovera accarezzandomi la guancia con un dito.
«Egocentrico..» borbotto passandogli una mano tra i capelli. Sorrido tra me e me. Mi piace pensare che ormai io e Fede abbiamo trovato una specie di equilibrio. In pubblico ci odiamo, ma quando siamo soli...
Mi ci sto quasi abituando, anche se quando parla lo prenderei a schiaffi, il suo modo di amarmi, di guardarmi, mi fa sentire desiderata.
Però quello che mi ha detto ieri sera...
Ci siamo tenuti svegli fino a notte fonda, avremo dormito tre ore, ma da quando ci siamo svegliati nessuno dei due ha parlato della strana confessione di Federico.
Immagino che entrambi faremo finta che niente sia successo, poichè dopotutto lui mi ha implicitamente chiesto di non tradirlo come ha fatto Desiré, ma i nostri patti non erano questi. Per tradire qualcuno bisogna averci una relazione e Federico sa benissimo che noi siamo liberi di fare quello che vogliamo.
La sua confessione aggiunta alle parole di Cristian mi hanno davvero turbata.
Nella mia testa è stato insinuato il dubbio. Anche se non voglio ammetterlo, una parte di me teme che Cris abbia ragione e le parole di Fede non fanno altro che avvalorare la mia tesi.
Se fosse davvero così? Se Federico avesse davvero iniziato a provare qualcosa per me?
No è impossibile, quando parla di Desiré gli si illuminano ancora gli occhi.
In ogni caso, il giorno che uno dei due comincerà a provare qualcosa sarà il giorno in cui questo nostro gioca avrà fine.
«Non ho voglia di andare in studio.» dice con tono lamentoso nascondendo la testa nell'incavo del mio collo. Gli sorrido e gli faccio una carezza sulla nuca.
«Ultimamente non hai mai voglia di andare a lavoro.» Federico fa un'espressione che sta per un 'hai ragione' silenzioso. Dopodichè mi sfila la sua stessa casacca e comincia a baciarmi la pelle nuda del petto.
«Sarà perchè ultimamente sono sempre stanco.» afferma lanciandomi un sguardo furbo.
«Starai invecchiando.» azzardo con tono di sfida mentre mi lascia una scia di caldi baci sull'addome.
«Bruja.» è l'unica parola con cui ribatte il cantante, infilandomi una mano nei pantaloncini e schiacciandomi tra lui e il materasso.
«Imbecille.» rispondo come da copione.
Mi irrigidisco quando sento le sue dita dentro di me, ma a poco a poco rilasso i muscoli e abbasso le palpebre cullata dal movimento lento della sua mano.
Con le dita gli stringo i capelli e riapro gli occhi, scorgendo il suo sorriso soddisfatto.
Pur di non fargli vedere l'effetto che ha su di me, tenendo le mani tra i suoi capelli tiro il suo viso contro il mio petto e Fede ne approfitta per mordicchiare ogni centimetro di pelle che trova.
Pone fine a questa dolce sevizia e mi lascia un bacio a fior di labbra.
«Così siamo pari, bambolina.» dice riferendosi a ieri sera, quando i suoi dubbi esistenziali mi hanno costretto ad interrompere il mio 'lavoretto.'
«Smettete da fare tutto quello che state facendo! Sto per entrare!» sia io che Federico sussultiamo. Mi vesto alla svelta, mentre lui si drizza in piedi rigido come un tronco. Ci voltiamo verso la porta per vedere Benjamin entrare con una mano a coprirgli gli occhi. Mi faccio scappare un sospiro di sollievo e sorrido verso Mascolo, mentre Rico borbotta di un discorsetto che deve fare con Angela sul 'lasciare entrare gli ospiti senza avvertire'. Prendo un cuscino da dietro alle mie spalle e lo tiro a Ben che è ancora immobile con gli occhi coperti.
«Mi stava facendo vedere la sua divisa!» lo informo.
Il chitarrista apre gli occhi e mi regala il suo solito sorriso raggiante, non c'è niente da fare, i sorrisoni del mio Benjamin scaldano anche i cuori più freddi.
«Ah è così che lo chiamate adesso?» ribatte con espressione furba, spalanco gli occhi e distolgo lo sguardo in imbarazzo mentre Federico scoppia a ridere.
«Ma non sei ancora pronto?» sbuffa cambiando argomento. Federico alza le spalle e fa lo sguardo innocente.
«Oggi non c'è studio. Abbiamo l'allenamento in piscina.» gli ricorda Benjamin facendo un gesto sconsolato verso la sua sacca degli allenamenti.
Non dico niente, ma cerco di nascondere il mio ghigno.
Benji e Fede in costume.
Oggi mi divertirò.
Come se non fossimo già in troppi nella stanza Angela compare sulla soglia della porta con in mano il suo adorato soufflé al cioccolato e un felicissimo Otis dietro le gambe.
«E' pronto!» esulta sorridendo così tanto da far si che gli occhi diventino due righe sottilissime. «La colazione dei campioni!»
«Angela non ti pare un po' pesante alla mattina?»
Nè io nè Mascolo diciamo nulla, però credo che entrambi siamo d'accordo con Federico.
«Signor Rossi non le va mai bene niente!» protesta la donnina andandosene indignata. Fede la rincorre urlando delle scuse in tutte le lingue che conosce, così io e Benjamin rimaniamo soli. L'italoaustraliano mi guarda con un sorrisetto furbo dipinto sulle guance, come a volermi dire che lui la sa lunga e che approva il fatto che io sia a casa di Federico.
Otis si avvicina alle mie gambe (per essere precisi mi si è seduto su un piede, non so perchè, ma come ho già detto è il cane di Fede perciò suppongo che sia normale che questo cucciolo sia un po'... turbato.)
Mi chino sul bulldog per evitare lo sguardo di Benjamin, ma anche se non lo vedo, immagino la sua espressione compiaciuta.
«Zitto.» lo minaccio con l'indice e lanciandogli uno sguardo di fuoco.
Tuttavia continua a guardarmi soddisfatto.
«Non ho detto niente!» si difende alzando le mani verso di me.
«E io ti ho detto di stare zitto.» ripeto cercando di trattenere un sorriso.
Invano.
***
«No non ce la posso fare.» si lamenta Benjamin massaggiandosi la pancia piena. Dal sedile anteriore mi volto verso di lui e gli sorrido.
«Ho mangiato così tanto che se mi butto in piscina affondo. Angela deve smettere di cucinare così bene.» borbotta tirandosi su la maglia e gonfiando apposta lo stomaco.
«Ma che bel pancino!»dico punzecchiandolo con un dito.
«No, No! Soffro il solletico!» Ben comincia a dimenarsi, mentre io mi sporgo un po' di più per poter continuare a solleticarlo.
«Così mi fate fare un incidente!» tuona da dietro le mie spalle la voce di Federico che essendo alla guida è stato escluso dai nostri giochi.
«Ma quanto sai essere insopportabile?» protesto rimettendomi seduta ed aggiustando la mia cintura. Federico sbuffa come a dirmi che quella insopportabile sono io.
Benjamin alle nostre spalle ridacchia e con il suo solito sorrisetto infila la testa tra il mio sedile e quello di Fede.
«Emy,fa così perchè si sente tagliato fuori. Fai una carezza anche a lui, così è contento.» rispondo con un'alzata di spalle.
«Io non voglio che lui sia contento.» ammetto dando un'occhiata fuori dal finestrino.
Benjamin da un buffetto sulla spalla a Federico «Non dire così che lo fai piangere!» mi sgrida strofinandosi il pugno della mano libera contro la guancia, come ad imitare un neonato in lacrime.
«Benjamin ricordami perchè ho deciso di accompagnarti invece di lasciarti venire all'allenamento a piedi.» brontola Federico stanco di essere preso in giro.
«Ma perchè mi vuoi bene ovviamente!» esulta Ben abbracciando sia Fede che il retro del suo sedile.

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