Cap.63

145 11 0
                                    

Arrivati in piscina Fede parcheggia in un posto un po' appartato per evitare che occhi indiscreti mi vedano scendere dalla sua macchina.
Camminiamo insieme verso la piscina, Ben e Fede affiancati mentre io me ne sto un po' in disparte per mandare un messaggio a Mary e informarla che sono arrivata.
Quando siamo all'entrata Benji scorge Alessio in lontananza e gli corre incontro per riscuotere una scommessa. Inizio a preoccuparmi per la dipendenza al gioco d'azzardo del mio Beniamino.
Rimango sola con Federico che non dice niente.
Gli cammino accanto sovrappensiero, continuando a scrivere col cellulare.
«Vieni nello spogliatoio con me?» torno in me con uno scatto e mi accorgo che siamo fermi davanti a un enorme porta bianca.
Guardo Rico un po' spaesata, gli rispondo con una smorfia e faccio per allontanarmi, ma lui mi richiama.
«Senti Emy...» comincia con titubanza «Per quello che ti ho detto ieri sera...» Spalanco gli occhi. No, no, no, NO! Pensavo che avesse deciso di fare finta di niente. Io non voglio chiarire, non c'è nulla da chiarire. Io e Federico parliamo troppo ecco cosa! Il nostro dovrebbe essere un rapporto di sesso, puro, semplice sesso, ma continuamo a darci delle spiegazioni.
«Si, avevi bevuto immagino, nessuno problema! Lo sospettavo, vado!» Lo interrompo per non dargli il tempo di cominciare con una delle sue storie da cucciolo ferito.
Ora che ci penso forse è proprio questo che mi ha spinto tra le sue braccia, il bello e cattivo che in realtà è stato tradito e maltrattato.
Scuoto la testa come a volermi liberare dei miei ultimi pensieri. Questo non è proprio il momento per vedere Federico come una specie di principe della Disney.
Mi volto per andarmene, ma mi prende un braccio.
«Aspetta!» mi ordina bloccandomi.
Mi giro verso di lui, sperando con tutto il cuore che qualcuno lo chiami. Non me la sento di affrontare questo discorso.
«Linda!» spalanco gli occhi e vedo Fede fare lo stesso quasi avesse visto un fantasma. Con uno scatto, sperando di non essere notato lascia andare il mio braccio.
Ringrazio la mia buona stella per aver fatto comparire Riccardo. Mi volto con un enorme sorriso che traballa un poco quando vedo che è in compagnia di Thomas.
'Cazzo' è tutto quello che riesco a pensare.
Rimaniamo a fissarci in silenzio per tre secondi, ma a me sono sembrati un'eternità.
«Se vuoi vedermi senza vestiti basta chiedere, non c'è bisogno di seguirmi negli spogliatoi.» con uno scatto torno a guardare Federico. Lo guardo come se fosse un pazzo, poi capisco e ringrazio la sua spavalderia idiota.
Incroncio le braccia al petto e fingo di essere arrabbiata.
«Ti piacerebbe!» ribatto facendo una smorfia schifata.
Federico fa il suo solito sorriso da seduttore e se ne va, facendomi il dito medio da dietro la sua spalla.
Offesa gli urlo "Imbecille!" prima di vederlo scomparire dietro il legno bianco dell'uscio.
«Bruja fea!» sento dire da dietro la porta chiusa.
Torno a guardare Thomas e Riccardo i quali a loro volta mi guardano un po' confusi e per fuggire da questa situazione fingo che Mary mi stia chiamando al telefono e me ne vado in fretta e furia.
***
Finiti gli allenamenti in piscina (che nonostante il CHIARO lato positivo) si sono rivelati alquanto noiosi ci siamo spostati al campo di calcio al coperto li vicino.
I ragazzi fanno una partitella. Me ne sto seduta in panchina assieme a Mary che è arrivata poco fa.
«Posso farti una domanda?» attacca la francese guardandosi distrattamente le punte dei capelli.
«No.»
«Com'è Federico?» roteo gli occhi al cielo e sbuffo. Mai una volta che Mary mi dia retta.
«Antipatico.»
«Emily, intendevo se è uno romantico oppure tosto e un po' violento come piace a me.» Scuoto la testa inorridita.
«Mary dio mio!» strillo mentre la francese scoppia a ridere.
«Rispondi alla domanda! E' bravo quanto è bello o la sua è tutta scena?» le sorrido soddisfatta.
«Fidati.» dico poggiandole una mano sulla gamba «Dovresti provare.» scoppiamo a ridere entrambe.
«Certo! Tu poi mi uccideresti!» do una pacca sulla spalla alla francese garantendole che non lo farei.
«Non mi importa niente di quel cafone.» la rassicuro.
Mary mi sorride «Certo, come no.» mi faccio immediatamente seria riguardo alla sua allusione, ma non faccio in tempo a chiederle spiegazioni perchè sentiamo un forte urlo di dolore provenire dal campo.
Entrambe ci voltiamo con uno scatto e quando i miei occhi si posano sulla scena sento il cuore perdere un battito.
Federico è steso a terra, accovaciato mentre si stringe la caviglia destra, al sul fianco Thomas si sta alzando.
«Thomas sei impazzito?» sbraita mio padre correndo verso i due e allungano la mano a Federico il quale però non se la sente di alzarsi.
Thomas lo guarda con gli occhi stretti a fessura ed un espressione davvero indecifrabile.
«Non gli ho fatto niente.» protesta scocciato.
«Ma se sei andato a marcatura cadendogli addosso!» lo accusa Marco chinandosi su Rico che non sembra in grado di appoggiare il piede.
Benjamin arriva correndo, spingendo via il produttore per potersi avvicinare a Federico.
Thomas rimane immobile, non si piega nemmeno per guardare le condizioni del collega.
«L'hai fatto apposta! Ti ho visto!» gli urla contro il chitarrista, con una rabbia che non credevo gli appartenesse.
Da persino uno spintone a Thomas.
«Solo perchè sei..»
«No!» protesta Thomas interrompendolo, ma è grazie all'arrivo di Alessio che gli animi si calmano.
Ora tutti se ne stanno in cerchio attorno a Federico che è decisamente dolorante. La caviglia si sta gonfiando e mio padre ha chiamato il fisioterapista della struttura sperando che non sia rotta.
Mary al mio fianco non sa cosa dire. Io non so nemmeno cosa pensare.
Il fisioterapista arriva in meno di un minuto e tocca con cautela la caviglia violacea dell'opposto.
«Non è rotta.» dice e tutti ci siamo lasciati scappare un sospiro di sollievo. «Ma è slogata. Dobbiamo portarlo dentro così gliela fascio.» Mi porto una mano al petto e mi accorgo che sto tremando.
Vorrei avvicinarmi a Federico e sapere come sta, ma ovviamente non posso farlo.
Mio padre sbuffa e getta a terra il quaderno con il programma di tutti gli artisti che stava controllando in questo momento di pausa.
«Tra due giorni c'è lo showcase di RDS!» urla arrabbiato.
Intanto il fisioterapista ha fatto portare dentro una barella, ma con l'aiuto di Benjamin, Federico ha preferito entrare con i suoi, bè il suo unico piede funzionante.
Mio padre, ancora visibilmente irritato dice a tutti di andare sotto la doccia poi si rivolge a me.
«Vai nel mio ufficio, c'è un fascicolo nel secondo cassetto a sinistra.» annuisco obbediente e porto Mary con me.
Trovo l'ufficio a fatica, poichè nonostante sia dove lavora mio padre, sono abiutuata a vederlo nello studio di registrazione, in palestra, o qui.
Quando entro mi dirigo in fretta verso la scrivania. Per tutto il tragitto dal campo a qua io e Mary non abbiamo aperto bocca.
Odio dirlo, ma una parte di me crede che Thomas l'abbia fatto di proposito, e le parole di Benjamin non fanno altro che avvalorare la mia tesi. Ho il terrore che dopo averci visto insieme stamattina, se la sia presa e ora abbia fatto del male a Federico per colpa mia.
Apro il secondo cassetto, ma invece di trovare i fascicoli di mio padre trovo un sacco di gingilli e delle scartoffie.
Ne scorgo una con scritto il mio nome in caratteri eleganti. Do un'occhiata a Mary e dopo essermi assicurata di non essere vista me lo infilo in tasca.
«Non c'è.» sbuffo contrariata
«Magari intendeva la sua sinistra.» Annuisco aprendo con foga l'altro cassetto «Finalmente!» dico a dentri stretti estraendo il fascicolo e correndo fuori dalla stanza.
Arriviamo nella sala massaggi. Mio padre guarda mentre il fisioterapista fascia la caviglia di Federico.
«Come quindici giorni? Stai scherzando vero?»
Il ragazzo fa segno di diniego con la testa e completa il suo lavoro.
«Mi dispiace,ma è una brutta slogatura. Devi stare fermo per quindici giorni, non uno di meno.» Federico da un pugno al lettino sul quale è seduto.
Porgo a mio padre il plico di documenti che mi aveva chiesto.
«Grazie tesoro. Ho chiamato Giorgio, vi aspetta fuori, è meglio che andiate a casa ora.»
Lancio un'ultima occhiata a Federico, sperando di intercettare il suo sguardo.
«Ciao Fede.» dico desiderando ardentemente che lui mi risponda con uno dei suoi sorrisi spavaldi per farmi capire che va tutto bene, ma il cantante tiene la testa bassa e le mani strette a pugno.

You can change only one thing. || #Wattys2017 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora