Cap.39

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Mi fermo senza voltarmi, ma non prendo il cantante sul serio, anzi sono stanca di lui che mi scombussola così, non posso permettergli di avere questo potere su di me.
«Cosa ti fa credere che io abbia voglia di starti a sentire?» domando con falsa cordialità nella voce.
«Le mie scuse.» risponde guardandomi negli occhi.
Non ci casco «Sul serio?»
Fedw scoppia in una risata cristallina «Ovvio che no.» dice continuando a ridere.
Roteo gli occhi al cielo ed incrocio le braccia davanti al petto, mentre con lo sguardo vigile sulla figura di Fede, lo studio.
Le ombre sul viso lo fanno sembrare più misterioso di quello che non sia in realtà, la sua posizione naturale, con le spalle contro al muro, le mani nelle tasche ed il sorriso sghembo sul viso gli da quell'aria da cattivo ragazzo indecifrabile, quello che ogni donna vorrebbe essere in grado di "riportare sulla buona strada".
«Mi hai trattato male.» affermo sfidando il cantante avvicinandomi di più al suo corpo.
«Lo so.» chiarisce seguendo i miei movimenti con lo sguardo, senza però perdere il sorriso.
«Sono arrabbiata.» continuo « e offesa.»
«So anche questo.» ribatte lui allungando il braccio con un sospiro e stringendo la mia mano.
«Ma non hai intenzione di scusarti.» Fede mi sorride e alza le spalle. La sua mano stringe la mia e mi tira verso di lui che desidera avermi più vicina. Il tocco caldo della sua pelle mi sembra una presa in giro, così con rabbia mi libero della sua stretta.
Lo scatto repentino lo lascia senza parole per qualche istante, i suoi occhi spalancati cercano nella mia espressione qualcosa che gli sveli se sto scherzando oppure no.
«Scusati.» gli ordino secca.
«Non sei arrabbiata. Vuoi solo che ti dica che sei importante per me. Perché voi donne siete così? Volete sempre sentirvi dire che siete speciali, uniche e bla, bla, bla.» ora anche nel viso del modenese non c'è più il sorriso, ma solo un'espressione seria, scocciata.
Non sono abituata che gli uomini mi trattino in questo modo, odio non ottenere quello che voglio. Mi manda in bestia.
«Se essere speciale per te significa questo, goditi le corna.» dico girando sui tacchi per allontanarmi, ma non prima di essermi goduta Fede che stringeva la mascella dal nervosismo.
Faccio due passi e come mi aspettavo le mani di Federico sono su di me, mi spinge contro il muro con una ruvida gentilezza, come a dirmi che non me ne posso andare fino a quando non abbiamo "risolto".
Prende fiato per parlare, ma poi lo esala in un sospiro frustato e distoglie lo sguardo dal mio viso.
Io gli sorrido beffarda e faccio slittare in alto un sopracciglio in attesa.
«Scusa.» lo guardo negli occhi e alzo un sopracciglio. «Non otterrai altro.» puntualizza immediatamente bloccandomi tra le sue braccia e il muro.
«Sei tutto un compromesso, Rossi.» affermo prendendo il colletto della sua giacca e tirandolo verso di me, mentre non avevo occhi altro che per le sue labbra umide e carnose.
«Ci vedranno.» sussurra sulla mia bocca il ragazzo.
«Voi?» un strillo reso più acuto dalla sorpresa.
Io e Fede spalanchiamo gli occhi e ci guardiamo pietrificati, come se il non vedere colui che ha urlato faccia si che niente sia successo.
« Federico che sta succedendo?» Lui gira il capo come nel peggiore dei film horror, mentre io rimango immobile, mi sento come se anche il deglutire possa compromettere questa situazione.
« Marco.» dice Fede con una punta di sollievo nella voce.
Quelle cinque lettere hanno il potere di calmarmi. Mi volto anche io verso Marco che ci guarda dalla fine del corridoio con gli occhi sgranati e le parole "non ci credo" scritte in faccia.
«Mark posso spiegare.» comincia Fede dirigendosi verso il produttore.
«Io ero venuto a chiamarti perché...., ma...» Il ragazzo sembra prendere tempo per pensare, poi sposta la sua attenzione a me.
«Voi...» ripete scuotendo la testa. «Cosa ti stava facendo? eh Rossi?» domanda poi tornando a guardarlo. Fede si gira verso di me indeciso sul da farsi, Marco sembra davvero sconvolto.
«Voi!» ripete indicandoci, al che io mi stanco, era solo un bacetto santo cielo!
«Si ci stavamo baciando va bene? Si noi, abbiamo capito il concetto!» sbotto camminando verso i due uomini «Cosa c'è di male?» domando minacciosa.
Marco e Federico mi guardano sbigottiti per qualche attimo, poi mentre il secondo mi sorride, fiero della mia schiettezza il primo riprende a parlare.
«Ma è.. è una cosa fantastica.» contemporaneamente a me, Fede scuote la testa confuso e ci troviamo entrambi a guardare Marco come se avesse appena detto qualcosa in un'altra lingua.
«Come?» domanda Federico interrompendo il silenzio.
«È meraviglioso! Lo sapevo che sarebbe andata a finire così, insomma ci ho sperato, ma non mi aspettavo così presto!» continuo a non capire.
«Cosa stai dicendo?» domando quasi scocciata.
«Dai si vede che vi piacete! Sempre a litigare, come se foste marito e... oh.» Il ragazzo non fa in tempo a concludere la frase che la realtà lo colpisce.
Un silenzio imbarazzante cala come nebbia tra di noi.
Guardo il pavimento senza trovare nulla da dire per fare in modo che questo argomento venga presto superato.
«Pff, a me lei non piace!» esclama Fede all'improvviso dandomi un colpo sulla spalla come a volermi spingere via.
«Ma se per poco non mi salti addosso!» ribatto dandogli a mia volta una spinta, ma ringraziandolo mentalmente.
«Vedete come siete?» dice Marco richiamando di nuovo la nostra attenzione. «Belli.» conclude lasciando entrambi di stucco.
Senza pensare mi ritrovo ad osservare Fede il quale a sua volta sta facendo lo stesso. "Siamo belli" mima con le labbra aprendosi in un sorriso.
Per un istante, ho sentito un calore partire dallo stomaco e distribuirsi in tutto il colpo, una cosa piacevole, ma che non conosco. Sento che sto arrossendo, così distolgo lo sguardo da Fede e mi concentro sul pavimento.
«Anche se c'è da ammettere che tu abbassi molto il mio livello.» sottolinea Fede tanto per rovinare un momento che potevo definire bello.
Mi schiarisco la gola «Avevi detto che eri venuto a cercarlo.» azzardo cercando di cambiare argomento.
«La Sony aveva una riunione urgente, ma gli studi si sono allagati quindi han dovuto spostarli qui.» dice sorridendo.
Per la prima volta da quando lo conosco vedo il viso di Fede illuminarsi sul serio, come se gli avessero appena consegnato il Grammy.
«Quindi..» continua Marco lasciando di proposito la frase in sospeso per fare in modo che Fede capisca da solo dove vuole arrivare.
«Gianluca è qui!» esulta facendosi prendere dall'entusiasmo di un bambino ed in un batter di ciglia era già corso alla ricerca del suo amico.
Sia io che Marco stiamo ancora guardando l'esatto punto dove fino a pochi secondi fa si trovava Fede.
«Fa così con tutti i suoi amici?» domando con aggrottando la fronte.
«Gianluca non è suo amico.» afferma sorridendo ed offrendomi il braccio che accetto di buon grado. «Gianluca è Gianluca.» continua guardando in alto perso tra i suoi pensieri.
Cominciamo a camminare per raggiungere gli altri, procediamo in silenzio, anche se entrambi stiamo pensando alla stessa cosa.
«Non lo dirò a nessuno.» dichiara rompendo il nostro silenzio prolungato «Voglio troppo bene a Fede per metterlo nei guai.» mi lascio sfuggire un sorriso.
«Possibile che tutti vogliate bene a quell'antipatico?» domando stringendomi di più a lui. Lui per tutta risposta sorride sempre guardando di fronte a se.
«Si merita tutto il bene di questo mondo, ricordalo sempre.»
***
«Potrei vomitare.» sentenzio mentre assisto alla riconciliazione tra Federico e Gianluca. I loro sguardi si sono incrociati qualche secondo fa, mentre entrambi si cercavano in mezzo alla folla e dopo aver fatto la tipica corsetta l'uno verso l'altro stile film Hollywodiano ora sono abbracciati da qualcosa come cinque minuti.
Simon sorride alla mia constatazione.
«No Marco, dico sul serio.» per quanto mi riguarda già gli uomini non dovrebbero dimostrare in questo modo le loro emozioni, dopotutto sono uomini, non donnicciole, ma nonostante questo posso accettare che due amici di vecchia data che non si vedono da tempo abbiano voglia di abbracciarsi, ma così.. così è troppo.
Desiré dovrebbe essere gelosa di Gian, non di me.
Io e Marco ci avviciniamo alla coppietta che è ancora stretta in un lungo e caloroso abbraccio.
«Fè ma mangi? Mi sembri dimagrito.» dichiara Ginoble allontanandosi un poco dall'amico e tastandogli il petto.
«Non siamo mica tutti palestrati come te!» ribatte Fede sbeffeggiandolo e dandogli una pacca sulla spalla.
«Gian come va?» risponde Marco cordialmente quando ormai abbiamo raggiunto il duo.
«Non mi lamento.» ammette Gianluca facendo slittare la sua attenzione da Marco a me.
Visto che Gian continua a guardarmi insistentemente e nessuno dei miei due compagni ha intenzione di presentarmi faccio da me «Io sono Emily, piacere!» affermo tendendo la mano al figaccione de Il Volo.
«E a nessuno importa» sentenzia Fede spingendomi via e piazzandosi davanti al suo fidanzatino.
«Rossi!» urlo dandogli una spallata, ma senza spostarlo di un millimetro. Il cantante però non accetta di buon grado questa mia presa di posizione, così decide di e cito testuale "darmi una regolata". Dopo qualche secondo, infatti, mi prende la testa e mi circonda il collo con il braccio, obbligandomi a stare piegata e rendendomi impossibile ogni movimento.
Tuttavia, il nostro Fede non sa, o fa finta di non sapere che io mi chiamo Emily Marie Alboni e l'uomo che mi chiuderà la bocca a comando deve ancora nascere!
Decisa a liberarmi dalla morsa del cantante gli do un fortissimo pestone sul piede ovviamente mi prendo della «Bruja» fino allo sfinimento, ma almeno adesso sono libera.
Mi aggiusto la giacca con nonchalance e mi presento di nuovo a Gianluca che come avevo previsto ci guarda come se fosse finito in un circo.
«Non gli interessa di chi sei!» mi rimprovera Fede con il piede ancora dolorante.
«Ma vuoi stare zitto?» ribatto girandomi di nuovo verso quella piaga.
Poi all'improvviso, mentre io e Federico ci stiamo ancora scambiando sguardi che promettono morte sentiamo una risata forte e profonda.
È Gianluca.
«Ma siete fantastici!» dice asciugandosi i lacrimoni che le troppe risa gli hanno fatto comparire. Io e Fede ci guardiamo scettici.
«Quindi tu sei la romana?» mi domanda poco dopo Gianluca «La famosa Emily?»
Appena sento l'aggettivo famosa accanto al mio nome un sorriso spontaneo mi compare sul viso, anche perché mi è sembrato di sentire Federico gemere dietro di me.
Mi volto lentamente e con piacere mi soffermo sul suo viso serio. Sorrido falsamente cordiale e faccio slittare in alto un sopracciglio.
«Famosa?»

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