Cap.32

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Siamo di nuovo muti, immersi ognuno nei propri pensieri che sono irrimediabilmente rivolti all'altro.
Vorrei poter passare oltre questo momento, con il tasto "flash forward" del telecomando e superare questa angoscia che mi attanaglia le viscere.
Vorrei pensare ad altro, fare altro.
Vorrei distrarmi.
Vorrei smettere di piangere.
« I clown. » sussurra Fede, dal nulla.
« Eh? » domando stranita girandomi verso di lui e appoggiando una mano sul suo petto per guardarlo meglio.
« La mia fobia: i clown. » dice questa volta più forte. Lo guardo stranita così lui si schiarisce la voce e comincia a raccontare « Quando ero piccolo, mio cugino si era vestito da clown e si era nascosto sotto al mio letto. Sono andato a dormire lui è sbucato fuori dal nulla e da quel giorno sono terrorizzato dai clown. » gli faccio una carezza sul petto e sorrido mentre Fede parla. « Ho pianto per almeno una settimana e per due anni ho costretto mia madre a guardare sotto tutti i letti di casa. Non solo sotto al mio, tutti! E se non lo faceva io non dormivo. » conclude sorridendomi.
Per un momento rimango in silenzio confusa, mi gratto la testa cercando di raccogliere le idee. Non capisco dove voglia arrivare.
Il cantante tiene gli occhi fissi davanti a sé, poi come se all'improvviso un clown gli fosse comparso davanti un brivido lo scuote e sul suo viso da bambino compare una smorfia.
Ricollego la sua confessione al discorso che stavamo facendo prima di addormentarci, ora capisco.
Lo guardo e gli sorrido come non ho mai fatto, lo fa per distrarmi.
Federico Rossi, dopo aver fatto tre ore di allenamento questa mattina, dopo aver parlato per più di die ore a gente sconosciuta, aver sopportato Mary tutto il giorno, essere stato sveglio fino a mattina inoltrata e aver dovuto assistere ad una matta che urla nel sonno è qui, coricato al mio fianco pronto a farmi pensare ad altro per tranquillizzarmi.
Sa essere anche il migliore amico che ti rasserena nei momenti peggiori.
Da quando siamo diventati così?
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere. Prima di calmarci e coricarci di nuovo, uno accanto all'altra.
Le nostre mani stanno ancora giocherellando sulla sua pancia, così ne approfitto e nonostante la mia testa mi dica di essere più prudente e distaccata, stringo le sue dita, me le porto alla bocca e le bacio. Non alzo lo sguardo per vedere il suo viso, ma sento che sta sorridendo.
Lo sento dal sospiro che ha appena fatto.
Santo cielo, sono arrivata al punto di riconoscere persino i suoi sorrisi.
Devo darmi una regolata.
Ne ho avuti di ragazzi, tanti.
Ma non sono mai stata così intimamente vicina a nessuno di loro. È qualcosa di terribile, ma bellissimo.
E come essere su una montagna, sul ciglio del precipizio, fa una paura fottuta. Ma l'adrenalina in circolo, è quella che ti fa rimanere lì a guardare giù con la bocca aperta.
Guardi di sotto e vedi le rocce imbiancate, senti il rumore della neve che cade fiocco dopo fiocco in una danza fredda, e respiri il profumo dell'aria pura.
La caduta non fa paura se si è in due.
Non resisto più. Voglio baciarlo.
La sua bocca raggiunge la mia senza nemmeno darmi il tempo di pensare o agire, sono sotto di lui in un battere di ciglia.
Il suo bacio è così prepotente e bisognoso da farmi sentire bellissima. Il desiderio traspare dal movimento frenetico delle sue mani sul mio corpo.
Mi sfila la maglia con atti da maestro d'orchestra, passandomi una mano sulla schiena, quando raggiungo i fianchi scopro che si è rimesso i pantaloncini prima di coricarsi al mio fianco, glieli tolgo subito.
Con la bocca Fede segue il profilo della mia gola e scende, scende sempre di più, fino a quando non arriva al seno.
Lentamente scosta una spallina del reggiseno e mi bacia quel poco di pelle che rimane scoperta. Prendo la sua testa con le mani e lo prego di continuare, di accelerare quei baci o sento che diventerò pazza.
Sposta di poco la coppa e contorna di baci il mio seno, quello sinistro, quello del cuore.
« Guardami. » mi ordina dall'alto del mio petto. Immediatamente i nostri occhi si incatenano, ballano, stringendosi tra loro.
Poi come un lampo ritorno in me.
Ricomincio a pensare e la mia mente si allontana dal mio corpo per poter ragionare.
Sto sbagliando tutto.
È questo quello che vuole. Non devo. Non posso.
Lo sto facendo vincere.
Comincio a credere che la storia del migliore amico accorso a confortarmi sia in realtà una scusa per portarmi a letto.
Guardo la testa di Fede che continua a scendere, mi bacia, morde e lecca la pelle delle costole.
Ora col naso mi solletica l'ombelico.
« Aspetta. » bisbiglio insicura.
All'istante si ferma, come se sapesse che non sarei andata fino in fondo. Sono accaldata ed eccitata, ma penso alla nostra situazione, al nostro gioco, alle parole di Ben. Cerco di non fargli capire che mi stava facendo impazzire solo con delle carezze.
Nonostante si sia immediatamente fermato dopo la mia flebile protesta, non si è mosso di un centimetro, mi guarda dal basso del mio ventre e aspetta che io dica qualcosa.
« Sei fidanzato. » sottolineo questo è un problema e non posso fare finta di niente, non sono Mary, non posso pensare di fare sesso con un uomo che porta nel cuore un'altra.
Prendo un lungo respiro e deglutisco più volte.
È inutile che io mi menta da sola, lo voglio, sto facendo il suo gioco, sto per perdere. L'ho fermato solo perché voglio continuare questa farsa.
È vero, il fatto che sia fidanzato mi blocca, ma forse il problema non è solo quello, forse una parte di me, teme che una volta che Fede avrà ottenuto quello che vuole, sarà tutto finito.
Non voglio che finisca.
Lui sospira, si sposta dal mio corpo e si lascia cadere a peso morto al mio fianco. Rimaniamo in silenzio, abbiamo entrambi il fiato corto.
« Desirè mi tradisce. » la sua voce rompe il silenzio con lo stesso rumore che farebbero delle tazzine di porcellana che cadono sul pavimento.
Tuttavia invece di rabbia nella suo voce sento solo una forte rassegnazione.
Dentro di me monta un fastidio crescente « Quindi hai tutto il diritto di farlo a tua volta immagino. » deduco con acidità.
Fede si mette seduto, mi prende il viso con una mano e mi fa voltare verso di lui con poca grazia.
« Non l'ho mai tradita. » ringhia guardandomi dritto negli occhi. Sono un po' sgomenta per via della sua reazione, così taccio e subito lui si pente di avermi trattato così.
Lo guardo impaurita e con gli occhi spalancati.
« Non ho mai toccato nessun'altra. » continua lasciandomi andare e rimettendosi coricato « Bè fino ad ora. » ammette con una punta di imbarazzo nel tono di voce.
Ovviamente la mia parte di donna si accende quando metabolizzo quello che mi ha detto.
« Mi tradisce da un anno e mezzo ormai, con uno dei nostri migliori amici. » racconta, nonostante io non gli abbia chiesto nulla Fede ha capito che voglio comprendere meglio la situazione. « Lui me l'ha detto subito, quando è successo la prima volta. Li ho perdonati entrambi. » non sono certo la persona più indicata quando si parla di sentimenti, ma sento il dolore che prova e me ne dispiaccio.
« Lei non sa che io ne sono a conoscenza e io non voglio nemmeno che lo sappia. Non la biasimo, deve essere difficile essere fidanzata con un uomo che viaggia tanto come me. Immagino che abbia bisogno di attenzioni che io non posso darle, la capisco. » guardo il suo viso, mi sta dicendo che per amore di Desirè è disposto a "condividerla" con un altro uomo?
« Pur di vederla felice farei di tutto. » dichiara « All'inizio si impegnava a non farmelo sapere, quando tornavo fingeva che tutto andasse bene. » mi guarda negli occhi cercando di leggermi dentro, non so cosa possa vedere, lo intimo a continuare. « Da qualche mese però ha smesso di preoccuparsi di me. Non le importa che io possa scoprirla, anzi credo che una parte di lei lo voglia, solo per farla finita una volta per tutte. » conclude chiudendo gli occhi e facendo un sospiro stanco.
« La ami ancora? » domando a bruciapelo.
Fede apre gli occhi, mi guarda senza dire niente, ma capisco.
Il suo sguardo ghiaccio è così triste, deve soffrire così tanto. Di certo, non c'è spazio per alcun fraintendimento.
Troverò mai un compagno che mi ami almeno la metà di quanto Federico ami Lei?
So che per lui non potrò mai raggiungere il livello di Desirè.
Me ne dispiaccio, ma scuoto la testa e mi dico che va bene così.
Non voglio nemmeno, io e Fede stiamo giocando.
Il dolore che prova a causa del tradimento della sua ragazza è l'ennesima dimostrazione di quanto i sentimenti rovinino una relazione.
Guardo fuori dalla finestra indecisa sul da farsi. Mi sento in dovere di consolarlo visto che prima, quando avevo paura mi è stato accanto.
Guardo il cielo: sta per albeggiare. Il blu notte sta lasciando spazio a quella bellissima sfumatura di azzurro che è tipico solo della mattina, presto l'arancione flebile del sole tingerà l'orizzonte di rosa.
« Hai sonno? » chiedo rimanendo immobile con gli occhi fissi sul profilo di Roma. Fede nega da dietro la mia spalla.
« Andiamo a fare una passeggiata? »

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