Cap.2

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« Papà, dobbiamo parlare.» mio padre si interrompe all'istante quando sente la mia voce e arrossisce un poco, cercando di mascherare l'imbarazzo presentandomi come la sua "adorata bambina" ai presenti in sala.
« Brutto bugiardo!» lo apostrofo facendolo sobbalzare, mentre gli tutti attorno a lui se la ridono e fanno apprezzamenti sul mio corpo.
Con tutte le ore che passo in palestra ci mancherebbe altro.
« Come bugiardo? Emily? Vuoi dire che la mamma ti ha già detto tutto?» mio padre non balbetta per miracolo, stringendo convulsamente una delle maniche con le sue mani arrossate dallo sbattere una contro l'altra.
« Mi ha detto tutto sì! » gli rispondo puntandogli un dito addosso « ma sono sicura che tu non la lascerai fare! Dopotutto contraddire la mamma è uno dei tuoi passatempi preferiti!» mi porto le mani suoi fianchi e aspetto una risposta.
Mio padre dal canto suo ordina ai suoi pargoli di buttare giù idee per il tour, ma a questi mancano solo i pop corn per godersi la scena.
« Vedi Emily, credo che questa volta la mamma abbia ragione.» Papà mi guarda di sottecchi aspettandosi una mia reazione isterica, io apro la bocca assumendo un'espressione scioccata.
« Papà, non puoi farmi questo! » piagnucolo «credevo che mi volessi bene.» sbatto i piedi per terra. Si ragazzi, lo so che così sembro una bambina viziata, ma è l'unico modo per impietosire mio padre.
« Ma io te ne voglio angelo mio!» ribatte prontamente mio padre che sembra non sapere più che pesci pigliare «ad ogni modo, credo che questa esperienza ti aiuterà ad essere meno... meno così...» lascia la frase in sospeso ma con lo sguardo mi scorre dall'alto verso il basso.
« Così come?» ringhio.
«Insopportabile.» una terza voce, mi raggiunge dal gruppo di ragazzi, mi volto verso la fonte del rumore e vedo un ragazzo con un ciuffo biondo e la faccia di un bambino che mi sorride strafottente.
« Tu saresti?» gli chiedo indicandolo facendo con l'indice dei cerchi immaginari il tutto accompagnato da un'espressione a dir poco contrariata.
« Federico Rossi, sua signoria signora.» il ragazzo, che poi io lo chiamo ragazzo ma è alto almeno quindici centimetri più di me, definisce la sua affermazione con tanto di saluto militare.
Cioè ragazzi, questo mi sta prendendo in giro capite?
« Nessuno ti ha interpellato.»lo liquido tornando a voltarmi verso mio padre che grazie all'aiuto di uno dei suoi ha riacquistato un po' di colore.
« La prima regola sul campo è che nessuno mette mai in discussione gli ordini del boss.» Rossi si rivolge di nuovo a me, e ora si è posto in piedi accanto a mio padre, il quale si nasconde dietro il corpo muscoloso di quel maleducato.
Mio padre però ormai ha preso fiducia, forse anche grazie alla protezione di quello stampellone e ora il suo sguardo sembra irremovibile.
«Federico ha ragione!» afferma appoggiando una mano sul braccio del suo salvatore « Tu hai bisogno di imparare un po' di disciplina e questo è il posto adatto!» a queste parole anche gli altri annuiscono all'unisono.
Insomma ho l'intero staff contro di me.
« Quindi mi dispiace per te, ma da oggi fai quello che ti dico, sei ufficialmente parte della squadra e io ti tratterò di conseguenza, sarai premiata quando farai bene e punita quando farai male!» ormai mio padre è entrato nella modalità *padre modello on* anche perché ora tutti quanti sembrano aver preso le sue parti.
«E ora, vai in hotel, noi abbiamo del lavoro da fare qui!»
Sono spiazzata, mio padre che inizia a fare il genitore severo adesso? Quei due mocciosi e la loro band che gli danno man forte?
All'ordine del boss di iniziare a scrivere, tutti han preso carta e penna ed hanno cominciato a pensare, tutti tranne Rossi, che è ancora di fronte a me guardandomi con aria di sfida, io sono in piedi immobile, impantanata per lo shock.
« Cosa vuoi stampellone?» domando fissandolo negli occhi, lui che se ne sta a braccia conserte, scioglie la presa e si avvicina pericolosamente a me.
Nonostante sia simpatico come un sasso da masticare, devo ammettere che i suoi lineamenti sembrano quelli di un modello, mentre il suo fisico mi ricorda una statua.
Purtroppo il suo carattere mi rimembra più di una merda.
« Io. Sono. Federico. Rossi.» dice tutta la frase scandendo bene le parole e avvicinandosi decisamente troppo al mio viso, la t-shirt troppo aderente che gli aderisce al petto.
« Chi. Se. Ne. Frega.»lo scimmiotto, senza muovermi.
«La prossima volta ricordati di non metterti i tacchi per venire qui » continua insistente lui facendo un cenno col capo alle mie scarpe « oppure resterai indietro.»
Ragazzi, ma vi rendete conto? Questo criticata le mie Louboutin!
Rossi o stampellone che dir si voglia ormai vicinissimo a me, mi da una leggera spinta con un dito sulla spalla, cosa che mi fa oscillare tremendamente e così istintivamente per non cadere mi sono del tutto buttata contro di lui, che mi ha preso stringendomi saldamente i fianchi.
Il mio petto, coperto solo da una camicia di Gucci aderisce perfettamente ai pettorali del cantante, cafone che con nonchalance ha abbassato lo sguardo per godersi il mio seno spiaccicato conto il suo busto.
« Sei magra, però che forme!» ecco, oltre che cafone è pure un porco!
Istintivamente mi allontano da lui, ma questo mi porta a cadere all'indietro, così Rossi se la ride e se ne va, lasciandomi li per terra come una scema.
« Adios bruja »
Quel bastardo che usa lo spagnolo per fare il furbo!
« Dammi la mano» una mano compare nella mia visuale così mi giro a sinistra e vedo un sorriso raggiante che mi tende un appoggio. Prendo la mano senza pensarci, anche perché questo ragazzo mi ispira fiducia, così gli sorrido anche io.
«Grazie» gli dico mentre cerco di pulirmi i jeans.
Lui si lascia andare in una risata cristallina.
«Come ti chiami?» domando mentre con lo sguardo cerco ancora quel figo ehm... bastardo di Rossi.
« Io sono Benjamin Mascolo. Ma tu puoi chiamarmi Ben.» gli sorrido di rimando mentre finalmente riconosco il cafone e pure porco che corre in corridoio.
« Senti il tuo amico è sempre così simpatico?» Ben mi sorride ancora, immaginando senza che glielo dovessi spiegare a chi mi sto riferendo.
«Lui è fatto così, ma non è antipatico, bisogna saperlo prendere!» lo guardo stranita ma proprio mentre sto per fargli un'altra domanda la voce di mio padre ci raggiunge tonante « Mascolo torna a scrivere!» il ragazzo mi sorride e mi saluta, poi scatta verso la sala riunioni.
Mi allontano sconsolata, quindi non ho alternative.
Devo andare con loro.
Certo è che almeno Ben è un ragazzo simpatico, Rosso invece non è altrettanto socievole.
« A proposito!» affermo ad alta voce, tirando fuori dalla borsa il mio Iphone. « voglio sapere cosa vuol dire Bruja!»

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