Cap.25

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Sento un gran caldo alla faccia, ma non ho voglia di aprire gli occhi.
Mi volto e incontro una spalla, così mi ci appoggio e sento qualcuno parlare.
« Emy, sei sveglia? » non sono abbastanza lucida per collegare la voce al suo proprietario, così mugugno qualcosa sperando che il mio interlocutore decida di lasciarmi riaddormentare.
« Fede da quanto tempo hai detto che dorme? » la spalla sulla quale sono appoggiata si è mossa in avanti e io per poco non scivolo, assesto un pugno sull'avambraccio del mio vicino in modo da convincerlo a stare fermo e lasciarmi dormire.
« Saranno almeno due ore. Si è addormentata in braccio a me prima ancora che il treno partisse. » tutto questo parlottare mi innervosisce.
Decido di dirne quattro ai maleducati che non lasciano dormire una povera signora.
Mi allontano dalla spalla sulla quale sono appoggiata e mi metto dritta, apro gli occhi ma subito li richiudo per il sole che entra la finestrino.
Una parte del mio cervello mi dice che non si spiega come mai sono su un treno, ma sono troppo intontita per dargli retta.
«Volete stasce fitti? » dico seria, osservando qualcuno davanti a me, ma non lo riconosco poiché le mie palpebre sono ridotte a due fessure.
Mi porto la mano sulla fronte cercando di ripararmi dalla luce.
« Eh? » mi domanda la voce più vicina, mentre quella più lontana scoppia a ridere « Povera Emy, cosa ti hanno fatto quei cattivoni? » il ragazzo più vicino a me si accosta e mi stringe in un abbraccio, per poco non mi soffoca.
Ma che cavolo...
Ho capito è Ben!
Mi sforzo di aprire gli occhi che dopo qualche secondo si abituano alla luce, mi guardo intorno e di nuovo una vocina nella mia testa mi ricorda che non dovrei trovarmi li.
« Ha fatto tutto da sola! » mi giro completamente verso sinistra ed incontro seduti nei sedili accanto al mio Marco e Fede, è stato proprio quest'ultimo a parlare.
« Ah? » domando con espressione stranita, alzo lo sguardo ed incontro gli occhi di Rossi, ma non sono abbastanza in me per rispondere a quello sguardo che mette i brividi.
Mi incanto.
Ci guardiamo per.... Un secolo?
« Emy? » faccio uno scatto in direzione di Ben che sventola la sua manona davanti alla mia faccia.
« Cucciola, ma quanto sei intontita? »
Allunga una mano sulla mia testa e mi fa una carezza con fare paterno.
« Cosa mi sono persa? » chiedo sbadigliando e stiracchiandomi.
« Più o meno due ore e mezzo di treno. » guardo Fede e spalanco gli occhi, un mio sopracciglio sale mentre l'altro rimane fermo al suo posto.
« Cosa? » sbraito facendo ridere tutti i ragazzi che si trovano intorno a me.
« Emily hai bevuto mezza boccetta di ansiolitico! » esclama Marco allargando le braccia.
Mi copro il viso con una mano, borbotto qualcosa di cui nemmeno io sono sicura e mi nascondo dietro alla spalla possente di Fede.
L'emiliano mi da un bacio premuroso sui capelli, cosa che mi stupisce.
« Tranquilla siamo quasi arrivati. Tuo padre ha detto che c'è la tua amica ad aspettarti. »
Per la seconda volta spalanco gli occhi, quasi come se fossero due palline da golf.
« Perché Dio è così crudele con me? » mi lamento guardando verso l'alto e rivolgendo i palmi delle mani nella stessa direzione con fare molto teatrale.
Benjamin mi esamina costernato « Non sei contenta? » domanda, io lo guardo come se mi avesse chiesto un' ovvietà.
« Io non voglio! » brontolo incrociando le braccia al petto.
« Mammamia quanto lagni! » la mia testa schizza verso destra, dove Federico Parlosemprequandonondevo Rossi mi sta guardando per osservare la mia reazione al suo piacevolissimo complimento.
Con la coda dell'occhio vedo Marco sbuffare infastidito.
Faccio finta di niente.
« Chiudi quella bocca! » ordino tornando ad interessarmi di Fede, gli punto anche il dito contro.
« Costringimi. » ribatte lui gonfiando il petto.
Gli faccio il verso, mostrandomi tronfia come fa lui di solito per prenderlo in giro.
« Infantile. »
Ribatto con un dito medio.
« E grezza. »
Lo fisso malignamente « Vaffanculo. »
« Ecco, appunto. » dice lui con un gesto stizzito della mano, come se volesse mostrarsi superiore.
Apro la bocca per rispondere, ma Ben mi prende per le spalle e mi fa voltare, costringendomi a guardare dritto davanti a me.
« Stavi parlando con me! » mi sgrida, ma non lo fa con vera cattiveria. « Perché non vuoi vedere la tua amica? » domanda cercando di distrarmi da Rossi. Accetto di buon grado il suo tentativo di catturare la mia attenzione.
« Lei non è mia amica. » spiego sistemandomi meglio nel sedile. « è la mia rivale, siamo in competizione fin da quando siamo piccole. Vuole dimostrarmi che è migliore di me in tutto. » sbuffo ravvivandomi i capelli guardando la mia immagine riflessa nel finestrino.
« E ci riesce? » chiede cortese l'italoaustraliano.
« Certo che no! » esclamo, facendolo ridere. Il chitarrista mi spettina con mio enorme disappunto « Chissà perché non avevo dubbi. » afferma sorridendomi.
Sorrido anche io di rimando, come si fa a non sorridere a Benjamin Mascolo?

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