Cap.52

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«Emily! Mia bellissima Emily» esulta Mary stritolandomi in un abbraccio. Rimango pietrificata. Qualcuno per favore mi svegli da questo incubo. I suoi capelli mi solleticano la guancia. Quella guancia!
Non ricambio l'abbraccio, ma lei non si scompone e finge di non notare il mio distacco.
«Bè non mi fai entrare?» scuoto la testa e torno in me. Mormoro un 'certo' molto confuso e mi sposto per lasciarla passare.
«Aiutami con le valigie, per favore.» obbedisco diligente, notando che entrambe le borse sono grandi e voluminose. Ora in un angolo recondito della mia testa, una vocina mi dice che quelle valigie non sono un buon segno per me, ma un'altra voce, più forte sostiene che sia impossibile che io abbia qualcosa a che fare con questo improvviso viaggio della mia amica.
Nonostante il mio cervello sapesse che c'erano guai in vista, ho preferito crogiolarmi nella comoda ipotesi che l'italo-francese fosse solo di passaggio, prima di andare in una qualche isola sperduta, molto, ma molto lontano.
«Vai da qualche parte?» azzardo senza nemmeno guardarla mentre trascino dentro la sua valigia che sembra essere piena di sassi.
Mary si lascia scappare una risata e mi passa un braccio intorno alle spalle. «Allora tuo padre diceva sul serio.» aggrotto la fronte senza capire dove voglia arrivare.
«Sono qui per stare con te. Tuo padre non vuole che tu viva da sola. Mi ha detto che voleva farti una sorpresa.» rimango a bocca aperta.
Non è possibile.
Mi scappa da ridere, ma sento anche che vorrei piangere fino a rimanere senza lacrime.
Inspiro per parlare,ma mi serve ancora un po' di tempo così richiudo la bocca e mi appoggio al muro.
«C.. Come?» è l'unica parola che sono riuscita a dire.
Mary si fa seria, il sorriso gioviale di sempre l'abbandona e per la prima volta da quando la conosco mi sembra di parlare con una donna matura.
«Un paio di settimane fa mi ha chiamato. Mi ha detto che ultimamente fai degli incubi e che avevi visto Cris in casa tua.» chiude gli occhi e fa un sospiro affaticato «Così senza pensarci due volte ho deciso di venire qui, per non lasciarti da sola.»
Guardo la ragazza con cipiglio, se qualcun'altro mi avesse detto una cosa del genere probabilmente ora lo starei abbracciando, ringraziandolo, ma da Mary. Non so.
Tuttavia, la cosa che più mi turba è che non ho mai detto a mio padre di aver visto Cristian in casa. So che è a conoscenza dei miei incubi, ma mai mi è successo di raccontarglieli in dettaglio.
Sento un formicolio dentro lo stomaco quando penso che le uniche persone che sanno dell'accaduto sono Zelda e Federico. Escludendo la vecchia, poichè mio padre non è mai venuto a trovarmi in questi giorni, a meno che i due non abbiano una corrispodenza telefonica a mia insaputa. Questo significa che..
«Quando vi siete parlati tu e mio padre?» domando fingendo di innocenza.
«Due settimane fa credo, forse meno.» mi porto una mano davanti alla bocca. Non ci metto molto a fare due più due. L'incontro con mio padre. Tutta quell'urgenza e non poteva, non voleva assolutamente mancare.
«Federico.» sussurro troppo piano perchè Mary mi senta. Credo.
«Come?» domanda preoccupata la mia nuova coinquilina avvicinandosi a me.
La guardo e cerco di rassicurarla con un sorriso «Fa caldo.» cerco di distrarla sperando che non abbia sentito quello che ho detto prima.
Io e Rico dobbiamo fare una chiacchierata.
La mia amica prende un lungo respiro e si passa una mano tra i capelli, fermandosi con la mano ancora sulla testa e lo sguardo fisso su un punto indefinito del pavimento, in attesa, mentre aspetta che le parole giuste le si compongano nella mente come un cerchio perfetto.
«So quello che pensi di me.» spalanco gli occhi e istintivamente apro la bocca per dirle che non è vero «Non sono stupida Lottie.» mi anticipa usando il soprannome che mi ha dato quando eravamo alle elementari. «Ma che tu ci creda o no io ti voglio veramente bene. Per me non ha senso stare a Roma se non ci sei tu. Così appena tuo padre mi ha detto che non stavi bene ho fatto le valigie e sono corsa qui.» sono senza parole. La Mary che ho davanti non è la stessa ragazza che ho lasciato. Ovvio, fisicamente è uguale a prima: la stessa bella bionda che farebbe impazzire ogni uomo, ma le sue parole, il suo sguardo è diverso.
«Non mi aspetto che tu mi creda così fin da subito. Ma ho tempo, voglio starti vicino e dimostrarti che sono cambiata. Sono diversa. Sono innamorata»
Per poco non mi soffoco con la mia stessa saliva. Sgrano gli occhi e non manca molto perchè mi escano dalle orbite e cadono sul pavimento.
«Eh?» urlo tra i colpi di tosse.
Mary arrossisce e distoglie lo sguardo. Comportamento assolutamente non da lei. Sembra cercare il coraggio di dirmi qualcosa che le sta molto a cuore.
«Di Marco» resto di nuovo a bocca aperta e di nuovo la francese distoglie lo sguardo.
« Marco? cioè riccio, produttore, Warner Music Italia...» comincio ad elencare tutto quello che mi ricorda il nostro caro Marco e la mia nuova coinquilina non fa altro che diventare sempre più rossa. Inizio a temere che prenda fuoco per autocombustione. Mary annuisce e mi sorride imbarazzata «Quindi» dico cercando di ricollegare i pezzi del puzzle «Dopo quella.. mmm..» mi schiarisco la gola indecisa sul termine adatto alla situazione «Quella.» mi limito a ripetere in modo eloquente «C'è stato altro?»
La mia amica si butta sul divano guardando il soffito con fare sognante. Sembra essere nel bel mezzo di un gran bel ricordo. «No.» ammette arricciando la bocca. «Mi aveva chiesto di rimanere in contatto, ma io non ho voluto.» continua sconsolata. Espiro molto forte dal naso, come a farle intendere la mia contrarietà senza doverlo dire a parole.
«Lo so!» afferma tristemente mettendo un labbrino da cucciola «Avevo paura Lottie, era tutto così fantastico, più lo guardavo e più mi sentivo impazzire. Non ho mai sentito una cosa del genere. Mi sembrava di non poter fare a meno di lui, era come essere appena usciti da una giornata in un centro benessere. Capisci cosa voglio dire?» mi accarezzo un braccio con imbarazzo. Sono convinta di non essere mai stata innamorata di nessuno, ma nelle sue parole è come se sentissi qualcosa di familiare.
Sussurro un 'no' per evitare di farmi altre domande.
«Intendi vederlo di nuovo?» chiedo sollevata all'idea di sapere che se Mary è innamorata di Marco non proverà più a portarsi a letto qualcun'altro, tipo Ben, o peggio, Federico.
Perchè 'o peggio'? scuoto la testa cercando di scacciare il pensiero che io possa ritenere Fede più importante degli altri.
La bionda si lascia sfuggire una risatina nervosa. «Non so, ho paura.» dice stropicciandosi ansiosamente le mani «Non sono sicura che per lui sia stato lo stesso.» guardo la mia amica e non posso fare a meno di sorridere. Sembra una tredicenne alle prese con la prima cotta, forse perchè questa è davvero la sua prima cotta.
«Bè, lo scopriremo!» affermo con tanto di pugnetto davanti al busto da grande motivatrice di folle. «Potrei chiedere a Ben, oppure ad Alessio! Lui è così pettegolo che sono sicura sappia qualcosa.» penso ad alta voce, compiaciuta nel vedere Mary agitarsi sul posto all'idea di potersi ricongiungere con Marco.
«Potresti anche chiedere a Federico.» mi paralizzo nel mezzo della frase, con la bocca aperta e un'espressione ebete dipinta in volto, credo anche di essere diventata color bianco cadavere, ma in mancanza di uno specchio non posso asserirlo con certezza.
«Lo sai che non ci sopportiamo.» dico cercando di ritrovare un po'della mia tipica spavalderia.
Mary mi guarda con un sorriso furbo «Ah ecco. Non mi spiegavo perchè avessi una felpa con su scritto il suo nome in casa.» colta in fallo cerco una scusa, ma non mi viene in mente niente. La mia amica sa di avermi in pugno, ma io non ho la minima intenzione di ammettere la sconfitta.
«Margarita?» domando alzandomi per andare verso la cucina.
«Ci sono così tante cose che mi devi raccontare!» urla Mary dalla sala.
Beccata.

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