Cap.56

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«Che maleducazione.»
«Questi ragazzi.»
«Non si trattano così le donne. Lei gli ha chiesto di sederle vicino e lui le ha detto di no.»
«Non si lascia una bella ragazza da sola.»
«Soprattutto se è così bella.»
Mi volto verso le due voci. Alessio Bernabei e Benjamin Mascolo mi si stagliano davanti. Controluce. Come se facessero parte degli Avengers.
Guardo i due come se fossero matti. Entrambi a braccia conserte, entrambi con un sorrisetto sornione stampato in viso. Sembrano i gemelli Weasley.
«Voi due vi completate sempre le frasi a vicenda?» domando muovendo velocemente l'indice davanti a loro per indicarli e facendo una smorfia con la bocca. Cerco l'appoggio di Mary, perchè sono convinta che due che sanno esattamente quello che l'altro sta per dire non sono normali, ma la francese sta guardando Marco con un aria così sognante che quasi mi sento in imbarazzo per lui.
«Sempre!» esclama Ben.
«Ogni volta!» afferma Alessio dandogli man forte.
Si guardano con un sorriso da innamorati e si danno persino il cinque.
Faccio segno di diniego con la testa e mi massaggio le tempie. Ci mancavano solo i gemelli diversi separati alla nascita. Sono sempre più convinta che questa casa discografica sia in realtà una compagnia teatrale di fenomeni da baraccone.
«Ma non divaghiamo.»
«Siccome Thomas ti ha abbandonato.»
«Abbiamo deciso di subentrare e fargli vedere come noi trattiamo le donne.»
«Noi le rispettiamo vero Penc?»
«Ci manca solo l'armatura JT.»
Guardo i ragazzi a bocca aperta «Ma siete usciti da un libro di Dr. Seuss?»
«La cavalleria non è morta!» esclama Alessio non curandosi della mia domanda.
«Rigorosamente vestita di nero!» sentenzia Benjamin.
Prendo un lungo respiro e chiudo gli occhi. Ok, mi arrendo. Non capirò mai questi due.
«Ci fareste l'onore?» come se le frasi in sincrono non bastassero, i due cavalieri della corona Warner rigorosamente vestiti di nero, hanno invitato me e Mary a prendere il loro braccio contemporaneamente.
Devo ammettere che le loro stupidaggini mi hanno fatto passare il malumore che Thomas e mio padre mi avevano fatto conquistare. Stringo felice il braccio di Ben, lasciandomi scortare come se fossi una principessa. Anche Mary,divertita dalle battute di Alessio, accetta l'invito. Saliamo sull'autobus accompagnate dai due gentlemen e ci sediamo con loro nei posti da quattro.
«Così ci piacete!» esulta il laziale.
«Niente musi grigi, per quello c'è già il cielo!» dice Ben dandomi un buffetto sulla guancia sorridente.
«Giusto. Noi accettiamo solo sorrisi!» dichiara Alessio passando un braccio intorno alle spalle di Mary.
Sorriso beata e lascio che Benji faccia lo stesso con me. Ho il sentore che questa gita in pullman sarà una pacchia.
***
Il viaggio è stato così divertente che quando ci siamo fermati nel parcheggio dell'ospedale ero quasi contrariata. Abbiamo preso in giro Fede chiamandolo "quattrocchi". Abbiamo tirato i capelli a Riccardo. E come se non bastasse abbiamo obbligato Marco a mettersi un dito nel naso perchè gliel'ha ordinato il 'suo boss'.
Oltre al bullismo gratuito, questa gita è stata molto prolifica anche dal punto di vista amoroso. Infatti, credendo di non essere notato il nostro caro Mangano guardava di nascosto Mary, manco fosse una fetta di torta al cioccolato. Il produttore ha smesso solo quando si è reso conto di essere stato beccato dal mio sguardo compiaciuto.
Aaah, caro Marcuccio, ti do una settimana di tempo prima di ricadere tra le grinfie della mia amica.
I nostri scherzetti sono continuati anche prima di raggiungere i bambini. Con Benji che si è fatto portare in braccio da Alessio, nessuno sa per quale motivo.
Nonostante l'ilarità, appena abbiamo raggiunto il reparto, tutti ci siamo fatti più seri, pronti a stare in compagnia di questi piccoli cercando di fingere di non sapere che potrebbe essere il loro ultimo Natale.
Quando dico che sono una persona molto superficiale, i più pensano che io mi riferisca al modo in cui scelgo i miei partner. La mia superficialità invece avvolge ogni campo della mia vita, tanto per farvi capire temo di più che i ladri decidano di portarsi via la mia collezione di borse piuttosto che mi accoltellino mentre dormo.
È una semplice questione di priorità.
Ad ogni modo, anche una persona superficiale come me e Mary (non pensate che anche lei non abbia paura che le rubino le borse) non può fare a meno di rimanere senza parole davanti al gran numero di bambini ci sono in un ospedale. Il pensiero che questi piccoli passeranno le loro vacanze tra queste mura bianche mi fa venire il vomito, vedere i loro genitori, magri e pallidi, sicuramente troppo stressati per pensare a qualcosa che non sia il loro pargolo mi fa girare la testa.
A voi potrà sembrare poco, ma vedere i loro bei visini illuminarsi all'arrivo dei loro idoli mi ha scaldato il cuore. Si accontentano di così poco: una stretta di mano, una foto, un autografo.
Anche loro sembrano più felici del solito, circondati da pargoletti adoranti che hanno espresso il desiderio di incontrarli almeno una volta nella vita. Quello più toccato di tutti è sicuramente Riccardo. Lui e Federico si sono letteralmente fiondati verso i più piccoli e adesso ne hanno in braccio uno a testa.
L'ex concorrente di Amici scherza e ride con tutti, cercando di riservare ad ognuno di loro le stesse attenzioni.
Nonostante però vedere Riccardo in mezzo a dei bambini sia una delle cose più dolci che esistano i miei occhi continuano a ritornare su Federico che è seduto su un tavolo di plastica rosa con delle bambine a prendere il tè.
È così bello, così giusto che ti verrebbe voglia di dargli un bambino perchè se lo porti via. Con ancora il neonato in braccio se ne sta lì, genuinamente interessato a quello che la piccola bambina con la testa fasciata gli sta dicendo. Lei gli si avvicina per dargli un bacio sulla guancia e gli tira la sciarpa, questo movimento fa si che il succhiotto che gli ho fatto questa mattina spunti come una macchia d'inchiostro sulla sua pelle chiara.
Il cantante si guarda intorno preoccupato. Con cura si risistema la sciarpa sperando che nessuno l'abbia notato.
Quanto mi piace sapere che sono stata io a farglielo.
Mentre sono ancora assorta nei miei pensieri sento qualcuno tirare la mia gonna. Abbasso lo sguardo ed incontro quello di un bambino biondo, con una mano tira la mia gonna mentre con l'altra stringe una coperta con su disegnate delle pecorelle azzurre.
Sento veramente qualcosa sciogliersi nel mio petto quando mi inginocchio per essere alla sua altezza.
«Qualcosa non va?» domando con gentilezza facendogli una carezza sui capelli.
«Devo chiedere un autografo!» m'informa il piccolino che sulla maglia ha una targhetta con su scritto 'Luca'. Gli sorrido.
«A chi?»
«A tutti!» esclama allargando le braccia «Ma ho paura.» mi lascio scappare un 'ooh' per via della tenerezza di questo bambino col faccino ricoperto di lentiggini, che tra l'altro mi ricorda un certo qualcuno.
«Come mai?» chiedo aggrottando le sopracciglia e portandomi le mani sui fianchi.
«Sono tutti così alti e grandi..» mi lascio scappare una risata e arriccio il naso divertita. Prometto al piccolo Luca di aiutarlo nella sua impresa. Il bambino sorride felice e mi allunga una mano pronto per partire alla raccolta di ogni autografo possibile.
***
«Allora vediamo chi abbiamo.» dico cercando di fare mente locale. Credevo che farsi fare un autografo fosse facilissimo, ma tra le foto della stampa e tutti gli altri bambini è davvero difficile destreggiarsi. Tra l'altro alcuni cantanti fanno i turni per andare a salutare anche i bambini inchiodati ai letti rendendo l'impresa ancora più ardua.
Faccio un sospiro di sollievo: ne mancano pochi.
«Sappiamo che Federico, Benji e Alessio sono a fare il giro nelle camere.» faccio mente locale, ci manca solo Thomas che la buona sorte ha voluto far entrare proprio ora dalla porta principale.
« Cucciolo di panda me la fai una firmetta qui?» urlo balzando davanti al bassanese e sventolandogli sul viso il block notes di Luca. Thomas preso alla sprovvista fa un salto e si porta una mano sul cuore, ma quando ritrova la calma fa una lunga dedica a Luca, si presenta e lo prende anche in braccio.
«Ci mancano solo Fede, Ben e Ale...» esulta il piccolo stringendosi al collo di Thomas
«Ci aiuti?» il cantante esclama un 'si' convintissimo e fa volare in aria Luca che delizia le nostre orecchie con una risata cristallina come il suono di cento campanelli natalizi.
Riusciamo a beccare Alessio mentre sta mostrando ad un piccolo pubblico adorante le sua capacità col pallone. Quando mi avvicino si schiarisce la gola imbarazzato e oserei dire che è anche... arrossito?
«Un autografo? certo, certo.» borbotta goffamente mentre i bambini protestano per l'interruzione.
Sto per riconsegnare il blocco a Luca quando una mano ferma il mio polso e porta i miei occhi a guardare chi è stato.
«Senti Emily, posso farti una domanda?» Marco sembra dire le parole a fatica, come se una timidezza che non mi aspettavo facesse parte di lui, gli impedisse di comportarsi spontaneamente.
Annuisco e gli sorrido, ma quando sta per aprire bocca dietro di me sento Luca urlare forte il mio nome perchè è finalmente riuscito a trovare Federico.
«Parliamo dopo, va bene?» mi dileguo ancora prima che il produttore mi possa rispondere.

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