Cap.58

170 12 0
                                    

Rimango sbigottita con l'anello a mezz'aria. Non ho mai sentito Thomas così infuriato.
Infilo il sacchetto nella borsa e faccio finta di niente, distogliendo lo sguardo.
Se gli dico che Fede mi ha dato non uno ma ben cinque anelli alla fragola potrebbe arrabbiarsi sul serio.
«Si può sapere cosa ti succede?» domando scocciata strattonando il ragazzo per una manica della giacca. Thomas si volta verso di me con lo sguardo pieno di rancore. Non mi aveva mai guardato così.
«Emily fammi il piacere.» dice cercando di liberarsi dalla mia stretta, alzandosi dal tavolo. Tuttavia io non lo mollo, ma anzi lo trascino in un posto appartato. I suoi sbalzi d'umore mi hanno stufato, adesso voglio una spiegazione!
Incrocio le braccia al petto e lo guardo come se lui fosse un ragazzino troppo vivace e io gli stessi facendo la predica. Cosa che, vedendo le nostre anagrafiche, potrebbe essere.
«Chi ti ha messo in testa queste stupidaggini?» mi riferisco al mio presunto 'flirtare' con Fede. Che poi non è proprio presunto, ma vabbè....
«Nessuno Emy, si vede e basta.» l'amarezza nel suo tono di voce mi lascia un po' perplessa. «Dici che non lo sopporti, ma gli sei sempre intorno, controlli che lui ti stia guardando, più o meno ogni cinque minuti, non te ne rendi nemmeno conto, ormai lo fai in automatico! Fai la bambina capricciosa solo perchè vuoi che lui faccia quello che vuoi tu. E per non parlare di quella macchia viola che gli hai lasciato sul collo.» mi schiarisco la gola e massaggio il collo in imbarazzo. Deve aver notato il succhiotto quando Fede è stato investito dalle bambine.
Cerco di trovare le parole giuste per una spiegazione che non ho, ma a quanto pare Thomas non ha ancora finito di parlare: «Io ti ho messo in guardia. Ho fatto di tutto per farti capire che ti meriti qualcuno che voglia te e solo te come...» all'improvviso come se fosse appena stato colpito da un fulmine chiude la bocca serrando con forza la mascella.
Lo guardo incuriosita.
Cosa stai cercando di dirmi Thomas?
Istintivamente la mia mano corre ad accarezzare il suo viso. Lui appoggia la guancia al mio palmo, come se agognasse quel contatto da tempo. Anche se so che mentire è sbagliato, e mentire ad un amico è ancora peggio, decido che non deve sapere della mia 'relazione' con Federico. Forse il suo è solo affetto nei miei confronti, immagino che non voglia vedermi soffrire.
Ma allora perchè le sue mani mi cingono i fianchi con così tanto ardore?
Solo adesso che ne sento il freddo ruvido contro la schiena, mi accorgo che Thomas mi ha spinto contro il muro, e che le nostre facce sono terribilmente vicine.
Mi sento a disagio. Non mi è mai capitato di sentirmi a disagio con lui, ma percepisco che c'è qualcosa che non va.
«Tra me e Fede non c'è niente.» inizio con incertezza, ma premurandomi di sbagliare il nome apposta. «Non so di cosa tu stia parland...» Thomas non mi lascia nemmeno finire la frase. Si è congedato con un debole 'mi stanno chiamando' e mi ha lasciato qui da sola, con una potente sensazione di inadeguatezza addosso a guardare un muro bianco.
Rimango a fissare il muro per ancora qualche minuto. Da quando sono venuta qui mi succedono più casini rispetto a quando stavo a Roma. E dire che qui non esco quasi mai mentre li non c'era festa cui non partecipassi.
Sbatto il palmo contro il muro e ci appoggio la fronte chiudendo gli occhi. Perché tutte a me?
«Stai male?» faccio un salto sul posto, presa alla sprovvista dalla voce di Federico. Mi giro e appoggio la schiena al muro, ci mancava solo lui, l'ultima persona con cui voglio parlare in questo momento.
«Non fare finta che ti interessi.» sbotto, troppo presa dalla rabbia per non rispondere male.
Fede fa una smorfia, ma nonostante io non sia stata gentile si avvicina a me, con ancora le collane di perle colorate al collo.
«Ero venuto a controllare che Rachele ti avesse portato i dolci. Non mi fido molto di quella bambina.» Il cantante fa finta di non essere stato offeso dalla mia risposta secca. Fa un cenno alla sala e si guarda intorno con fare sospetto, cercando di farmi ridere.
Alzo le spalle per evitare di rispondere. In questo momento riesco solo a pensare a Thomas e alle sue mani che mi stringevano come se fosse stato aggrappato a me.
«Sai, ehm.. uhm.. Volevo chiederti una cosa.. Io ne ho. Ne ho parlato con tuo padre, per la festa dico..» Finalmente volto lo sguardo nella direzione di Federico che sta cercando a fatica di dire una frase grattandosi la testa per nascondere l'imbarazzo. Alzo un sopracciglio non riuscendo a capire dove vuole arrivare.
«Non pensavo reagisse così, però sembrava entusiasta.. Ha detto che sarebbe fantastico per i giornali.» mi lascio scappare un sonoro sbuffo di disapprovazione.
« Rico vieni al punto. Ho litigato con Thomas non ho tempo da perdere con te.» Fede chiude immediatamente la bocca e vedo la sua mascella serrarsi come se stesse stringendo i denti con rabbia.
Continuo a guardarlo senza espressione, non capisco cosa voglia da me, non capisco cosa vogliano tutti da me.
«Perchè hai litigato con lui?» domanda con una punta di rabbia nella voce.
«Non ti riguarda.»
«Io dico che riguarda proprio me.» ribatte facendo un sorriso da cattivo.
Lo guardo fisso negli occhi, sono così stanca di lui, Thomas, Cristian, Mary, di tutti quanti. Vorrei solo andare a casa e dormire per dieci anni.
«Cosa ti ha detto?»
«Federico lascia perdere.» Mi stacco dal muro e gli passo accanto per tornare dai bambini.
«Cosa dovevi dirmi?» gli ricordo prima che me ne vada.
Federico ha gli occhi spenti e cattivi. Finge noncuranza battendo le mani e strofinandosele energicamente. «Niente di importante. Vai pure a parlare con Thomas.» mormora comportandosi come se niente fosse successo.
Gli faccio un accenno di sorriso e vado a cercare il cantante.
Appena ritorno nell'immensa sala ricca di decori natalizi (rigorosamente rossa e argento) la confusione è tale che io non riesca a vedere ad un palmo dal mio naso.
Tra venti minuti ce ne andremo, così i bambini in preda al panico si sono accalcati tutt'intorno ad ogni giocatore per strappare l'ultimo autografo della giornata.
Mi alzo sulle punte per vedere meglio, ma due ragazzini che corrono alla ricerca di Alessio rischiano di farmi perdere l'equilibrio. Per mia grandissima fortuna Marco stava passando di lì in quel momento e le sue mani grandi hanno impedito al mio naso di spappolarsi sul pavimento.
«Emily cercavo proprio te. Ti posso parlare ora?» appoggio una mano sulla spalla del ragazzo per mantenermi in equilibrio mentre torno sulle punte.
«Mmm mm.» gli do via il senza nemmeno guardarlo in faccia.
«Ho visto che Mary è venuta con te oggi, così mi sono chiesto come mai..»
« Marco hai visto Thomas?» domando senza prestargli la minima attenzione.
«No.» risponde immediatamente, anch'egli troppo preso dal suo discorso per dare retta al mio. «Comunque tornando a quello che stavo dicendo, volevo chiederti se lei ha in mente di rimanere e.. e..» all'improvviso il mio udito si fa più fino e la titubanza di Marco cattura tutta la mia attenzione.
«E?» erco di aiutarlo con un sorriso che vale più di mille parole.
«E.. e mi chiedevo se ti avesse mai parlato di me.» Lo sapevo! Per un attimo mi dimentico di tutti i miei problemi e riesco solo a pensare alle mie qualità da Cupido.
Saltello sul posto battendo velocemente le mani in preda alla gioia.
«Lo sapevo! Lo sapevo! Lo sapevo!» canticchio prendendo le mani di Marco per cercare di coinvolgerlo nella mia danza della felicità. Mi guarda con gli occhi spalancati e le sopracciglia aggrottate.
Mai nessuno che partecipi al mio balletto. Uffa.
«Cosa sapevi?» mi chiede quasi spaventanto dalla mia reazione. Non gli rispondo, piuttosto aguzzo lo sguardo in cerca di un foglio di carta. Su un tavolo accanto a noi vedo un plico di foto di Ben e Fede pronte per essere autografate, ne prendo una e rubo il pennarello indelebile lasciato da qualcuno li vicino.
«Allora pasticcino.» dico godendomi il rossore delle sue guance «Questo è il mio indirizzo di casa, Mary vive con me. Puoi venire a trovarla quando vuoi.» lo informo porgendogli la sua stessa foto.
Marco guarda per qualche secondo il foglio con un sorriso sognante, poi il terrore si impossessa dei suoi bei lineamenti.
«Ma sei sicura che mi vorrà vedere? Quando le ho chiesto di lasciarmi il suo numero non ha voluto e poi...» purtroppo per Marco proprio mentre lui parlava il mio sguardo ha intercettatto il ciuffo castano del mio piccolo Thomas, sicché le sue parole sono scomparse nella mia mente come una nebbiolina invernale.
;Ne sono certa! Tu vieni e basta.» lo rassicuro, concendendogli una abbraccio frettoloso per poter correre verso il mio obiettivo.
Quando raggiungo Thomas mi butto letteralmente tra le sue braccia, stringendolo fino a fargli male. In un primo momento è troppo sorpreso per ricambiare la stretta, ma è questione di una manciata di secondi prima che le sue braccia mi circondino la schiena.
«Perdonami!» dico con tono lamentoso e contorno di occhioni da cucciola.
«Oh Emy.» risponde rinnovando il nostro abbraccio e dandomi un bacio sulla guancia. Sogghigno al prurito causato dal suo principio di barba, a volte mi dimentico che non ha più di sedici anni.
«Scusami se sono stato così maleducato. Sono molto stanco ultimamente.» gli sorrido per fargli capire che il battibecco di poco fa ormai appartiene al passato.

You can change only one thing. || #Wattys2017 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora