''..pensò alla libertà e a cosa si dovesse fare per assaporarla, pensò anche alla vita e a come si potesse riuscir a vivere dopo aver visto la fine. ''
Era quasi mezzogiorno di una bella giornata di primavera, faceva un po' caldo ma tirava un piacevole venticello. Un paio di attenti occhi cristallini studiavano attraverso il finestrino ogni particolare del paesaggio che scorreva al loro fianco, ammirando il capolavoro del risveglio della natura. Quel giorno, giunse da oltremare la giovane Evelyn che aveva appena intrapreso un lungo e faticoso viaggio per tornare a casa, ad Essentia, un'isola sconosciuta ad ogni essere umano in cui le leggende si combinano con la realtà.
L'isola racchiudeva circa 40.000 abitanti e la città era divisa in quattro Alleanze, ognuna delle quali portava il nome dei quattro elementi naturali: fuoco, terra, acqua e aria. Gran parte delle persone possedeva dei doni che influenzavano l'elemento destinatogli fin dalla nascita. Tutti gli abitanti facevano parte di un unico grande flusso di energia, che non ha confini e che si manifesta in vari modi.
I ragazzi a partire dal compimento 10 anni di età venivano fatti risiedere nella loggia della propria alleanza, in cui venivano educati e predisposti al lavoro secondo la loro natura e ognuna era capeggiata da tre leader per segno spettante.
Questa divisione era stata creata centenni prima per stabilire l'armonia sull'isola ed evitare conflitti.
Evelyn aveva vissuto per anni tra gli Umani, comuni esseri senza alcun potere, ma dopo sette anni era stata richiamata per tornare finalmente nella sua terra madre, dove le persone erano fisicamente uguali agli Umani ma in grado di dominare un elemento primordiale e molte di queste possedevano più di un dono.
Ci fu un tempo lontano in cui le due specie riuscivano a coesistere, tuttavia con il passare degli anni, successe qualcosa che causò la rottura di questo equilibrio, già molto fragile, e da allora nacque Essentia, circondata dalle acque sconfinate e impenetrabili dell'Oceano.
L'autista, attraversò il lungo viale alberato che conduceva al suo imponente castello nonché sede del governatore, suo padre.
Non faceva ormai ritorno in quell'isola da quasi sette anni e vedere tutta la sua famiglia difronte al portone sotto l'ampio porticato, pronta ad accoglierla, fu per lei una grande gioia. Sette anni risultavano un'eternità, tant'è che non riusciva neppure a riconoscere la casa dove era nata. A lungo aveva atteso quel momento, immaginando le intere giornate da poter passate nel luogo in cui aveva lasciato una parte importante di sé.
Neanche il tempo di scendere dall'auto che si avvicinò in fretta il padre, aprendole la portiera.
<< Evelyn..finalmene! >> Un attimo dopo la prese in braccio facendola roteare calorosamente. Solitamente era una persona molto seria e autoritaria,ma quella mattina Evelyn pensò che doveva aver aggiunto troppo Brandy nella sua tazza di caffè.
<< Ohh papà! >> Dopo un po' si staccarono, osservandosi per un attimo come se il tempo non fosse trascorso, come se niente li avesse divisi per anni, con tutto l'amore che un padre e una figlia possono provare l'uno per l'altro.
Quell' abbraccio, durante il quale ripercorsero il loro passato incompleto, li rese vicini ma lontani con la mente, ricordandogli che purtroppo il tempo dei giorni felici era trascorso, rubandogli attimi irrecuperabili. Anni in cui l'aveva lasciata bambina, ritrovandola donna. Giorni nell'attesa di un conforto e altri nell'attesa di un abbraccio. Lasciando solo la consapevolezza che questo non potesse più essere raggiunto. Avrebbe voluto poter dire che dopotutto, in quel momento e dopo tutto quel tempo, che non le importava com'era andata la sua vita. In realtà al solo pensiero il tempo le rise in faccia perché le importava, le importava ancora molto, la sentiva come una piccola ferita che sette anni non erano bastati per far rimarginare.
I saluti proseguirono e suo fratello, James, le prese entrambe le mani facendo qualche passo indietro per osservarla meglio. Restò visibilmente perplesso un paio di secondi, era riuscito a vedere sua sorella al massimo una volta ogni anno. Ogni breve incontro era una fitta al cuore, uno sconvolgimento delle viscere, era il ritratto della madre perduta, il promemoria costante della perdita della sua presenza nella loro vita. Evelyn ogni anno diventava più intelligente, matura e padrona delle sue abilità ma lo rattristava molto non esserne per nulla coinvolto e così per andare avanti si doveva ricordare che questo 'abbandono' era per il bene di lei, per conservare la sua innocenza da un destino ostile. Erano tante le cose che avrebbe voluto raccontarle, tanti i segreti che gli schiacciavano il petto come macigni. Non desiderava altro che sbarazzarsene. Ma non poteva, non spettava a lui a decidere.
Fin da piccolo si rese conto che avrebbe maturato una bellezza divina e non lo pensava solo perché era il fratello ma ognuno, oltre a quel particolare, poteva scorgere nei suoi occhi una luce diversa e notare la creatura speciale che sarebbe diventata. Inoltre qualunque buon osservatore avrebbe notato, dopo un po', il forte magnetismo di cui è dotata capace di esercitare un grande potere di attrazione delle energie circostanti e ovviamente tutto ciò meritava di essere conservato e protetto.
<< Sorellina, ma sei diventata bellissima!>>
Evelyn cercò un modo per nascondere il suo imbarazzo e non trovò miglior soluzione che lasciarsi andare in una timida risata. Non amava i complimenti e non significavamo molto per lei, li apprezzava si, ma si trovava sempre in difficoltà poiché attiravano l'attenzione sulla sua persona, già abbastanza evidente. Lo definiva spesso un privilegio ingombrante.
Era una persona discreta, a cui piaceva passare inosservata, vivere la vita esaminando le cose da lontano. Tuttavia odiava passare per la ragazza bella fuori e senza cervello, e per forza ogni tanto aveva bisogno di tirar fuori la voce per farsi rispettare.
Il dono però di essere trattata come ogni altra persona non le veniva mai concesso. Ogni giorno che passava le era attribuita un' esuberante importanza e le attenzioni divenute eccessive la rendevano inevitabilmente preda della fastidiosa sensazione di superiorità che le urtava l'animo, poiché lei non si sentiva superiore a nessuno.
Al contrario il fratello era ben disposto a ricevere continue attenzioni. James, dominava l'Aria, perciò era molto estroverso, curioso e intelligente. Fisicamente asciutto, sovrastava la sorella di pochi centimetri, l'unico aspetto fisico che li rendeva simili erano i capelli color oro e gli occhi color zaffiro. Quel giorno come sempre, era vestito in modo impeccabile ed era ben evidente che molte ragazze pendevano dalle sue labbra. James aveva il dono di influire sullo spostamento degli oggetti nell' aria, compreso se stesso.
Evelyn aveva intrapreso il suo viaggio da Hainan, un isola a sud della Cina, dove ha potuto conoscere e approfondire le tecniche meditative per acquisire la giusta conoscenza del suo corpo e della sua energia vitale, per sviluppare al meglio il suo dono. Sin da piccoli i due fratelli sono stati ben educati su molteplici discipline, questo perché James raggiunta la legittima età rivestirà il ruolo più autorevole sull'Isola e sarà colui che prenderà il posto di suo padre mentre Evelyn ricoprirà il ruolo di consigliera.
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Essence of me
Fantasy..''Avete presente l'alba? La bellezza del sole che nasce dall'acqua? Ogni sfumatura t'incanta ma guardarla troppo può essere pericoloso. Mentre la luce brama la sua bellezza, lentamente conosci il rischio che lo sguardo bruci in essa. Era quello ch...