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Raccolse letteralmente il coraggio da terra. << D'accordo! Dammi qua.. >> Disse tutto d'un fiato, sottraendogli la canottiera dalle mani. Forse un giorno se ne sarebbe pentita ma in quel momento non poteva lasciarsi perdere quell'occasione.

<< Mh bene, puoi cambiarti lì dietro..Io ti aspetterò in acqua! >>

Si diresse con fare deciso, dietro il piccolo pannello di paglia che separava il resto dello spazio da una modesta doccia. I muscoli si opponevano ad ogni minuscolo movimento per la tensione e tentò di ricalibrare le sue emozioni.

Si era in una manciata di secondi già pentita della sua decisione.

Con il viso seriamente color porpora che poteva far luce, si sfilò i sandali e li pose difronte all'entrata. Successivamente cercò di togliersi il vestito nel modo più rapido possibile, poi lo lasciò aldilà del pannello. Si sistemò addosso la canottiera, la quale le arrivava poco sopra il ginocchio e si sorprese che la scollatura era insolitamente limitata.

Prese un lungo respiro, dopodiché a piccoli passi uscì dalla penombra.

Non appena sollevò lo sguardo andò a sbattere contro un muro invisibile. Il battito aumentò bruscamente, colpendo il torace con pugni martellanti e sordi.

In quel momento di un'unica cosa fu totalmente sicura, che a mandarglielo fosse stata una qualunque divinità di genere femminile.

Era volto verso di lei per metà. L'acqua gli lambiva i fianchi mentre il riflesso della luce sull'acqua faceva risaltare i duri e scolpiti addominali. Nei suoi occhi leggermente ambrati c'era lo sguardo tipico di un predatore.

Per un attimo guardò il suo torace costellato da marchi indelebili senza inibizione, vecchi tagli e cicatrici poco profonde risaltavano in modo stranamente perfetto sul torace finemente scolpito.

Era scioccata da quanto una cosa che l'aveva crudelmente segnato potesse stargli tanto bene, era puro nutrimento per gli occhi.

In modo incomprensibile i suoi piedi si mossero in avanti, guidati da un irresistibile richiamo. Per quanto fosse a disagio nel vederlo senza veli, non riusciva a distogliere lo sguardo.

Giunta di fronte ai tre piccoli scalini, esitò per qualche secondo. Colse il suo timore e allora le fece un sorriso incantevole e tentatore, a cui nessuno avrebbe potuto resistere.

Dopo qualche passo in avanti, l'acqua raggiunse la parte più superiore delle ginocchia. Chiuse per un momento gli occhi e nel buio, ascoltò il lieve gorgoglio dell'acqua che le serpeggiava attorno e individuò, in sottofondo, il suono dei loro intensi respiri e si deliziò di quella soave tranquillità.

Un lieve bagliore illuminava il corpo perlaceo di lei e i lunghi capelli sembravano fili d'oro e d'argento. Sul volto diafano si ergevano occhi straordinariamente azzurri, i quali erano colmi di una magia eterea quasi irreale.

L'improvvisato vestito rivelava una notevole porzione di pelle, manifestando pensieri scarsamente miti. Tutta la sua figura costituiva per lui un crudele incanto.

Le parole lasciarono il posto a uno scambio di sguardi di pari intensità.

Keyn allungò una mano verso di lei, incitandola a raggiungerlo al centro della grande vasca dove l'acqua raggiungeva un livello più elevato.

Lei si sentiva sentimentalmente disorientata. Si era, ripetutamente, da tempo dimostrata incapace di sottrarsi alla seducente energia che l'attraeva a lui e che generalmente l'aveva fatta sentire felice. Tuttavia ogni volta provava la spietata paura che lui non provasse le stesse sue emozioni e si sentiva addosso la pungente sensazione che lui da un momento all'altro potesse cedere ai vizi tipici della sua natura. La delusione che l'avrebbe poi accompagnata sarebbe stata l'esordio per un'infelicità pressoché permanente.

Evelyn ormai vittima di un deragliamento emotivo rinunciò a combattere i propri istinti e lo affiancò.

Lui attese con il cuore traboccante di speranza e timore l'accettazione del suo invito. Quando lei finalmente strinse la sua mano, il suo intero corpo fu percorso da un lampo che, scaturito da un solo tocco, divampava in un fuoco incontrollato. Il petto sovrumano di lui emanava un leggero folgore e il respiro si fece più energico. Con un fluido gesto l'avvicinò a se.

Il corpo di lei vacillò difronte a quell'emozioni sempre più profonde. Per quanto volesse sottrarsi da quell'energia spaventosamente troppo forte per resistervi, era ormai chiaro che la stessa forza che la terrorizzava la tratteneva lì.

Una domanda tra tutte la tormentava. Così senza troppi pensieri superflui, liberò il pesante fardello.

<< Ti sei mai..innamorato di qualcuno? >>

La domanda lo colse inevitabilmente alla sprovvista.

Cos'è che aveva detto? Se lui era mai stato 'innamorato'? Dopo una lunga risata interiore, pensò: No! Ed è sicuro come la morte!

Infondo neanche sapeva cosa volesse dire esserlo e non era sicuro di conoscerne gli esatti sintomi, eppure sapeva che gli stava succedendo qualcosa di strano.

<< Assolutamente no! >>

La sua risposta la confortava ma allo stesso tempo le fece provare anche il sapore amaro della delusione.

Percepiva il dispiacere che provava e lo fece andare incontro a qualcosa che avrebbe stravolto la loro storia.

<< Malgrado ciò, da alcuni di giorni una ragazza si è appropriata dei miei pensieri. Credi sia amore o ossessione? >> Accompagnò la domanda con uno splendido e infame sorriso.

Percepì il peso di quelle parole, tanto che ne fu travolta lasciandola così senza fiato e senza alcuna necessità di trovarlo. Gli occhi le si riempirono di uno strano luccichio e il suo cuore prese a fare le capriole.

Lui senza esitare allungò la mano libera verso il volto di lei. Mantenne gli occhi nei suoi e delicatamente sfiorò il suo collo fino a salire sotto il mento, la spostò in modo che lei dovesse alzare di più la testa. I suoi occhi si chiusero per un istante e lui desiderò tanto riuscire a sapere cosa stesse pensando. Nel frattempo fece scivolare la punta delle dita sulla mascella e l'attirò più a se.

Lei si sostenne con una mano sul suo petto. Fu come toccare una statua con l'evidente differenza di una pelle troppo calda, troppo ardente.

Lui con una muta domanda chiese con gli occhi ciò che non osava chiedere con le parole. Era uno dei momenti più intensi che avevano mai vissuto. Con un gesto di assenso allineò il corpo al suo. Interminabili vibrazioni si propagarono attraverso i loro corpi, trasmettendole ciò che nessuna parola avrebbe mai potuto fare.

Si sporse verso di lei e finalmente posò le morbide labbra sulle sue, inizialmente fu delicato ed esitante, ma infine le sue labbra si spogliarono di ogni insicurezza, imprigionandola in un bacio caldo e sensuale al sapore di menta fresca.

Lei dischiuse le labbra per accompagnare i suoi movimenti, regalandogli a sua volta un bacio dal sapore dolce e ipnotico.

L'energia del momento invase il corpo di lui diffondendo in ogni piccola parte un caos bollente come l'inferno.

Intanto, in lei, quel contatto manifestò l'emozione che pulsava sotto il suo petto e si propagava come un virus. Sperò oltremodo che anche lui ne rimanesse contagiato.

Fuoco e acqua danzarono in un bacio dalla durata eterna, che li rese partecipi di un senso di inappagabile completezza. 

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