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Trascorsi dieci minuti, raggiunse la nota statua, dove sotto essa era appoggiato un Angelo, un bellissimo Angelo.

Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata e quando lui alzò lo sguardo su di lei per un momento pensò che l'esplodesse. Il suo sorriso era quello che Hoshea le aveva fatto vedere, era strabiliante come un suo sorriso potesse farla irrimediabilmente ubriacare di lui. Bastò solo quello per far sparire ogni suo dubbio e paura.

Restò ferma per qualche minuto davanti a lui, osservandolo con fare disinteressato. Aveva indosso i soliti pantaloni neri, una maglietta nera e grigia con sopra un giubbotto di pelle scuro, aveva al polso un bracciale di pelle marrone con delle scritte illeggibili. Erano sufficienti i suoi occhi per far risplendere tutto il resto.

Keyn, non poteva realmente credere che sarebbe venuta. Una parte di lui sperava che avesse cambiato idea perchè non voleva trascinala nel covo dei figli di Efesto. Ma l'altra, quella capricciosamente irragionevole, fremeva così tanto per averla accanto che ogni alternativa veniva considerata assurda.

Viveva nel buio ormai da troppo tempo, fingere che ogni cosa gli sia indifferente e non avere nessuno che tiene veramente a te ti porta a chiederti, che razza di Esistenza è questa? Questo è sopravvivere e lui è sopravvissuto abbastanza, adesso gli si presentava la possibilità di vivere.

Si affidò alla speranza che il tutto si svolgesse nel migliore dei modi.

Ma se tutto ciò era folle, ancora di più lo era il fatto di quanto fosse tremendamente splendida con la mise da Battagliera. Il suo sguardo ricadde lentamente lungo il corpo.

Qualcosa di primitivo l'assediò a vederla vestita come loro, innocente ma sexy, un mix letale, il suo cervello iniziò a regredire all'età della pietra.

Il modo fluido e audace con cui accompagnava i movimenti del corpo, il quale era avvolto in un'aderente e turbida stoffa, era una spietata tortura. Per non parlare del suo sguardo ancestrale che segnava, irrimediabilmente, la sua caduta.

Sarebbe stato certamente maledetto, ma pensò che in fondo, guardare non era toccare, quello poteva almeno concederselo.

Tenne gli occhi fissi su di lei per tutto il tempo dovuto, con lo sguardo ammiccante. Prima di parlare si accorse di starsi mordendo leggermente le labbra e di quanto il suo autocontrollo fosse sull'orlo della perdizione.

Fece ricorso a tutta la forza di volontà che possedeva per ignorare le immagini che si erano evocate nella sua mente.

Si schiarì la voce. << Mh..Scusami, ci conosciamo? >>

<< Considerato che non dovrei essere qui, sarebbe meglio di no.>> Lo disse come se fosse una cosa di poco conto ma sollevò le spalle, cercando di trattenere un sorriso.

<< Devo ammettere che così quasi non ti avrei riconosciuta a prima vista...il nero ti dona!>>

<< Solo il nero? >> Faceva la finta offesa ma sotto sotto il commento era stato molto apprezzato.

Keyn adorava la sfrontatezza che certe volte lasciava trapelare. Era insolito, quasi sempre quelli delle altre Alleanze erano piuttosto sprovvisti di simpatia e altrettanto poco arditi.

<< Sei bellissima sempre.>> Le sorrise dolcemente e lei già faticava a restare in piedi, dopo il suo complimento sentì le gambe tremare e di lì a dopo cedere. Per fortuna allungò una mano alzandosi e stringendola alla sua.

<< Andiamo? >>

Si spostò accanto a lei e notò che fino ad allora se ne stava seduto su una strana moto nera. Come ho fatto a non notarla fin ora? Era stata distratta nuovamente da lui.

Essence of meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora