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Di lì a poco, avvertì la sensazione che qualcuno si sarebbe intromesso nei suoi quadri idilliaci . Di fatto quando si voltò i maggiori componenti delle Logge marciavano scuri in volto verso di lei, ovviamente suo Padre capeggiava sugli altri.

<< Devi seguirci subito. >> Detto ciò, si diresse in tutta fretta verso la parte destra più lontana della Reggia dei Battaglieri e dal luogo più colpito dallo scontro.

La maggior parte dei signori presenti le rivolsero un sorriso spaventosamente falso, si poteva infatti notare lontano un miglio che la loro apparente calma nascondeva pensieri ben definiti e privi di commozione per l'accaduto.

Il loro percorso durò pochi minuti, si spostarono vicino a una contenuta distesa di grandi rocce dove incastrata tra due particolari rocce dentellate era seminascosta una spessa porta.

Come si può immaginare era protetta da un incantesimo.

<< Metti la mano in quella fessura e entra subito all'interno! >>

Un po' titubante Evelyn ubbidì a suo padre e sentì subito una calda luce gialla avvolgerle la mano consentendo l'immediata apertura scorrevole della porta, fece un balzo in avanti e in fretta la porta si richiuse spingendola a proseguire al suo interno. L'ambiente freddo e buio non era per niente ospitale perciò si allarmò pensando volessero rinchiuderla, dubbio che si tolse subito con la riapertura della vecchia porta. Dopo l'entrata di un paio di altre persone la luce venne accesa rivelando un modesto rifugio ricavato tra la pietra. Al suo interno non c'era molto, sul soffitto erano posizionati tre lucernari mentre su un lato di una delle pareti più grandi c'erano una coda di lunghi armadi chiusi, su un altro delle semplici panche e su quello più vicino a lei un piccolo tavolo con alcune sedie.

Tutti i personaggi più di riferimento dell'isola si pararono difronte a lei e tra tutti i visi poco conosciuti si rivelò uno che avrebbe preferito non vedere in quella circostanza, non perché non lo volesse lì con lei, ma fu per il modo in cui la guardò, a lungo, che fece accelerare il suo battito. Non era uno sguardo come i soliti, ben si era uno di quelli che non vorresti mai voler vedere su una persona che ami, uno di quelli che dice: non sapevo chi eri fino ad oggi e tu non me l'hai detto. Per quanto si aspettasse l'arrivo di questo momento, come da copione, anche questa volta non era preparata.

Suo padre si schiarì la voce e si fece più avanti. << Credo che vista la situazione tocchi a me a prendere la parola. Dunque la maggior parte di voi sapranno già chi è Evelyn o l'avranno intuito visto l'inconfondibile uguaglianza con sua madre. Comunque dopotutto possiamo dire che a malincuore sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, magari non così in fretta e non con una rivelazione così teatrale...>> Sospese il suo discorso atono per qualche secondo per lanciare degli sguardi a Evelyn. << Tuttavia adesso siamo qua per stilare una linea difensiva dove saranno presenti ovviamente tutti i battaglieri, dobbiamo trovare una soluzione per allontanare il resto del popolo dallo scontro e poi...>>

<< Cosa?! Il tuo piano sarebbe portare al suicidio tutto l'esercito? Tu credi davvero che basteranno per arrestare quegli assassini? Cosa ne sai di quanti sono diventati dopo questi anni? >>

Dalla sua voce trapelò un filo di agitazione repressa mentre il resto dei presenti assisteva interessato.

<< So che il popolo è intoccabile e indifeso. Cosa pretendi che mandi a combattere gente che non sa difendersi nemmeno per se? Il tuo cerimoniale di poco fa potevi risparmiartelo, non sei tenuta ad intervenire in queste decisioni, non spetta a te decidere. >> Immancabilmente si preoccupò di scandire bene l'ultima frase.

<< Certo che sono tenuta ad intervenire, non ho scelto io tutto questo mi ci sono ritrovata dentro così come il resto dei tuoi cittadini. Credi se avranno una possibilità di proteggere la propria famiglia loro non la sfrutteranno? Morirebbero ugualmente e si sentirebbero ancora più impotenti.

Essence of meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora