Capitolo 2

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Arrivai al circuito con quasi un'ora di anticipo ma di Marc non c'era traccia, "meglio così, starò un po' in pace" pensai tra me e me, ma non ne ero del tutto convinta. Assorta dai pensieri non mi accorsi di essere davanti al box della Suzuki.

"Ho la capacità innata di mettermi nei guai, dovevo essere da mio padre almeno mezz'ora fa" pensai sbuffando.

"Hei,hai bisogno di qualcosa?" Un ragazzo alto con un accento spagnolo mi raggiunse. Aveva qualche lineamento simile a Marc, non era troppo alto, ma molto muscoloso.

"Oh no grazie stavo andando dal box della Yamaha" Risposi cercando di sembrare meno goffa possibile, fortunatamente lui non ci fece caso e mi sorrise.

"Sei una fan di Valentino o Jorge?" Mi chiese con curiosità. E' facile pensare che io sia una loro fan ,ho sempre ammirato Valentino, ma Jorge non più di tanto.

"Si più o meno.." Risposi frettolosamente io. Notai le sue mani che si sfioravano ogni secondo, probabilmente era in imbarazzo a causa mia.

"Io sono Maverick Viñales e tu?" Si presentò porgendomi la mano tremante.

"Io sono Eveline" Risposi sorridendo per cercare di rassicurarlo.

"Eveline? Eveline la figlia di Luca?" "Che gioia essere ricordata così." Pensai. Non sono solo sua figlia. Ho una mia personalità, una testa per pensare, e un carattere difficile da domare.

"Si sono io" Cercai di continuare a sorridere anche se ero palesemente infastidita.
"Tuo padre mi ha parlato di te, sai mi voleva in squadra" Rispose sistemandosi la zip della tuta...pensai che volesse torturare anche quella.

"Ah si? E che ti ha detto?" Chiesi curiosa. Mio padre non hai mai avuto un bel rapporto con i miei fidanzati, non poteva vederli, ogni volta che venivano a casa li metteva sempre a disagio.
"Che eri molto bella ma pensavo stesse esagerando e invece..." Le mie guance divennero talmente rosse che dovetti spostare lo sguardo verso l'entrata del box per non sembrare una ragazza alle prime armi.

"Grazie, sei troppo gentile" Lo ringrazia cercando di calmarmi.

"Nah sono solo sincero, resti qui a vedere la gara?" Mi chiese prendendomi la mano. Notai subito come fosse morbida, quando strinsi quella di Marc non mi sembrò cosi. Era ruvida, come se fosse piena di fatiche, frenate improvvise e forti.

"Si sai non ne ho mai vista una dal vivo, le ho sempre seguite in TV, non ho mai raggiunto mio padre nel suo lavoro ma quest'anno è diverso" Mi guardò interessato forse anche troppo interessato visto il poco tempo passato insieme. La prima cosa che vidi furono i suoi occhi, profondi. Li paragonai subito a quelli di Marc, i suoi però avevano la capacità di portarmi in un'altra dimensione, erano vivi.

"Beh direi che è una bella idea" Rispose sorridendo.
"Si, si fanno dei bei incontri" Sorrisi anche io. Avevo bisogno di incontrare una persona tranquilla oggi.

"Si bellissimi" "Questo ragazzo ha il potere di farmi sorridere senza parlare" Pensai.
"Io adesso dovrei andare o è la volta buona che mio padre mi uccide...allora ci vediamo dopo?" Gli proposi vedendo e constatando il mio ritardo di quasi un'ora.
"Certo quando vuoi" Rispose raccogliendo il casco da terra e avvinandosi per salutarmi.
"Allora a dopo" Lo congedai io.
"A dopo bellissima" Rispose rientrando nel box e prendendo la sua cartellina.

"Guarda che non ho intenzione di cercarti ogni minuto" Mi rimproverò mio padre iniziando a farmi la ramanzina per ogni singolo mio movimento fatto senza di lui.

"Papà! Da dove sei sbucato?" Risposi spaventata. Ho 22 anni, posso badare a me stessa.
"Da dove vuoi che sia sbucato? Dov'eri? Spero non insieme a Márquez!" Rispose con un tono di disprezzo. Ma perchè pensa sempre a lui?

IndestructibleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora