Capitolo 26

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~Marc's pov~
"Ehi, su svegliati!" Dissi scuotendo forte Sam. Passò tutto il pomeriggio a dormire sul letto della mia ragazza godendo di tutte le sue attenzioni. Questa storia doveva finire.

"Marc che succede?" Rispose infastidito. Oh quanto mi dispiacevo averlo disturbato dai suoi interessanti sogni..

"Che succede? Che succede? Succede che non ne posso più di te" Affermai stanco. Non stava rovinando sono la nostra relazione, ma anche la mia vita. Come andrò avanti senza di lei?

"Io non so se il mio amore per lei sia forte come il tuo, ma di certo so che i miei sentimenti sono veri!" Rispose. Che ha detto? I suoi sentimenti sono veri? Oh ma per favore! Se fossero stati così forti sicuramente avrebbe fatto di tutto per lasciarla all'oscuro di tutto, non includendola così tanto come stava facendo.

"I tuoi sentimenti ci hanno portati a questa situazione!" Risposi aggredendolo. Avrei voluto tanto picchiarlo, ma non potevo. Eveline non me lo avrebbe perdonato, era troppo attaccata a lui.

"Lei ancora non ha capito chi ha davanti. Non sono i tizi di prima, sono pieni di rabbia, rancore, sono persone infelici e pericolose. E' così dannatamente dolce che non riesce ad accettare il fatto che non tutti sono buoni" Rispose. Sorrise descrivendola. Cosa che facevo anch'io. Era davvero innamorato di lei, ma era mia.

"Lei dov'è adesso?" Domandai preoccupato. Era da un po' che non avevo sue notizie.

"È uscita. E' andata al cimitero per andare a trovare sua madre" Rispose. Come è uscita? L'ha lasciata uscire da sola! Gli presi il colletto della maglietta e lo alzai.

"Dammi l'indirizzo subito" Gli ordinai. Prese un foglietto e lo scrisse. Lo lasciai andare e lui tossì. Forse lo avevo stretto troppo. Scesi di sotto, presi la macchina e raggiunsi il posto. In dieci minuti arrivai e la cercai. La vidi lì davanti alla lapide di sua mamma con una foto in mano. Piangeva disperata.

"Amore..." Sussurrai accarezzandole i capelli.

"Come farò a venirla a trovare adesso?" Domandò piangendo più forte. Non potevo assicurarle che ce l'avremmo fatta, ma sicuramente ci avremmo provato in tutti i modi.

"Vedrai che staremo via per poco, questa situazione finirà e andrà tutto per il meglio, tornerai da lei" Risposi. Cercai in tutti i modi di rincuorarla, ma l'unica cosa che voleva fare era raggiungerla. Perché voleva morire? Aveva molte cose per cui lottare, specialmente noi. Credevo fossimo importanti per lei.

"Ma che puoi fare contro di loro? Fino a due ore fa ne ero convinta anche io, ma adesso mi sono resa conto davvero di chi abbiamo davanti" Affermò.

"Andrà tutto bene, torneremo insieme più forti di prima devi avere fiducia" Risposi.

"Marc, sai che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata?" Disse guardandomi negli occhi.

"Anche tu amore mio. Io non ho mai provato per nessuna quello che provo per te, è un amore che nasce da dentro. Un amore che non può essere fermato da nessuno, e sta a noi tutelarlo" Risposi baciandola. Non c'erano parole per descrivere quella situazione, solo i nostri sguardi possono farlo, solo noi possiamo capirci solamente guardandoci. Quando si calmò la presi per mano ed andammo a casa. Chiudemmo le valigie e le misi in macchina. Mi misi al volante e lasciai il padre di Eveline e Luca nei sedili posteriori. Mi sorpresi di suo padre, non si lamentò per nulla.

il viaggio per l'aeroporto in macchina fu caratterizzato da un silenzio quasi tombale, Sam dormiva , Luca pure ed Eveline immersa nei suoi pensieri guardando fuori dal finestrino. Tutta quella situazione la stava consumando. Sapeva benissimo che c'erano pochissime probabilità che la sua vita continuasse ,ma l'aveva presa meglio di quanto pensassi. Partire non era la soluzione, ma vedere i miei genitori, mio fratello e Dani la aiuterà almeno a passare piccoli momenti felici, per distrarla un po'. Arrivati davanti all'entrata scossi dolcemente Eveline per avvisarla del nostro arrivo. Accennò un sorriso e scese dalla macchina. Adesso l'unica cosa che potevo dire era "che Dio ci aiuti".

~Sam's pov~

Stavo rovinando la vita a tutti. Per prima ad Eveline. L'amavo, l'amavo davvero, ma era un amore malato per averla portata a questo punto. Quando eravamo più piccoli lei si prendeva sempre cura di me, anche se mi comportavo male, se la trascuravo, se tornavo a casa ubriaco, lei c'era sempre. Ed io come la stavo ringrazio? Togliendole la libertà. Non era tutta colpa mia, gran parte era ,perché se non fossero entrati nella mia vita, non saremmo a questo punto, però erano entrati dandole una drastica svolta. Pensai qualche volta di scappare o addirittura di sparire per sempre da questa terra, ma poi capii che avrei peggiorato le cose. E Marc? Andiamo la stavo rovinando anche a lui! Aveva una vita felice, una ragazza, una famiglia felice ,una carriera straordinaria e non aveva decisamente problemi economici. E invece io che avevo fatto? Avevo rovinato la sua vita togliendogli la libertà anche a lui, togliendogli la felicità. Ogni persona che veniva a contatto con me soffriva.. Non meritavo di vivere. Per tutto il viaggio preferii far finta di dormire per evitare lo sguardo triste e malinconico di Eveline, quello arrabbiato di Marc e quello curioso del padre. Ero felice che non sapesse niente di tutta questa storia, almeno non avrei tolto la felicità anche a lui. Il viaggio in aereo fu terribile, passai tutto il tempo a sentirmi male e a rimpiangere il giorno in cui ero entrato nella vita di Eveline. Qualsiasi cosa accada questi sensi di colpa non mi lasceranno mai.

"Allora..siamo arrivati, dobbiamo raggiungere l'hotel" Disse Marc facendoci strada.

"Ma si può sapere perché siamo già qua? Manca tanto tempo alla gara" Iniziò a lamentarsi Luca.

"Ehm...volevo vedere i genitori di Marc e non volevo lasciarti da solo.." Gli spiegò Eveline. La guardò diffidente ma non fece altre domande.

"Potete raggiungere l'hotel e aspettarci li, la prenotazione è a nome Márquez" Disse Marc dandoci l'indirizzo. Quindi avrei dovuto passare tutto il tempo da solo con Luca?

~Marc's pov~

Proposi ad Eveline di andare a casa mia, sarebbero stati tutti felici di vederla. Lei acconsentì. Quando arrivammo un odore di cioccolato invase le nostre narici. L'odore della mia torta preferita. Mia madre ci accolse calorosamente come al suo solito e Alex abbracciò Eveline. Dovetti litigare con mia madre per non mangiare la torna, si ostinava a non accettare che fossi a dieta. per uno sportivo è la cosa essenziale. In compenso costrinse Eveline e mio padre. Non aveva una bella cera, aveva gli occhi spenti e il viso pallido. Il viaggio l'aveva stancata molto, e tutte queste persone addosso non l'aiutavano. Le chiesi se volesse risposare e con sussurro rispose di sì. L'aiutai a salire le scale, ma neanche a metà iniziò a barcollare.

"Eveline cos'hai? Non riesci a stare in equilibrio" Dissi tenendola più stretta.

"Io..mi sento male..." Disse svenendo. La presi in braccio e la portai in camera mia. Chiamai subito un medico e aspettai con ansia che arrivasse.

"Amore perché non mi hai detto che stavi male? Non dovevamo partire!" Dissi abbracciandola. Non respirava ed era bianchissima.

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