Capitolo 40

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"Brenda? Che ci fai tu qui?" Chiesi sorpreso. Questa ragazza ha davvero un tempismo perfetto.
"Sono qui da molto in realtà, ho assistito a tutte le prove libere, ma non mi sono mai avvicinata a te. Appena ti ho visto a terra sono corsa subito, sicuramente non lo ricordi" Mi spiegò calma. Era cambiata dall'ultima volta che l'avevo vista, avevi i capelli di un biondo più scuro e il viso più sereno, era...più bella.

"No, non ricordo quasi nulla. Perché sei qui?" Le chiesi. Nessuno sapeva per motivi di privacy dove fossi ricoverato, salvo che Alex non abbia parlato...
"Volevo venire a trovarti già qualche giorno fa, ma ero combattuta dal farlo, così ho preso l'iniziativa e sono venuta oggi." Disse sorridendomi. Vedo nei suoi occhi che è seriamente preoccupata per me, però non è stano che sia comparsa proprio quando Eveline sta male.
"Mi fa piacere che tu ti sia preoccupata per me, come vedi, sto meglio." Le spiegai della mia operazione e accennai la storia di Eveline giusto per farle capire che nonostante tutto nel mio cuore c'era ancora lei.

"Lo farò sempre lo sai. Dove devi andare? Da lei?" Mi chiese con un tono sul fine ironico.
"Esatto, puoi accompagnarmi? So che è il momento peggiore per chiedertelo visto tutto quello che è successo tra noi tre, ma ho davvero bisogno di questo passaggio, non posso camminare" La pregai, ma lei non mi fece neanche finire la frase, accettò subito.
"Non c'è problema, vieni qua" Disse prendendomi un braccio. Lo mise dietro la sua spalla e mi aiutò a salire. Mi allacciò la cintura e salì anche lei.

"Grazie davvero, mi stai salvando la vita" Risposi guardandola.
"Lo Marc, lo so" Ribatté abbassando lo sguardo.
Per tutto il tragitto non ci parlammo. Lei guidava ed io guardavo fuori dal finestrino. A ogni chilometro in meno la mia paura aumentava. Cosa le avrei detto? Non posso chiamarla amore mio, baciarla, essere me stesso. Devo fingere di essere un estraneo. Perché il mondo ce l'ha con me? Cos'ho fatto di male per meritarmi questo?

"Marc siamo arrivati, vuoi scendere?" Disse Brenda parcheggiando.
"Sì, grazie ancora di tutto." Risposi alzandomi. Serrai i pugni per il dolore, sono pazzo lo so. Pazzo di amore per Eveline.
"Ti accompagnerei su ma non vorrei incontrare Daniel o non so...suo padre" Si scusò lei chiudendo la portiera.
"Tranquilla, piuttosto non vorrei che sia finito l'orario delle visite." Esclamai guardando l'orologio. Era tardissimo.

" Se è tardi, posso accompagnarti a casa tua o chiamare Alex" Si offrì lei.
"No, hai già fatto tanto per me, troverò una soluzione" Risposi sorridendole. So quanto le sia costato starmi vicino senza toccarmi, vedo nei suoi occhi che mi ama ancora, non posso approfittarmi della situazione.

"Marc, anche se tra di noi ci sono stati dei problemi, prima di quelli eravamo amici. So che vuoi mantenere le distanze a causa dei miei sentimenti, e fai bene, però voglio solo aiutarti come facevo una volta." Mormorò prendendomi la mano.
"Non voglio che tu soffra standomi vicino" Risposi abbassando lo sguardo.
"Non soffro mai quando mi sei accanto" Mi alzò il mento per far incrociare il suo sguardo con il mio ed io accennai un sorriso.

"Va bene, possiamo raggiungere questo indirizzo?" Le chiesi porgendole un foglietto. Dentro c'era l'indirizzo dell'hotel di Luca, dovevo assolutamente parlargli.
"Certo, però ti avverto che c'è traffico, ci vorrà un po'" Spiegò lei indicando la strada. Ok ci avremmo messo delle ore.
"Sì, al massimo dormirò" Risposi aprendo la portiera. Lei mi aiutò di nuovo a salire e partimmo.

Una volta accesa la macchina, Brenda mi fece qualche domanda giusto per parlare, poi rimanemmo zitti entrambi. Continuavo a pensare alle bugie di Alex, alla fuga di Sam, al dolore di Luca, e alle condizioni di Eveline. Non pensavo che sarebbe potuto davvero accadere tutto questo. Ho solo seguito i miei sentimenti, mi sono innamorato di lei. Non mi sarei mai aspettato una catastrofe del genere. Forse come dice suo padre nel nostro destino non c'è scritto di stare insieme, forse ci sta punendo, forse è giusto così. Pensai anche a Brenda. Nonostante tutto c'è sempre per me. Anche adesso, avrebbe dovuto mandarmi a quel paese per come l'ho trattata, invece è qui con me a portarmi dal padre della ragazza che amo. Sono sicuro che se fossi stato al suo posto non l'avrei mai fatto. Non avrei avuto il coraggio. Credo che sia l'amore che la faccia agire così. Anche perché se avesse seguito la testa, mi avrebbe spaccato anche l'altra gamba. Brenda frenò di scatto ed io sbattei, per fortuna piano, la gamba. Quasi piansi per il dolore.

"Marc scusami! Mio dio sono mortificata! Ho dovuto frenare perché sennò avrei tamponato quello davanti! Hai visto che manovra ha fatto? Ti prego scusami" Accostò la macchina e mi prese dell'acqua. Il dolore mi stava uccidendo.
"Tranquilla, passerà" Cercai di rassicurarla ma alla fine cedetti, piansi per il dolore e per la disperazione di quella situazione.

"Ehi..non fare così, vieni qua" Mi baciò la testa e mi asciugò gli occhi.
"Possiamo ripartire se vuoi, starò bene" Dissi chiudendo gli occhi per cercare di rilassarmi.
"Se vuoi possiamo fermarci e cenare, a stomaco pieno potrai prendere l'antidolorifico" Rispose prendendo la scatola delle pillole.

"Arriveremo tardissimo, non abbiamo tempo" Mi lamentai io.
"Posso scendere velocemente io e prenderti qualcosa, mangerai in macchina" Si offrì lei. Dovetti accettare per forza, il dolore stava diventando allucinante.
"Torno subito, e scusami ancora" Rispose baciandomi la guancia. Uscii dalla macchina e attraversò la strada. Non vidi dove andava, l'unica cosa che volevo fare in quel momento era staccarmi la gamba.

Non me ne andava bene una, ogni cosa doveva finire male. Presi il telefono e controllai il registro chiamate. 10 chiamate perse tutte da mia madre. Si sarà accorta della mia assenza? Adesso non ho tempo per le sue sgridate, so che ha tutte le ragioni del mondo, ma per adesso ho bisogno di essere lasciato in pace.

"Eccomi, ti ho preso l'acqua e qualcosa di leggero poiché sei a dieta" Appena chiuse la portiera mi venne da sorridere. Sa e si ricorda tutto di me.
"Si grazie mille, tu non mangi?" Le chiesi. Non aveva preso nulla per lei e oltretutto non mi aveva lasciato la possibilità di pagare.
"No, devo guidare." Rispose allacciandosi la cintura.

"Sappi che ti ripagherò tutto, benzina e cibo" Mormorai masticando la piccola cena.
"Lo vedremo, adesso mangia." Mi sgridò. Finì di mangiare, presi l'antidolorifico e mi addormentai.

-Brenda's pov-
Osservai Marc da lontano per tantissimo tempo. A volte assistevo alle gare solamente per vedere il suo sorriso soddisfatto sul podio. Sono così fiera di lui. Lo sono in tutti i campi. Essendo cresciuti insieme ho assistito a tutti i suoi cambiamenti, specialmente uno, da campione a fenomeno. E' rimasto quello di sempre, il solito ragazzo che ama la famiglia, i fans e la sua città. E questa è una delle tante cose che mi ha fatto innamorare perdutamente di lui. Prima di andare in ospedale non ero a conoscenza delle condizioni della sua ragazza, ci sono andata perché volevo vedere come stava. Quando lo trovai sul muretto nel parcheggio tutto stanco e sudato per la fatica fatta, il mio cuore fece una capriola, mi era mancato troppo. Non ci pensai un attimo, mi avvicinai a lui e gli proposi il mio aiuto. Stranamente si confidò con me, non disse molto, accennò qualche cosa su quello che lo turbava in quel momento. Quando mi chiese di accompagnarlo da Eveline per un momento esitai, non volevo vederla. I suoi occhi però mi stavano pregando e così accettai. Sapevo cosa voleva dire vedere la persona che ami quasi su punto di morire. Era la stessa cosa che avevo provato io vedendolo a terra. Arrivammo tardi e fui costretta ad accompagnarlo dal padre di lei credo. Quando iniziammo il tragitto, frenai all'improvviso a causa di uno stupido cui hanno regalato la patente. Gli feci male. Appena vidi una lacrima solcargli il viso mi sentì malissimo. Cercai di consolarlo in tutti i modi e di farmi perdonare, mi sentivo in colpa. Tenne le distanze ma si calmò. Gli offrì anche la cena, era il minimo che potessi fare. Mangiò e si addormentò. Quando finalmente dopo ore di coda arrivammo, non lo svegliai subito. Rimasi un po' ad ammirarlo. Quella sarebbe stata l'ultima volta così vicini, volevo godermela. Se solo si fosse accorto prima del mio amore per lui...se solo fosse rimasto a Cervera con me....

"Marc, siamo arrivati" Gli sussurrai all'orecchio svegliandolo. Fece dei versi di lamento ma alla fine si svegliò.
"Bene..mi aiuteresti a scendere? Ti giuro che dopo oggi non ti chiederò più nulla" Promise stropicciandosi gli occhi. Poteva chiedermi anche la luna. Gliela avrei data.
"Certo, puoi chiedermi quello che vuoi...siamo amici no?" Chiesi aiutandolo a scendere.

"Dobbiamo parlare di questa cosa, non credo che sia il momento e il luogo adatto." Mormorò lui.
"Hai ragione, io torno a casa adesso" Dissi accompagnandolo all'entrata dell'hotel.
"Ma è tardissimo. Casa tua è a un'ora e mezza da qua" Disse preoccupato.

"Tranquillo non è la prima volta che lo faccio" Lo rassicurai io.
"Ti pago io la stanza, resti qui" Disse. Effettivamente ero a pezzi, affamata e non avevo voglia di guidare fino a casa mia.
"Va bene rimango" Risposi sorridendo. Ero contenta che ancora dopo tanto tempo, anche se di poco, si preoccupava per me.

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