Capitolo 48

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-Eveline's pov-
"Sei innamorata di lui?" Mi chiese il dottore. Passai tantissimo tempo a pensare a cosa rispondere, non ero sicura dei miei sentimenti, non era amore, però attrazione sì. Ero curiosa di sapere com'era, ero felice ogni volta che lo vedevo, bastava un suo saluto per tranquillizzarmi.

"No, però voglio sapere che legame ho con lui" Risposi quasi ordinandolo.

"L'ora è finita, puoi tornare domani che continueremo" Disse dandomi un foglietto con delle domande. Lo presi e lo misi in tasca. Prima di uscire aspettai che si girasse e presi di nascosto una foto di quella donna e di Maverick, avrei cercato le risposte alle mie domande da sola.

"Va bene, grazie mille" Risposi uscendo. Appena varcai la soglia, Sam mi venne in contro.

"Com'è andata?" Chiese. Sentii a mala pena la sua domanda, ero troppo impegnata a cercare Marc. Perché non era più lì? Mi aveva lasciata?

"Bene dai, Marc dov'è?" Domandai. Lui alzò le spalle.

"Credo che sia andato a prendere una bottiglietta d'acqua" Rispose Sam.

"Ah va bene, andiamo? Non voglio stare più qui" Chiesi prendendo le mie cose. Lui acconsentì. Mi fece altre domande su cosa avessi fatto e cosa mi avessero chiesto, ma limitai i dettagli. Non avevo voglia di parlare con lui, avevo la necessità di vedere Marc. Lo cercai per tutti i corridoi senza curarmi delle continue richieste di Sam, possibile che non riusciva a capire come non m'importasse il suo discorso in quel momento? Girai almeno quattro corridoi, appena arrivai all'angolo del quinto, mi scontrai contro qualcuno. Mi ritrovai a un millimetro di distanza dal viso di Marc, le nostre labbra non si sfioravano per poco e i miei occhi erano incatenati ai suoi.

"Scusami, non ho visto dove andavo" Si scusò lui. Gli sorrisi, mi si annebbiò la mente, in quel momento c'era solo lui e la sua stramaledetta gentilezza.

"Non preoccuparti, ti stavo cercando" Risposi. Sentii il suo fiato caldo sul mio collo, il suo sguardo era fisso sulle mie labbra, se vuole baciarmi che lo faccia, non mi tiro di certo indietro.

"Com'è andata?" Mi chiese accarezzandomi la guancia. Mi stavo sciogliendo, un altro passo e sarei morta tra le sue braccia.

"Scusate, disturbo?" Chiese Sam con un colpo di tosse palesemente finto.

"No, ci siamo scontrati" Risposi staccandomi subito da Marc, lui mi guardò con una faccia stranita, forse non si aspettava una reazione del genere.

"Sì, non l'ho vista" Disse Marc.

"Vuoi che torniamo a casa?" Mi chiese Sam.

"Sì ma preferirei farlo da sola, devo schiarirmi le idee" Risposi. Sam ci rimase male e Marc mi guardò soddisfatto, era felice che gli avevo detto di no?

"Allora io vado, ci vediamo dopo" Mi salutò dandomi un bacio sulla guancia e se ne andò.

"Vuoi parlare con me?" Mi chiese Marc. Non volevo fare un torto a Sam poiché avevo rifiutato il suo aiuto, ma come si fa a dire di no a Marc?

"Sì, ma non qui. Andiamo in giardino?" Chiesi. Lui accettò. Mi afferrò la mano e mi portò in giardino. Sorrisi a quel gesto spontaneo, non si era accorto di avermela presa, infatti, la tolse subito. Uscimmo dall'ospedale e ci sedemmo in una panchina nel giardino di fronte.

"Vuoi raccontarmi com'è andata o preferisci parlare di altro?" Domandò. E' sempre così dolce e delicato con me, rispetta ogni mia scelta e non dice mai la cosa sbagliata.

"No, voglio dirlo. Mi hanno fatta sedere e ho sfogliato delle foto. Le prime erano con mio padre, Daniel e Sam. Dopo aver risposto ad alcune delle domande che mi avevano posto, sono passata alle foto più difficili.
Ce n'era una in particolare, era il mio diciottesimo compleanno. Eravamo io, mio padre e una donna. Non l'ho riconosciuta, ma quando l'ho vista, mi si è aperta una voragine nel petto." Risposi tirando fuori la foto e facendogliela vedere. Sgranò gli occhi. La conosceva?

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