Capitolo 61

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-Marc's pov-
Scesi dall'aereo verso mezzogiorno, chiamai Iris e le chiesi dov'era Eveline. Mi disse che era uscita e che potevo aspettarla tranquillamente a casa. Così feci. Appena entrai, mi sentii come a casa mia, tutto era pervaso da un profumo di vaniglia, in ordine e curato nei minimi dettagli. Aspettai Eveline per circa un'ora finché all'una finalmente arrivò. Appena mi vide spalancò gli occhi, era sorpresa di vedermi. Non mi diede addosso, si limitò a tartassarmi di domande.

Nei suoi occhi lessi che era felice che fossi lì, anche se cercava di mascherarlo. Le spiegai tutto nei minimi dettagli, doveva capire che non ero la persona che credeva lei, non l'avevo presa in giro e non avevo assolutamente intenzione di perderla. Mi disse le cose peggiori che potessi mai sentire, disse non volermi più vedere e che avrei continuato la mia vita meglio da solo.

Quando non mi sentii più in grado di sentire quelle stupidate la bloccai dicendole che l'amavo. Lei mi disse che ricambiava ed io la baciai. Tutto riacquistò un senso, il mio dolore era svanito, cresceva in me il desiderio di averla. Lei approfondì il bacio fino a sdraiarsi su di me. Ci staccammo per prendere fiato e si allontanò subito. Le sue guance divennero rosse e si scusò per quello che aveva appena fatto. Per distogliere l'attenzione dal bacio e farla sentire a suo agio le diedi il regalo. I suoi occhi s'illuminarono alla vista del bracciale. Sapevo che era una delle cose che le mancavano di più, ed io ci tenevo a dargliela.

"Dove l'hai trovata?" Domandò mettendoselo. Lo ammirava e sfiorava come se fosse la cosa più bella di questo mondo. Ad ogni perla sfiorata, il suo sorriso cresceva. È così dannatamente bella quando è felice.

"Era a casa mia, sicuramente l'avevi dimenticata quando sei venuta da me" Spiegai. Lei mi guardò perplessa.

"I tuoi genitori mi conoscevano quindi..mi accettavano?" Chiese. Presi il telefono e le feci vedere delle foto loro.

"Ti adorano, proprio come me" Risposi baciandole il naso. Lei si accoccolò tra le mie braccia e mi accarezzò la schiena.

"Marc sono combattuta. Non so cosa fare" Disse sconsolata. Le accarezzai i capelli e la strinsi a me.

"Fai quello che ti dice il cuore" Le consigliai. Ero sicuro che il suo cuore voleva darmi una possibilità, dovevo fare fede su quello.

"Da una parte vorrei che stessimo insieme, dall'altra voglio prima ricordare tutto e poi dedicarmi completamente a te" Affermò. Non capisco perché insiste con questo, se mi ama e ha capito chi sono, perché non può vivermi e basta.

"So che adesso sei un Eveline diversa da quella che ho conosciuto io, però quando ami, accetti tutto dell'altra persona" Dissi. Avevo accettato tutto di lei, anche se ci sono dei lati che non mi piacciono. Amo tutto di lei, non può fare lo stesso anche con me?

"Però io non voglio farti soffrire, magari prima mi comportavo in un modo e adesso in un altro. Sto vedendo la vita da un'altra prospettiva, voglio essere più libera e vivere a modo mio" Mormorò. Con me ha sempre fatto quello che voleva, l'ho sempre lasciata libera, non credo che si sia mai sentita in catene.

"Con me puoi fare tutto quello che ti senti, purché non mi lasci" Sussurrai. Non m'importava se la mia dignità era ormai persa, sarei restato lì a supplicarla finché non avesse detto di sì.

"Non ti seguirò alle gare, staremo molto tempo lontani, le persone che avremo accanto ci influenzeranno, come ti ho già detto, ho bisogno di stabilità" Ripeté. Anch'io avevo pensato a questo fatto della distanza, ma non lo vedo come un problema. Stare troppo attaccati fa male alla relazione, sono consapevole che conoscerà tante persone nuove, ma se il suo cuore appartiene a me, non ho di che preoccuparmi.

"Ma se ci tieni davvero a me, non importa la distanza, non dico che devi seguirmi sempre, però possiamo trovare il modo di vederci" Suggerì. Ormai ci si può sentire sempre, ci sono mille modi per restare in contatto. Queste sono delle scuse per mascherare la sua paura. Non vuole buttarsi, in questi mesi non ha vissuto, si è sentita sola, e adesso vuole stabilità. Non è sbagliato il suo pensiero, vorrei la stessa cosa al suo posto, solo che una volta ero io la sua stabilità.

"Non saresti felice con me, non puoi vedere la tua ragazza una volta ogni due settimane"
Proferì. Anche se viene con me a ogni gara, non ci vedremmo lo stesso, sto tutto il giorno al circuito, ci sarebbe la sera e basta. Perché non si lascia guidare dal suo cuore, sta prevalendo la testa adesso. Sono estremamente geloso di lei, però sto accettando questo compromesso pur di averla, non le basta?

"Ammetto che ci sono dei mesi in cui ho 3 gare di seguito, ma per il resto sono libero." Spiegai. Per i piloti è davvero difficile portare avanti una relazione, figuriamoci quelli che sono sposati. Ho rinunciato tante volte all'amore per la carriera, quest'anno ho incontrato lei, non commetterò lo stesso sbaglio.

"Io ho l'università, e forse anche un lavoro, non posso lasciare tutto" Dichiarò. Si è creata una vita qui, non sapevo avesse tutti questi progetti. Non posso convincerla a seguirmi, anche perché non è quello che voglio.

"Posso lasciarti del tempo per pensare, mi dirai tu cos'hai deciso" Affermai infine. È inutile continuare a parlarne. Se mi ama davvero come dice, deve buttarsi e fidarsi di me. Se non lo farà, vuol dire che ho sbagliato tutto con lei.

"Non è giusto che decida da sola" Mi fermò. Prima organizza la mia vita senza di lei e poi dice che non può decidere da sola. Se non fossi così innamorato la considererei addirittura pazza.

"Per me la risposta è sì, dovunque purché insieme" Ribadì. Pendo dalle sue labbra, aspetto con ansia quelle parole uscire dalla sua bocca. 'Si Marc, proviamoci'.

"Cambiando argomento..puoi dirmi chi ha detto di venire?" Chiese. Adesso come minimo ucciderà me per non averla ascoltata, Iris e Sam per avermi chiamato senza avvisarla. Poi farà pace con tutti, perché non riesce a tenere il broncio a nessuno, e infine abbraccerà tutti dicendo che siamo le persone più importanti della sua vita.

"Sam" Dissi. Lei mi guardò stupita. Neanche io avrei mai pensato che mi chiamasse, e invece l'ha fatto. Credevo che fosse innamorato di lei e invece mi sbagliavo.

"Sam? Davvero? Pensavo vi odiaste"
Affermò. È proprio evidente allora. Io non lo odio, stando con lei ho cambiato completamente modo di vedere la vita, lei è sempre dolce, buona con tutti...ho pensato di perdonarlo. Alla fine si è rinnamorata di me, quindi non c'è motivo per odiarlo.

"Devo ammettere che varie volte mi ha aiutato, forse è un modo per chiedermi scusa" Dichiarai sorpreso delle mie stesse parole.

"Credo che si stia innamorando di Iris, si guardano in modo strano" Esclamò felice per i suoi amici. Iris è una bella ragazza e Sam..beh è quello che è. Però sono carini insieme.

"Meglio così, non dovrò più essere geloso" Le sussurrai baciandole la guancia. Lei fece sfiorare i nostri nasi e mi sorrise.

"Eri geloso? Davvero? Non l'avevo capito" Mi prese in giro. Lei non era gelosa quanto me, questo devo ammetterlo. Forse perché è sicura di se stessa, non si fida fino in fondo, però è sempre stata una ragazza con la testa sulle spalle.

"Non prendermi in giro, lo sono perché ti amo" La spinsi. Lei fece lo stesso.

"Anche io ti amo" Mi baciò. Le sue dolci labbra accarezzavano lei mie ed io ero estasiato dal loro sapore. Come può rinunciare a tutto questo, a com'è con me, a com'è spensierata, a com'è felice. La paura non può essere più grande dell'amore che ci lega.

"Adesso è meglio che vada, voglio che tu prenda una decisione al più presto" Mi alzai. Non volevo influenzare la sua scelta, una volta fatta non doveva pentirsi.

"Grazie, dove andrai?" Domandò. Scrollai le spalle.

"Troverò un posto, non preoccuparti" La tranquillizzai. Ho in mente di chiedere a Sam un piccolo favore, dopotutto credo che sia disponibile a farmelo..

"Ti sbloccherò su whatsapp, e ti chiamerò quando avrò deciso" Promise. Annuì e l'abbracciai.

"Fa con calma, ma scegli bene" Le sussurrai fra i suoi capelli. Fummo disturbati da un colpo di tosse finto. Ci staccammo immediatamente e trovammo Iris e Sam con ogni sognanti che ci fissavano.

"Siete tornati insieme!" Esclamò Iris battendo le mani. Magari fosse tutto così semplice..Non smetterò mai di ringraziarla per tutto quello che ha fatto per noi.

"Perché lo avete chiamato? Non mi ascoltate mai" Disse Eveline facendo finta che essere arrabbiata. Iris e Sam si guardarono e poi iniziarono a gesticolare cercando scuse valide per spiegare il loro comportamento.

"Beh pensavamo che aveste bisogno di un aiuto" Si giustificò Iris.

"Siete i migliori amici che una persona possa avere" Disse Eveline correndogli incontro.

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