Capitolo 18

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~Eveline's pov~
Parlai molto con mio padre al suo arrivo. Con sorpresa riuscì a consolarmi, passammo una serata tranquilla insieme. Gli dissi addirittura 'ti voglio bene' una cosa che non facevo da anni. Volevo fargli capire che nonostante tutto ci sarei stata per consolarlo, e lui fece lo stesso. Ordinammo una pizza e mangiammo davanti alla televisione proprio come facevamo quando ero piccola. Il pensiero di mia madre non mi abbandonava, ma per fortuna un po' di dolore si era dissolto. L'improvvisa apparizione di Sam non mi sconvolse più di tanto, ero felice che stesse abbastanza bene, ma non riuscì a tirarmi su il morale. Mi scrisse qualche messaggio ma gli risposi a monosillabi, non avevo voglia di parlare. L'unico messaggio interno forse fu quello in cui gli scrissi che potevamo benissimo essere amici, ovviamente rispettando la presenza di Marc e mantenendo le dovute distanze. Anzi, a proposito di Marc, gli scrissi ma non rispose. Decisi così di chiamarlo, avevo bisogno della sua buonanotte prima di dormire.

"Sono Brenda, una sua carissima amica di Marc, chi parla?" Disse una voce femminile. Al sol sentire le stupidate che diceva mi si rizzarono i peli. Carissima amica? Così cara da sostituirsi a lui? Meno male che avevo detto a Marc di non starle troppo attaccato in mia assenza, mi aveva ascoltata appieno.

"Sono Eveline, mi passi il mio ragazzo?" Domandai enfatizzando l'ultima parte. La sentii sospirare, avevo centrato il colpo. Con la storia di mia madre non potevo pensare anche a lei vicino al mio ragazzo, troppe batoste da sopportare.

"Non c'è, è andato di sotto a prendere la cena, mangiamo insieme in camera sua" Rise. Cosa c'era da ridere? Se fossi in lei riderei di meno, visto che alla fine non aveva nessuna possibilità con lui. Marc mi mancava come l'aria, in questo momento volevo sentire le sue braccia forti circondarmi il busto, essere avvolta dal suo calore e dormire fra le sue braccia sento il suo cuore battere. E invece mi ritrovavo lì a parlare con la sua migliore amica.

"Vattene da lì" Dissi di getto. Ero stanca di parlare con lei. Perché non si era portato il telefono? Se avessi fatto una cosa del genere a quest'ora, non mi avrebbe più parlato. Non è giusto che io debba sopportare la sua presenza nella mia relazione. Ah, adesso capivo come si sentiva Marc vedendo Maverick. Effettivamente, non potevo biasimarlo.

"Aspetta, tu non mi dici cosa posso o cosa non posso fare, tanto meno se sei dall'altra parte del mondo. Marc mi ha detto che sei in Italia, brutta mossa tesoro, io resterò fino alla fine della stagione" Affermò con cattiveria. Ma davvero stavo litigando con lei per telefono? Tutte energie sprecate. Se era davvero con lui avrebbe potuto raccontargli di tutto, fargli il lavaggio del cervello e allontanarlo da me, è inutile che perda tempo. Volevo sentire il mio ragazzo, non soffrire ancora più di prima. Prima di mandarla a quel paese mi comportai come una persona matura e la ignorai. Prima che potesse aggiungere altro riattaccai. Se Marc mi ama davvero quanto dice, non cadrà nelle sue avances.

~Marc's pov~

Presi due pizze e le ho portai in camera, sapevo che Eveline non sarebbe particolarmente d'accordo con mia scelta di cenare con Brenda ma era da sola ed era venuta solo per me, mi dispiaceva lasciarla sola. Quando arrivai in camera notai Brenda con in mano il mio telefono. Con le labbra disse che era Eveline, ma appena lo presi riattaccò. Riprovai a richiamarla ma c'era sempre la segreteria. Cercai in tutti i modi di non farmi dei film mentali su cosa le avesse detto, non volevo credere che fosse cattiva. Non lo era mai stata

perché avrebbe dovuto iniziare ora? Riprovai a chiamarla 4-5 volte, volevo solo sapere se stava bene e se tra di noi era tutto come prima. Mi sentivo in colpa per la sua presenza nella mia stanza, forse era un passo un po' azzardato. Se uscisse a cena con Vinales probabilmente la lascerei. Cercò di tranquillizzarmi dicendomi che sicuramente era stanca per il viaggio ed era per questo che non mi rispondeva. Forse era davvero così, però conoscendo Eveline non credo proprio. Mi aveva messo davanti a tante cose, non credo mi lascerebbe così in ansia, solo per la stanchezza.

~Eveline's pov~

Iniziò un altro giorno peggio di quello precedente .Sarei andata di nuovo da mia madre a farle compagnia, almeno mi sarei sfogata con lei. Marc mi richiamò almeno 5 volte ma non avevo nessuna voglia di parlare con lui, lo richiamerò dopo. Decisi di chiedere Sam di accompagnarmi da lei, non me la sentivo di andare da sola. Io e mio padre ci organizzammo i giorni per le viste, di mattina io e il pomeriggio lui. Sam non se lo fece ripetere due volte, accettò subito. Gesto che non mi stupì. Mi portò all'ospedale, e aspettò che uscissi dalla camera. Mi dispiaceva usarlo e illuderlo così, però lui era l'unica persona fidata che avevo lì con me. I miei vecchi amici erano scomparsi, con il fatto delle gare non vedevo più nessuno. Poche persone erano rimaste al mio fianco. Era proprio vero che al momento del bisogno sparivano tutti. Credo che la storia di mia madre e il mio cambiamento li spaventi. Non sono più l'Eveline spensierata che conoscevano loro, sono più donna adesso, e ho probabilmente delle responsabilità che loro non si sognano neanche di assumere. Quando uscii dalla camera Sam mi accolse con un abbraccio, anche se non ero triste. Vedere mia madre non mi fece male come la prima volta. Forse piano piano mi stavo abituando a quella vista. Gli raccontai la storia di Marc e della sua presunta migliore amica, lui come sempre mi disse' se hai bisogno ci sono lo sai'. Non credo che avrei fatto lo stesso. Quando finalmente l'argomento della conversazione si spostò su di lui mi squillò il telefono. Non guardai chi fosse prima di rispondere, grosso errore.

"Amore mio! Finalmente, come stai? È successo qualcosa?" Mi domandò Marc dall'altro capo del telefono. Involontariamente sorrisi sentendo la sua voce. Mi era mancata, tutto di lui mi manca. Cercavo sempre di fare la difficile, non volevo che si imponesse su di me. Alcuni suoi comportamenti non mi piacevano, ma sapevo che se mi avesse chiesto scusa con quegli occhi che tanto amo difficilmente non lo avrei perdonato.

"Devo spiegarti cosa è successo ieri, non è come credi tu davvero, l'ho ospitata solamente perché è da sola qui, abbiamo mangiato e parlato un po'" Aggiunse non avendo mie risposte. Sinceramente non avevo una risposta.

"Ha dormito li?" Chiesi solamente. Lui iniziò a parlare freneticamente cosa che faceva sempre quando era nervoso, iniziava a dire una raffica di parole pur di farsi capire e perdonare. Mi spiegò che passarono la notte insieme lei nel suo letto e lui sul divano. Io non avrei mai permesso a qualcuno di dormire nel mio letto, specialmente se la sera prima era stato occupato da me e Marc. Doveva conservare il ricordo della nostra ultima notte, non sostituirlo con quella finta bionda.

"Mia madre mi ha mentito, ha un ictus, non le arriva il sangue al cervello per questo ha quei forti mal di testa. Non è una cosa curabile, ha un mese di vita. Scusami ma non ho la testa per pensare anche a Brenda che tenta di rubarmi il ragazzo" Risposi. Avrebbe potuto darmi mille spiegazioni a telefono, ma solo guardandolo negli occhi lo avrei creduto. Sospirò più volte. Conoscendolo si starà muovendo avanti e indietro per la camera, con il telefono nella mano destra e quella sinistra impegnata a grattarsi la nuca. Come lo conoscevo bene.

"Amore tu giuro faccio questa maledetta gara e vengo da te" Affermò. Mi chiese scusa mille, mi promise di arrivare il più presto possibile . Ma la verità è che avrebbe dovuto essere già qui. Non potevo fargliene una colpa, non aveva deciso lui il calendario delle gare e non può assentarsi. Però non è altrettanto facile affrontare tutto questo sapendo che il tuo ragazzo è a mille chilometri da te e condivide la stanza con un'altra donna. Mentre parlavamo sentii una voce di sottofondo e ci avrei scommesso, era Brenda. Gli chiedeva se avesse visto la sua maglietta, ed io pregai tutti i santi affinché non fosse nuda, in tal caso li avrei mandati tutti e due a quel paese. Presa da un momento di rabbia quando Sam mi chiamò per salire in auto e portarmi a casa dissi a Marc che l'avevo visto, ma poi attaccai. Lui era un pilota famoso, molte ragazze anche in mia presenza lo fermavano e lo abbracciavano, cosa che mi dava molto fastidio, ma infondo le capivo. Anch'io vorrei abbracciare o anche solamente sentire il mio idolo che mi saluta. Brenda non mi piaceva, nascondeva qualcosa. Era doppia faccia. Con me vipera e con lui un angelo. Mio padre invitò Sam a cena, ma io non rimasi con loro, sali in camera mia. Con San andava tutto benissimo, avevamo recuperato l'amicizia che c'era tra di noi prima di fidanzarci, e in questo momento non potevo desiderare altro. L'indomani dopo la gara avrei rivisto Marc, e sicuramente avremmo avuto molte cose da chiarire. Sentii dal piano di sopra suonare la porta più volte, ma nessuno la aprii. Feci qualche urlo dal piano di sopra invogliando mio padre ad andare, ma non si mosse. Decisi di scendere solo perché a avevo fame e già che c'ero avrei potuto cenare. Scesi le scale di fretta e andai ad aprire la porta. Non potetti credere a quello che vidi.

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