Capitolo 45

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-Marc's pov-
Dopo aver discusso con Sam, tornai in camera per scaricare un po' di rabbia accumulata. Vinales. Quello stupido si stava avvicinando di nuovo a lei. Ovviamente non si è fatto scrupoli a utilizzare questa situazione per riconquistarla. Quello che ancora non aveva capito e che non ci riuscirà mai finché io vivrò. Sbattei la porta e mi buttai sul letto. Povero amore mio, tutto quello che sta passando, vorrei che fosse accaduto a me. Non so come avrei reagito, lei è abbastanza tranquilla, forse perché è proprio così di carattere. Mi rialzai e preparai tutto per fare un bel bagno caldo, avevo bisogno di rilassarmi. Appena passai nei dintorni della porta per prendere i sali da bagno sentii il cuore battermi forte. Pensai che fosse per la rabbia o perché ero nervoso, ma la mia mente mi ordinò di aprire quella porta. Quando lo feci, trovai Eveline di spalle intenta ad andarsene. Le afferrai un braccio e la condussi verso di me. Ci guardammo intensamente per qualche minuto, ero sorpreso di vederla. La invitai a entrare e lei accettò. Mi fece varie domande tra cui una che mi lasciò spiazzato.

"Può essere una domanda troppo diretta però...Cosa sei tu per me? Voglio dire, cos'eravamo prima che avvenisse il mio incidente? Non ricordo com'è avvenuto, ma sento che mi mancano delle persone e voglio cercare di recuperarle tutte. Sei una di quelle?" Chiese. Non seppi cosa rispondere. Non potevo dirle la verità.

"Noi siamo amici. Non posso dirti altro, devi ricordarlo da sola" Risposi alzandomi. Non dovevo guardarla negli occhi, non sarei riuscito a mentirle.

"Quindi non mi odi?" Domandò preoccupata. Eveline, io muoio di amore per te.

"No, chi ha fatto pensare questo?" Chiesi tornando a sedermi vicino a lei. Presi il lenzuolo e iniziai girarlo fra le mie dita.

"E' per quello che ti ho raccontato, volevo solo sapere se era così o no" Rispose sorridendomi. Era bellissima. Indossava un abito bianco, scarpe col tacco e sul viso un velo di trucco. Se non fosse già stata la mia ragazza, avrei fatto di tutto affinché lo diventasse.

"Tra di noi va tutto bene, certo sono un po' offeso perché non ti ricordi di me, ma passerà" Risposi prendendola in giro. Lei ci rimase male, dal suo sguardo si sentiva in colpa.

"Mi dispiace davvero, ci sono molte persone di cui non ricordo nulla, cercherò di farlo al più presto" Promise. Le accarezzai la guancia, ma si scostò. Non pensai prima di agire, non avevamo contatti da quasi due settimane, era impossibile starle così lontano.

"Scusami, mi è venuto spontaneo" Mi giustificai. Lei alzò le spalle come se non le importasse. Non le aveva dato fastidio il mio gesto, solo che non se lo aspettava.

"Tranquillo, capisco che questa situazione sia difficile per tutti" Disse. La mia Eveline sempre comprensiva con tutti è rimasta.

"Per alcune anche di più" Mi lasciai scappare. Per fortuna lei non disse niente.

"Posso farti un'altra domanda?" Chiese torturandosi le mani, era nervosa quanto me, questo vuol dire che la mia presenza un po' le fa effetto.

"Certo" Risposi io.

"Perché sei triste? Ti ho incontrato poche volte in questi giorni, ma avevi sempre uno sguardo addolorato, è colpa mia?" Domandò prendendomi le mani e stringendole fra le sue.

"No, non è cola tua. Sono solo stanco, mi fa male la gamba e non è un momento facile per me" Risposi cercando di sembrare convincente.

"C'è qualcosa che posso fare per farti stare meglio?" Chiese. 'Stammi vicino fino a togliermi il fiato' pensai.

"No, tranquilla. Sono un ragazzo forte e mi riprenderò." Risposi sforzando un sorriso.

"Lo so che sei forte, però non piace vedere i tuoi occhi tristi. Hai un sorriso stupendo, usalo più spesso" Pronunciò. Continuavo a guardarla come se fosse la cosa più bella di questo mondo. I miei occhi vivevano per guardarla. Era il ritratto della bellezza, di tutte le qualità migliori che esistano.

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