Capitolo 6

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Eveline's pov
La mia vita stava procedendo come previsto, da quando Marc si era allontanato da me, tutto andava abbastanza bene. Maverick non si era fatto più sentire, io e mio padre avevamo sistemato il nostro rapporto padre e figlia, e finalmente mi sentivo orgogliosa di me stessa. Quando lo trovai a casa mia per poco non mi presi un colpo, è stato difficile rivederlo. Avrei voluto urlargli tante di quelle cose, giusto per fargli capire come fossi stata tutto questo tempo senza di lui, un vero schifo. Non si era fatto sentire per settimane rispettando la mia decisione. Io infondo non volevo quello, credevo che fosse la soluzione migliore, ma mi pentii. Mi mancava ogni giorno sempre di più. Avrei voluto tanto essere la sua ragazza, però sapevo che gli avrei fatto un torto. Non mi ricordavo nulla di noi due insieme, volevo prima aspettare di riacquistare la memoria prima di impegnarmi seriamente in una relazione. Non sono più l'Eveline che aveva conosciuto, mi sento diversa, non credo sia pronto ad accettare un cambiamento così radicale.

Una mattina mi svegliai presto, feci colazione, mi vestii e andai con Iris all'università. Le lezioni mi annoiavano a morte, non c'era niente di peggio dell'andare a scuola quando tutti i tuoi amici non lo fanno. Dovevo recuperare un anno, quello che avevo perso seguendo mio padre durante le gare. Ed ora mi toccava faticare. Al termine delle lezioni tornai a casa senza Iris, lei andò a lavorare. Pranzai con un semplice panino e mi buttai sul divano. Un numero sconosciuto mi chiamò, decisi comunque di rispondere.

"Pronto?" Dissi.
"Eveline? Sono Santi Hernandez, il capotecnico di Marc, posso parlarti?" Domandò. Perché il suo capotecnico doveva parlare proprio con me? Di cosa poi?

"Sì, è successo qualcosa?" Chiesi.

"Marc sta affrontando un momento difficile, non capisco cosa gli succeda, ha sempre il viso spento, mangia poco ed è triste. Non sta più vicendo una gara, non lotta più" Rispose. Sospirai. Sapevo benissimo perché si comportava così. Stava male a causa mia, stava perdendo il mondiale a causa mia. Dovevo assolutamente rimediare ai miei errori. Sarei partita subito, non  potevo aspettare altro tempo.

"Capisco, vuoi che venga li?" Domandai.

"Credo che tu sia l'unica soluzione, ti prego, ha bisogno di te" Mi implorò. Accettai. Prenotai il primo volo e partii.

-Qualche ora dopo-
Arrivai al circuito di Brno e andai subito al box della Honda. Incontrai Alex a metà strada che mi fermò. Mi raccontò un sacco di cose di Marc, tra cui una molto interessante. Aveva iniziato a scrivere un diario. Un diario intero su di me. Me lo regalò, disse di averlo rubato a Marc e che devo assolutamente leggerlo. Lo presi e iniziai a sfogliarlo. Lui mi lasciò sola ed io iniziai a leggere. Ogni giorno scriveva una pagina diversa, raccontava come si sentiva e cosa faceva per non pensarmi. Alcune parole non erano ben leggibili a causa delle lacrime, c'era tutto il suo amore qui. Perché non me l'aveva mai detto? Non si era dimenticato di me allora, anche se non mi cercava, ero sempre con lui, in qualche modo. Pensavo provasse attrazione fisica, piacere, ma da qui viene fuori altro. Lui mi ama, ed io provo lo stesso. Lo cercai d'apertutto, ero stanca di scappare da quello che provavo, ricordi o no, sarei restata con lui. Alla fine lo trovai e gli corsi in contro.  Mi guardò sospeso e felice allo stesso tempo.

"Che ti fai tu qui?" Domandò sorridendo. Mio dio com'era bello.

"Che ti sta succedendo? Il tuo capo tecnico mi ha chiamata preoccupatissimo" Affermai. Mi guardò dubbioso. Conoscendolo si stava già arrabbiando per la sua intromissione. Non sopportava essere aiutato, era convinto di poter fare sempre tutto da solo.

"Nulla, ho solo la testa altrove" Si giustificò. Si, era da me, come del resto anche la mia.

"È da me la tua testa? Perché tu hai già il mio cuore, come possiamo andare avanti così?" Domandai. Lui sorrise. Giuro l'avrei baciato. Era così bello...non meritava tutta quella sofferenza che io gli stavo procurando.

"Sei venuta fin qui perché eri preoccupata per me?" Chiese. Ero in ansia per lui. Appena ho sentito che stava male sono corsa qui. Non posso rimanere un secondo di più distante. Lo amo, questa è la verità. Sapere che sta soffrendo mi ferisce troppo.

"Certo che lo ero, ci tengo tantissimo a te. Ho incontrato Alex e mi ha dato questo" Risposi mostrandogli il diario. Me lo rubò tenendolo stretto a sé.

"Dove l'ha preso? È una cosa mia personale! L'hai letto?" Domandò preoccupato. Lo avevo letto due volte prima di arrivare qui, ci tenevo a scoprire ogni sua sfaccettatura.

"Sì, ogni pagina, ogni parola. È così pieno di amore, dolore e speranza. È Incredible quello che hai scritto. Non potrei amarti più di così" Risposi baciando. Ci mise un po' a ricambiare il bacio ma alla fine lo fece. Mi aggrappai completamente a lui costringendolo a prendermi in braccio per approfondire il bacio.

"Anche io ti amo da morire. Ti amo, ti amo" Disse lasciandomi dei dolci baci in tutto il viso.

"Averti conosciuto è stata una delle cose più belle che la vita potesse regalarmi." Risposi abbracciandolo. Lo avrei amato per sempre. Un'amore così non lo trovi un'altra volta. È unico come lui. Ed io prometto di amarlo ogni giorno della mia vita.

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