Capitolo 42

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-Marc's pov-
"Sam..Sam sei tu?" Disse Eveline aprendo improvvisamente gli occhi e muovendosi a scatti. Non potetti credere alle mie orecchie. La prima persona a cui aveva pensato era stata Sam. Lui che l'aveva in pratica ridotta in questa situazione.

"Eveline tesoro come stai?" Chiesi rivolgendomi verso di lei. Mi guardò spaventata, come se non mi riconoscesse.
"Tu chi sei?" Mi domandò. Persi completamente tutta quella piccola speranza che avevo accumulato nei giorni, tutte le mie certezze si erano frantumate in un secondo. Non sapeva chi ero, mi aveva rimosso dalla sua vita.

"Sono Marc, non ti ricordi di me?" Chiesi con tono supplichevole. Lei scosse la testa e mi guardò sempre più impaurita. Tolsi la mano dalla sua e mi allontanai.
"No..dovrei?" Rispose alzando le spalle. Si guadò in giro spaesata, probabilmente non ricordava nemmeno quello che l'era successo, la sua mente era occupata da Sam.

"Sai chi sei?" Domandai. Lei annuì e si tolse le coperte.
"Perché mi fai tutte queste domande? Perché sono qui?" Mi chiese agitandosi. Iniziò ad alzarsi e ad allontanarsi ancora di più da me.
"Adesso chiamo il medico, non ti muovere" Risposi uscendo dalla camera. Chiamai il medico e Luca, entrambi entrarono di corsa.

"Oh mio Dio amore! Sei di nuovo con me!" Esclamò Luca correndole incontro e abbracciandola forte.
"Si papà sono qui" Rispose ricambiando il suo abbraccio. Sorrisi a quella scena, almeno riconosceva suo padre.
"Ti ricordi di me? Come ti senti? Ti fa male qualcosa? Hai fame?" Luca le accarezzò il viso e la riempì di domande ma lei gli fece segno di stare calmo.

"Papà sto benissimo, non essere così nervoso. Piuttosto perché sono qui? E lui chi è?" Chiese indicandomi. Luca mi guardò e capì tutto.
"Lui è Marc, non ti ricordi?" Disse. Lei mi guardò malissimo, come se non mi volesse in quella stanza.
"No, non so chi sia. Sam? Può venire qua? Devo parlargli." Pretese lei. Iniziai a infastidirmi, che diavolo doveva dirgli? Perché con tutte le persone che poteva cercare proprio lui? Com'è possibile che non mi riconosca?

"Tesoro, lo chiamerò e cercherò di farlo venire, tu resta qui tranquilla che devono eseguire degli esami." Le spiegò Luca. Lei annuì e si risedette sul letto.
"Perché sono qui?" Domandò guardandomi. Appena provai a parlare il medico, s'intromise.
"Devo farti delle analisi e vedere cosa ricordi, potete uscire?" Ci chiese. Io rifiutai ma Luca mi trascinò ugualmente fuori dalla stanza.

"La prego devo rientrare da lei" Dissi supplicandolo.
"Capisco la tua sofferenza, ma dobbiamo fare quello che dice il medico" Affermò autoritario.
"Ha visto? Non si ricorda di me, ha paura" Dissi quasi sull'orlo di piangere.

"E' perché ti vede come un estraneo e non capisce perché sia qui, devi avere pazienza e fiducia" Affermò cercando di spronarmi a non arrendermi. Era impossibile da fare.
"Come fa a ricordarsi di Sam? Quando le ho toccato la mano, si è svegliata di colpo pronunciando il suo nome" Ribattei arrabbiato. Si è svegliata con il mio tocco, dev'essere per forza un segno. Deve riuscire a ricordarmi.

"Forse perché è stata l'ultima persona che ha visto prima di risvegliarsi qui. Nonostante tutte le persone che le hanno fatto visita in questi giorni, compreso io che sono il padre, si è svegliata solo quando ti ha sentito vicino a lei, non è una casualità. Devi avere fiducia ragazzo" Rispose dandomi una pacca sulla spalla.

"Spero tanto che lei abbia ragione" Dissi scoraggiato. Non sapevo più che fare, volevo scappare da lì ma non potevo. Quando si è svegliata, mi sono sentito rinato, tutto aveva riiniziato a muoversi, la mia vita era di nuovo completa. E' bastato un suo sguardo spaventato a farmi crollare tutto. Mi guardava impaurita e preoccupata. Un delle cose peggiori che ti possa accadere è vedere l'amore della tua vita intimorito da te. Si è scansata subito, come se pensasse che fossi io la causa del suo dolore. Come se inconsciamente mi stesse attribuendo tutte le colpe. Il medico non usciva da quella dannata stanza ed io ero lì a tremare sperando con il cuore in mano che fosse solo una cosa passeggera.

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