Capitolo 3

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Mi svegliai presto, mi lavai, e preparai le mie cose per la nuova partenza. Direzione? Argentina. Passai la notte a sognare Marc, ero qui da pochissimi giorni ma erano già accadute tantissime cose compresa la sua improvvisa lontananza. Per un po' di giorni mi evitò, pensai che fosse per gli impegni relativi al weekend della gara, ma notai che faceva così solo con me. Mi salutava a stento, e se lo faceva non mi guardava negli occhi. Fui dispiaciuta da quella situazione visto i buoni rapporti che si stavano creando fra di noi. Ne sentii subito la mancanza, mi mancavano i suoi sbalzi d'umore, le sue battute, anche quelle più stupide, il suo sorriso contagioso...Mi mancò tutto di lui...

Uscii dalla camera, scesi le scale e lasciai la chiave alla reception. Mi diressi verso la sala da pranzo, volevo fare una colazione veloce e raggiungere l'aeroporto. Presi dal buffet qualche fetta biscottata, nutella, un coltello e dell'acqua. Mi sedetti in un tavolo qualsiasi e inizia a mangiare. Dopo aver finito la prima fetta qualcuno si sedette di fronte a me. Era Maverick.

"Ma buongiorno tesoro!" Mi salutò sorridente.
"Ehi come stai?" Risposi pulendomi gli angoli della bocca.
"Bene dai tu?" Chiese prendendo un bicchiere d'acqua e iniziando a bere.
"Bene" Risposi spalmando la nutella su una fetta biscottata e portandomela alla bocca.

"Allora..visto che è presto ti va di fare un giretto con me? Ti porto all'aeroporto" Chiese sorridente.
"Si dai" Risposi alzandomi e prendendo la borsa sopra la valigia.
"Sei sicura di stare bene? Mi sembri un po' giù" Chiese una volta usciti dall'hotel.
"Si, sono solo un po' stanca" Mentii spudoratamente. Lui però non batté ciglio.

"Allora principessa tieniti forte a me e non ti accadrà nulla" Disse aiutandomi a salire sulla moto.
"Perfetto" Mi appoggiai a lui e partimmo.

Dopo circa dieci minuti di strada arrivammo nei pressi dell'aeroporto, scesi dalla moto ed entrai. Feci il check-in e cercai mio padre. I posti a sedere erano ancora vuoti, per ingannare il tempo parlai con Maverick.

"Non dovresti essere con il tuo team adesso?" Domandai.
"Già dovrei, ma una bella ragazza è triste ed io non posso stare in disparte". Rispose scrollando le spalle e sorridendo. Mi scaldò il cuore quella frase. Non mi conosceva, eppure si preoccupava per me.
"Oh che carino grazieee" Gli saltai addosso senza pensarci . Per fortuna lui riuscii a prendermi in braccio velocemente e ad abbracciarmi forte. Un colpo di tosse palesemente finto ci interruppe.

"Disturbiamo?" Ci chiese Marc. Guardò solo verso di me, aveva un' espressione dura, come se stesse soffrendo.
"Marc.." Non seppi cosa dire, ero troppo in imbarazzo.
"Si Marc, adesso dobbiamo andare" Rispose freddo superandomi. Perché è sempre arrabbiato con me, che ho fatto adesso? Oltretutto era lui che ci aveva interrotti.
"Marc va tutto bene?" Chiesi preoccupata lasciando solo Maverick che mi guardò sorpreso. Effettivamente agii d'impulso. Rincorsi Marc.
"Si si adesso addio" Riandò via, questa volta seguito da Dani.
"Ma che ha adesso quel ragazzo, ha sempre il sorriso stampato sulla faccia oggi è depresso" Esclamò Maverick infastidito.
"Non lo so, probabilmente è preoccupato" Risposi continuando a guardare Marc.
"Comunque adesso dobbiamo sederci, stiamo per partire" Mi disse prendendomi la mano.
"Si andiamo" Risposi andandomi a sedere, lui mi seguii e si sedette vicino a me.

~Marc's pov~
Preparai le valigie di fretta, buttai Alex giù dal letto e arrivammo in ritardo in aeroporto. Non passai un weekend particolarmente felice, fui impegnato tutto il tempo con i preparativi per la gara e 'trascurai' Eveline. Anzi ad essere sinceri anche quando avevo dei momenti liberi la evitavo. Quando arrivai vicino ai posti a sedere non potetti fare a meno di vedere come stava chiacchierando appassionatamente con Vinales. Non capii come facesse ad essere cosi tranquilla, con me non era così, era sempre infastidita o a volte non mi calcolava proprio. Non le diedi nessuna spiegazione sulla mia improvvisa assenza, ma non ce n'era bisogno, non eravamo nulla io e lei. Mi sedetti il più lontano possibile da loro, cercai di pensare ad altro, ma le loro risate non aiutavano.

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