Capitolo 51

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-Marc's pov-
La sveglia suonò alle 6,30 del mattino, era arrivato il giorno della mia partenza. Scesi infreddolito dal letto, andai in bagno, mi sciacquai la faccia e mi vestii. Controllai il telefono, risposi a qualche messaggio e presi la valigia. Quando arrivai dinanzi alla porta, trovai vicino alla fessura una busta. La presi e vidi il mittente. Era Eveline.

Stupito e allo stesso tempo curioso la aprii. Era lunga una pagina e mezza, cos'avrà avuto da dirmi ancora? Ieri non l'ho trattata nel migliore di modi, però dovevo farle presente come stanno davvero le cose, non voglio alimentare false speranze. Appena iniziai la lettura ci furono due frasi che mi fecero pensare

"Mi hai preso in giro, hai escogitato questo piano riuscendo a incantarmi. Sei venuto all'ospedale per assistere alla mia visita, mi hai ascoltato, io mi sono confidata con te! Pensavo di potermi fidare, pensavo che fossi un amico."
Quasi piansi leggendolo. Ho provato a essere suo amico, non sono riuscito a mettere da parte i miei sentimenti. Quello che ho capito dalla conversazione di ieri è che anche lei prova qualcosa per me, solo che non lo considera amore. Questo tempo separati ci servirà per pensare. Io lo userò per capire se posso continuare così, se è il momento di voltare pagina, e lei deve fare chiarezza su quello che sente.

"Mi hai fatto sentire rifiutata e sbagliata." Qualsiasi ragazzo dotato di occhi non la rifiuterebbe mai. Non è solo bella, ha un carattere spettacolare, è la ragazza che tutti vorrebbero avere, ma che solo io ho avuto la fortuna di amare.

"Sì, provo affetto per te." 'Almeno non mi odia' pensai. Ero felice che non fosse arrabbiata con me, il problema era che lei mi voleva bene ed io l'amavo.

"Nonostante tutto, voglio che tu sia felice, che trovi una persona che ti ami davvero e che ti faccia una bella famiglia tutta tua." Concluse. Anche volevo che fosse felice, con bella famiglia, anzi volevo essere io la ragione della sua felicità, ma così non è stato.

Rilessi due volta la lettera e respirai a fondo. Devo risponderle? Si aspetta una mia risposta o è un addio definitivo? Non credo che le risponderò, non ho nulla da dire, sa già tutto. Presi la lettera, la piegai e la misi in valigia, non l'avrei mai buttata. Scesi al piano di sotto e aspettai Daniel per andare all'aeroporto. Dopo dieci minuti arrivò.

"Eccolo il mattiniero! Cos'è questa faccia così triste, staremo via solo tre giorni" Disse dandomi una pacca sulla spalla.

"Eveline torna a Milano, non la vedrò più" Risposi. Lui alzò le spalle.

"Ci sono i mezzi di trasporto nel 2018, puoi usarli" Rispose in modo ironico.

"Ho paura che tu non mi stia capendo, non va lì per fare una vacanza, ci rimane, mi ha detto addio." Risposi aggressivo.

"Non ti dirà mai addio. E' solo confusa, ha bisogno di chiarirsi le idee" La difese lui.

"E lo fa scappando da me" Aggiunsi io.

"Non sta scappando, sta solo cercando stabilità. Tonerà a casa sua, starà con i suoi amici e si riprenderà del tutto" Affermò.

"Ed io? Che farò nel frattempo?" Chiesi. Sapevo già la risposta ma volevo avere un'opinione diversa dalla mia.

"Tu l'aspetterai, e quando tornerà da te, vi rimetterete insieme ed io celebrerò le vostre nozze" Rispose ridendo.

"Ma ti sei svegliato stupido sta mattina? Che razza di discorsi fai!" Risposi uscendo dall'albergo. Ottimo modo per iniziare la giornata. Lui mi seguii e insieme salimmo in macchina. In un quarto d'ora arrivammo. Feci il check-in e salimmo sull'aereo. In attesa che partisse, pensai alla lettera di Eveline. Forse devo risponderle, magari è in pensiero adesso.

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