Capitolo 35

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-Eveline's pov-
"Che succede adesso?" Chiesi a Marc quasi in preda alla disperazione. Avevo bisogno di un momento di pace, di un attimo di pura tranquillità. Le uniche cose che non mancavano mai erano le brutte notizie.
"Allora..Dani sa tutto, mi ha costretto a parlare" Tirai un sospiro di sollievo. Lui mi guardò perplesso.
"E' solo questo?" Domandai appoggiandomi sul suo petto.
"Solo? Sa proprio tutto, dettagli e avvenimenti" Spiegò calmo lui.
"Si lo so, ci ho parlato prima di venire da te" Risposi alzando la testa.
"E come ti è sembrato?" Mi chiese.
"Era deluso e un po' arrabbiato, l'ha presa malissimo" Dissi giocando con l'anello di fidanzamento.
"E' strano che mi sia confidato con lui" Esclamò ridendo. Rimasi stupita anch'io.

"Come mai sei andato proprio da lui? Pensavo andassi da tuo fratello o da.." Dissi fermandomi. Non volevo creare una polemica inutile a causa delle mie insicurezze.
"Da Brenda? Non ci sarei mai andato" Rispose prima che potessi continuare la frase.
"Ecco si da lei" Mormorai abbassando lo sguardo. Lui per fortuna non fece domande e continuò con l'argomento Dani.
"Non so perché ci sono andato. Alex non mi rispondeva, e lui è stata la prima persona che ho incontrato" Disse scrollando le spalle.
"Dì la verità, avevi bisogno di un amico" Risposi punzecchiandolo. Non avrebbe mai ammesso la verità.
"Ma no, l'ho incrociato e si è fermato ad ascoltarmi" Replicò in modo evasivo.

"E tu ti sei aperto perché gli vuoi bene e ti fidi di lui" Lo sgamai. Lui scosse la testa.
"Staremo qui a parlarne finché non lo ammetterò vero?" Rispose sorridendo. Ero riuscita a fargli cambiare umore, era felice. Non c'è niente di più bello che aiutare la persona che ami.
"Esatto. quindi puoi iniziare la tua confessione" Pronunciai ridendo.
"Gli voglio bene...un pochino però" Disse aumentando il suo sorriso. Adesso ero io quella presa in giro.
"Un pochino eh! Sono contenta che ti abbia aiutato. Avrei preferito farlo io però." Contestai diventando seria. E' un argomento che affrontiamo sempre ma che non riusciamo mai a risolvere.

"Lo so. Devo chiederti scusa per una marea di cose, ma non basterebbe un giorno" Rispose accarezzandomi la guancia.
" A me basta vederti felice. Con me ovviamente" Aggiunsi godendomi il suo tocco leggero.
"Comunque davvero, non so cosa mi sia preso, non sono né violento né cattivo. So che posso sembrarti ripetitivo, ma avevi paura di me, di quello che avrei potuto fargli. Ho visto tante volte il terrore nei tuoi occhi, non voglio pensare che sia a causa mia. Non ti farei mai del male" Affermò con sguardo colpevole. Feci un respiro profondo ed iniziai a parlare.

"Per un momento ho avuto paura, ma non di te, della situazione. So che non sei violento, sei stato preso dalla situazione, chiunque avrebbe reagito così. Ti conosco, mi fido di te" Risposi sorridendogli. Lui mi baciò.
"Ti amo tanto" Mormorò staccandosi dalle mie labbra.
"Anche io." Dissi alzandomi. Guardai l'orario erano già le 11 e Marc doveva prepararsi per le qualifiche.
"Adesso devo andare, tu rimani qui?" Mi chiese prendendo la tuta.
"Non lo so, è un po' che non vedo mio padre, ma sinceramente non ho neanche voglia di parlarci" Risposi fissando il pavimento.

"Sarò impegnato per tutto il pomeriggio, cercherò di finire in fretta" Spiegò cambiandosi. Non riuscii a fare a meno di notare il suo fisico. Era perfetto. Lui lo era. Si cambiò velocemente, mi lasciò un bacio sulla guancia e uscì da box. Feci la stessa cosa ma cambiando destinazione. Tornai in hotel.

-Marc's pov-
Le cose con Eveline non stavano andando come speravo. Da quando siamo qui tutto è peggiorato radicalmente. Le ultime notizie di Sam mi hanno devastato completamente, non pesavo potessero arrivare a tanto. Hanno usato delle cimici per rintracciarci, sanno dove siamo e quali sono i nostri piani, c'è qualche altra ragione per non cadere nella disperazione? Quando l'ho preso a pugni mi sono sentito per un momento realizzato, volevo che capisse quanto stavo soffrendo. Può sembrare un gesto immaturo e forse a tratti eccessivo ma sono stato preso dall'istinto. Se Eveline non mi avesse fermato, non so come sarebbe andata finire. Una cosa è certa, avrei vinto io. Quando rimasi da solo con la mia moto in vista dell'inizio delle qualifiche, soffermai lo sguardo su una foto di Eveline. Avevo comprato una piccola cornice d'argento con il retro in legno, semplice ma elegante. L'avevo messa nella postazione vicino al casco, giusto per averla con me anche se non fisicamente. Non potetti fare a meno di prenderla in mano e sorridere. Ne stava passando di tutti i colori, sia da parte mia sia da quella di Sam. Ieri quando sono andato da Dani pensavo davvero di essere single, avevo paura che una reazione del genere dopo il mio sfogo con Sam non me l'avrebbe mai perdonata, e invece è venuta lei da me. Aveva il viso stanco e rassegnato, ha bisogno di pace, ed io le sto dando l'esatto contrario. Non finirò mai di ripetere quando sia grato all'universo per avermela fatta incontrare. Quando le sia riconoscente per essere amato così. Posai la cornice, mi misi il casco e uscii dal box per primo. Fui seguito da Dani e da Vinales. Cercai di andare piano in modo tale da farmi sorpassare, non volevo che realizzassero il tempo seguendo la mia scia, troppo facile così. Daniel mi sorpassò e Vinales rientrò nel box, aveva capito la mia strategia. Ritornai alla velocità iniziale e superai la pit lane. Riuscii a fare mezzo giro di lancio abbastanza buono, avevo troppi problemi a staccare, i freni non funzionavano. Riprovai a raggiungere la velocità di punta, quando ci riuscii, riiniziai il giro. Feci parziali record nel primo e nel secondo settore, quando arrivai alla discesa della curva 10, anche conosciuta come una delle staccate più forti del circuito mi si bloccò la moto, non riuscii a frenare. Cercai di cambiare traiettoria, di mettere i piedi a terra ma prima che potessi muovermi, fui scaraventato nella ghiaia alla velocità di 300 km orari. Riuscii a vedere la moto andare contro il muretto di fine pista e poi il buio.

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