Capitolo 33

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-Eveline's pov-
"Marc amore guardami" Gli dissi prendendogli il viso tra le mani e iniziando ad accarezzarlo. Si sedette ed iniziò a piangere. Fu un pianto silenzioso pieno di dolore. Mi si spezzò il cuore a vederlo così. Non fece niente, non disse nulla, rimase seduto a fissare il pavimento. Le lacrime scorrevano sul suo viso perfetto ma lui non le asciugò. Lo feci io.

"Amore mio non fare così ti prego. Non pensavo soffrissi quanto me. Mi spezzi il cuore così. Sei mio cuore, sei la mia forza, sei tutto per me, io ho bisogno di te, la mia vita non ha senso senza di te. Sto lottando contro di loro solo perché ci sei tu. Non voglio perderti, non posso farlo. Come ti ho già detto mille volte, sei la cosa più bella che ho, la più unica, la più rara. Non esistono ragazzi come te oppure sono talmente pochi che si possono contare sulle dita di una mano. Tu sei unico, sei speciale, sei il mio amore. Hai portato la luce nella mia vita, l'hai rallegrata, hai reso i miei noiosi giorni, attimi pieni di amore. Lo so che tutta questa situazione ti sta uccidendo, lo so che stai facendo uno sforzo immane per gestire questa situazione, ma con me non devi fingere. Se vuoi piangere, urlarmi contro, spaccare tutto fallo, ma ti prego non reagire così. Dobbiamo essere l'una la forza dell'altro abbiamo affrontato così tanti momenti difficili, così tanti che per avere solamente 23 e 22 anni li abbiamo gestiti abbastanza bene. Ho sempre visto nei tuoi occhi la sofferenza, ho sempre cercato di renderti partecipe di tutto provando a non farti pesare nulla. E' vero molte cose non te le ho dette, ma l'ho fatto per proteggerti perché ti amo più della mia stessa vita e non posso, non riesco a vederti così. Sam è stato un ostacolo per noi, anzi lo è ancora, ma non è solo colpa sua. Non lo sto difendendo, né tantomeno proteggendo, sono solo realista. Non si sceglie di chi innamorarsi. Guarda di chi mi sono innamorata io, della persona più bella, buona e dolce di questo mondo. Le avversità sono fatte per essere affrontate, noi ne abbiamo superate molte e sicuramente ce ne saranno altre, ma lo faremo insieme. Io te e il nostro amore. Abbiamo litigato per cose inutili come la nostra gelosia. Per Sam, Brenda, tutte cose superabili. Hai visto però? Non ci siamo mai lasciati del tutto, anche quando litigavamo tu ti preoccupavi per me ed io facevo lo stesso. Non ci siamo mai allontanati l'uno dall'altra. Anche quando eravamo in stati diversi, in paesi, città, eravamo uniti. Il mio cuore era con te e il tuo era con me. Quando ho perso mia madre mi è caduto il mondo addosso, so che pensi che sia stato Sam ad aiutarmi, ma non è così. Mi ha dato una mano, questo devo riconoscerlo, ma la mia ancora di salvezza sei stato tu, sei sempre stato tu. Mio padre ha cercato in tutti i modi di farti odiare da me. Sai quando guardavamo le gare in televisione, t'insultava, mi spiegava per filo e per segno tutti i motivi del suo odio nei tuoi confronti. Io invece ho sempre pensato che fossi un fenomeno, non solo sulla moto ma anche nella vita. Io sono orgogliosa di avere al mio fianco un ragazzo come te per cui ti chiedo una sola cosa, non lasciarmi, non farlo mai!" Esplosi. Gli dissi tutto quello che mi passava per la testa in quel momento, aveva bisogno di sentirsi rincuorato, aveva bisogno che qualcuno rimettesse a posto il suo cuore ormai ridoto in frantumi. Io ero li apposta. Sam ci guardò con la bocca spalancata e gli occhi pieni di lacrime. Non gli avevo mai fatto una dichiarazione del genere, ma non l'ho amato come amo Marc. E' un sentimento indescrivibile, le uniche parole che posso usare sono immenso, profondo, vero.

Marc per fortuna smise di piangere, si asciugò gli occhi e mi sorrise. Io iniziai piano piano a riprendere fiato.

Presi un fazzoletto glielo porsi e gli accarezzai il viso. Era così tremendamente bello e vulnerabile allo stesso tempo. Aveva gli occhi gonfi, lo sguardo triste e la faccia arrossata dalle troppe emozioni. Nonostante tutto rimase il ragazzo più bello che io abbia mai visto. Gli asciugai le lacrime con le dita. Il suo respiro divenne piano piano regolare e si calmò. Sam non si azzardò a parlare. Cambiò stanza e inizio a piangere. Sentii i suoi singhiozzi che diventavano sempre più profondi e rumorosi, ma non mi mossi. Presi un bicchiere d'acqua e lo portai a Marc, lui non lo accettò e lo posò a terra.

"Amore bevi, cosi ti bagni un po' le labbra e la gola, sarà irritata adesso" Cercai di convincerlo. Lui bevve l'acqua e si sdraiò. Posai il bicchiere sul tavolo e mi sedetti vicino a lui. Non proferì parola . Guardava il soffitto e di tanto in tanto si asciugava qualche lacrima che attraversava il suo viso.

"Tranquillo, ci sono qui io. Ci sarò sempre per te lo sai. Tu sei forte. Se hai della rabbia dentro tirala fuori, se voi sfogarti fallo, io ti ascolterò" Gli dissi accarezzandogli la testa.
"Non so che dire" Affermò. Sorrisi sentendo la sua voce tremante. Era pur sempre un inizio.
"Allora non dire nulla, riposati, penso io a tutto" Lo rassicurai, avevo davvero paura per lui. Ha confermato i miei timori, sapevo che non era concentrato, che pensava sempre a me, è per questo che cercai sempre in tutti modi di non disturbarlo sul lavoro, non volevo essere la causa di un incidente.

"Non volevo esplodere così, mi dispiace" Disse voltandosi verso di me. Il suo sguardo mi fece male. Cercai di sorridere per tirarlo un po' su ma il suo dolore era troppo grande.
"Non devi scusarti di nulla, hai fatto bene, dovevi farlo prima amore" Risposi baciandogli la fronte, scottava. Gli misi la mano sul petto, all'altezza del cuore, batteva fortissimo.
"Guardami" Dissi mettendomi sul divano anch'io. Lui si girò un attimo e poi si voltò verso il muro.

"Lo so che non mi guardi perché se in imbarazzo, non devi sentirti così. Quante volte ho pianto io davanti a te? Infinite. Devi stare tranquillo e dirmi cosa ti turba" Lui scosse la testa e si girò tutto dalla parte del muro. Presi due sedie, le unì e mi avvicinai al divano. Mi sdraiai vicino a lui e iniziai ad accarezzargli la schiena. Gli lasciai dei teneri baci sulla testa, sul collo, sulle mani, sulla spalla, dappertutto. Lui iniziò a rilassarsi. Doveva solo sbollire l'accumulo di rabbia e tensione .
"Non so perché ho reagito cosi, in genere rimango calmo" Iniziò a parlare dopo ora di silenzio.
"Tranquillo, amo anche il Marc fragile io" Lui mi sorrise come un bambino a Natale. Il viso stava ritornando al suo colorito naturale ma le guance rimasero rosse. Era ancora in imbarazzo. Non è abituato a ricevere cosi tanto amore. Non gli ho mai fatto una dichiarazione del genere, è sempre stato lui a dimostrarmi quanto mi ama. Mi ha sempre detto che solo io sono stata il suo vero amore, le relazioni che ha avuto prima non sono state serie. O se lo sono state non erano profonde come la nostra.

"Io..non mi va tanto di parlare in questo momento. Se vuoi puoi andare da Sam" Disse accarezzandomi la mano. Scossi la testa. Non mi sarei mossa da lì.
"Da Sam?" Gli chiesi stupefatta.
" Mi sento un po' in colpa..anche se so che se lo merita" Disse spostando di nuovo lo guardo verso il soffitto.
"Non andrò da Sam, se vuole viene lui. La mia priorità sei e sarai sempre tu" Risposi baciandogli la guancia. Avrei voluto baciarlo, abbracciarlo fino all'infinito ma non volevo metterlo ancora più in imbarazzo.

"Va bene, grazie" Disse solamente. Sentii Sam che mi chiamava dall'altra stanza, ma feci finta di niente.
"Vuoi mangiare qualcosa? Vado di sotto a prendertela?" Gli chiesi. Aveva bisogno di energie.
"No, non ho fame adesso" Disse sospirando.
"Va bene, mangeremo dopo insieme" Gli proposi io. Mi alzai per togliermi le scarpe, avevo capito che saremmo rimasti nella camera di Sam fino all'indomani. Appena mi mossi Marc mi afferrò il braccio e mi ritirò giù.

"Te ne vai?" Mi chiese preoccupato. Mi sedetti accanto a lui e gli accarezzai la testa.
"No amore, volevo solo togliermi le scarpe perché sono scomoda" Gli spiegai sorridendogli. Mi sembrava un bambino indifeso che aveva bisogno di tante cure e amore.
"Ti prometto che ritornerò ad essere quello di prima ho solo bisogno di tempo"
"Hai sentito il mio discorso? Non ti lascerò mai" Lo rassicurai. Sam entrò nella stanza e Marc s'irrigidì. Posò la cimice distrutta sul tavolo e si avvicinò a me.

"Come sta?" mi chiese sedendosi.
"Sta bene, però è meglio se te ne vai" Lo ammonì io.
"Devo parlare con lui" Marc s'irrigidì ancora di più. Questa storia sarebbe finita davvero molto male.
"Che cosa devi dirgli? Non pensi di aver creato abbastanza problemi?" Gli chiesi io. Lui scrollò le spalle.

"Devo solo dirgli una cosa e poi la finiamo qui, scomparirò dalle vostre vite, questa volta per sempre" Marc emise un lamento e si girò dandoci le spalle, io invece lo guardai per la prima volta con occhi pieni di disprezzo.
"Digliela e basta, anche se non ti guarda, ti ascolta" Risposi io. Sperai con tutto il cuore che non fosse un'altra cattiva notizia, Marc non sarebbe riuscito a reggerne altre.
"Credo che ci abbiano ascoltato per tutto il tempo" Disse riprendendo la cimice ormai ridotta in mille pezzi.

"Cosa?" Risposi io prendendola in mano.
"Prima di romperla ho sentito delle voci, non molto, solo due parole" Marc si mosse di scatto per ascoltarlo, io invece cercai di non svenire per la rabbia.
"Cos'hai sentito?" Gli chiese Marc alzandosi in piedi.
"Eveline, domani. Queste sono state le parole che ho sentito" Disse con voce tremante.

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