Capitolo 28

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"Dove credi di andare?" Mi chiese Alex avvicinandosi. Cavolo mi aveva scoperta.

"Ehm..volevo prendere un po' di aria fresca" Mentii. Ero in ansia per Marc, non potevo starmene qui seduta con il pensiero che potrebbe essere in pericolo.

"Eveline sai che non puoi uscire, vuoi peggiorare la tua situazione?" Domandò. Non sopportavo quando Marc faceva così. Scappava sempre quando litigavamo, o dalla sua moto o spariva. Non pensavo fosse così codardo. Lo faceva anche per trattenersi, per non dire delle stupidate di cui poi si sarebbe pentito, però io preferivo questo alla sua assenza.

"Certo che non voglio, ma sono preoccupata per Marc, tu sai tutto, dovresti essere in pensiero quanto me" Affermai. Era troppo calmo per essere suo fratello, io stavo praticamente morendo. Sapevo qual era il suo posto segreto, quello dove si rifugiava quando stava male, mi ci aveva portata, ma dovevo lasciagli spazio. Sarebbe tornato da me, come sempre.

"Ascolta non è la prima volta che Marc fa così, lui è impulsivo, fa quello che gli passa per la testa, è una perdita di tempo cercare di capirlo" Spiegò. Non potevo dargli torto, era la sua descrizione esatta. Lo amo anche per questo, era l'incertezza in persona.

"Va bene, hai ragione. Rimarrò a dormire sul divano così nel caso arrivasse posso parlarci subito" Ribattei. Lui annuì e mi lasciò sola. Salii in camera di Marc e presi dall'armadio un cuscino e un lenzuolo. Il cuscino mi serviva per sentire il suo profumo. E' qualcosa d'inebriante. Scesi nuovamente di sotto e preparai il divano a ospitarmi. Cosa non si faceva per amore.

Erano le 23 passate l'ultima volta che vidi l'orologio, gli darò tempo massimo domani mattina per tornare, poi sarei andata a cercarlo. Appena appoggiai la testa sul cuscino mi squillò il telefono. Buttai tutte le coperte all'aria e cosi a prenderlo. Senza vedere chi fosse risposi.

"Amore mio!" Dissi. La voce dall'altro campo rise.

"Ti sono mancato tesoro?" Domandò mio padre. Solo io potevo fare queste figure.

"Pensavo fossi Marc, scusami" Dissi. Cosa diavolo voleva ora? Non poteva dormire e lasciarmi in pace?

"Lo sconsiderato mi ha chiamato per avvisarmi del tuo svenimento e per sapere come stavamo qui in hotel" Spiegò. Come facevo ad allontanarmi da lui, se mi proteggeva sempre. Aveva addirittura chiamato mio padre per avvisarlo, si era preoccupato di come stessero in hotel...questi piccoli gesti mi fanno innamorare ancora di più di lui.

"Ti ha detto qualcos'altro?" Domandai

"Solo che passerà in settimana per pagare l'hotel. Sai sto iniziando a ricredermi. È un ragazzo da sposare quando fa così" Rise. Pagherà lui? Mio dio non basterà una vita per ricompensare tutto quello che ha fatto per me. Ed io che volevo lasciarlo, ero una completa idiota. Solo che per me era più importante la sua spensieratezza e felicità della mia. Quando è con me queste cose le perde. E comunque lui era un ragazzo da sposare sempre, era il mio grande amore. Salutai mio padre e mi rimisi a dormire. Pagare l'hotel può sembrare un gesto stupido agli occhi di tutti, vista la sua grande disponibilità economica, ma per me invece era un gesto enorme considerando il rapporto che ha con loro..specialmente con Sam. All'improvviso sentii la porta aprirsi, un Marc infreddolito e tremendamente bello varcò la soglia.

"Che ci fai ancora in piedi?" Domandò togliendosi il giubbotto e appendendolo.

"Ero preoccupata, sei sparito" Risposi. Non mi guardava, era freddo e distante.

"Dove sei stato per tutto questo tempo?" Domandai cercando di attirare la sua attenzione. Volevo solo parlargli e chiarire le mie parole. Mi aveva fraintesa, non volevo dirgli che non amavo, anche perché non era assolutamente così.

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