Capitolo 9

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JOSEPHINE

<<Quindi domani partirai?>>

Domani è il grande giorno. Domani salirò su quell'aereo e tornerò nel posto in cui sono nata. Dentro di me c'è un grande conflitto. Una parte di me è felice di questo cambiamento, di tornare a "casa", in un certo senso; mentre un'altra parte di me non lo è per niente, anzi, non riesco a togliermi dalla testa l'idea che lì ci sarà la possibilità di vedere Justin tutti giorni. Sarebbe una cosa positiva se non avesse una moglie ed una figlia, ma ho già capito che in questa vita le cose belle sono poche e accadono raramente. Certe volte la vita è così crudele; non ti dà ciò che vuoi ma non ti lascia nemmeno andare avanti. Sono passati due mesi da quando l'ho visto l'ultima volta, e non riesco a fare a meno di pensarci. Col fatto che adesso devo pure tornare a vivere a soltanto pochi chilometri da lui, la situazione è pure peggiorata.

<<Sì, mi accompagnerai tu in aeroporto?>> Chiedo guardandolo negli occhi mentre poggio entrambi i gomiti sul tavolo e mi porto una mano tra i capelli, spostando il ciuffo da una parte all'altra.

Sono così stressata in questi giorni che non riesco a dedicare neanche le giuste attenzioni a mio figlio. Tra il trasferimento, le valigie da preparare, i miei amici e colleghi da salutare e tutti i pensieri che aleggiano nella mia testa non riesco più a capire niente.

<<Sì.>> Risponde Jason sorridendomi e accarezzandomi il braccio come se volesse trasmettermi conforto.

<<Adesso è meglio se vai a riposarti col piccoletto, noi ci vediamo domani okay?>> Bacia la mia fronte e dopo averlo salutato se ne va.

Io ed il mio mal di testa decidiamo di lasciar perdere tutti gli innumerevoli pensieri e andare dormire, come ci è stato suggerito da Jason.


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La mia migliore amica, comunemente chiamata "sveglia" inizia a squillare, facendomi ritornare il mal di testa e ricordandomi che tra poco più di due ore mi aspetta un volo per Santa Monica.

La spengo e costringo me stessa ad alzare il culo e vestirmi. Dopo aver finito di prepararmi mi reco in cucina dove, con le poche cose rimaste in frigo, inizio a preparare la colazione per me e per Theo. Quando il suo biberon con latte e cacao è finalmente pronto decido di andarlo a svegliare.

Mi siedo sul letto accanto a lui e accarezzo la sua fronte mentre lo osservo dormire. E' lo spettacolo più bello che io abbia mai visto.

<<Piccolo, devi svegliarti.>>

Emette un lamento per poi girarsi dall'altra parte, infastidito da me per averlo svegliato.

<<Non vuoi andare sull'aereo?>> Chiedo poggiando il biberon sul comodino e sporgendomi verso di lui in modo da vedere il suo viso.

Quando gli ho detto che ce ne saremmo andati non l'ha presa molto bene, voleva che venisse anche Jason con noi ma poi gli ho detto che verrà spesso a giocare con noi e lui si è rasserenato. La reazione più bella l'ho ottenuta quando gli ho rivelato che saremmo andati via in aereo: in quel momento si è esaltato. Era felicissimo all'idea di volare, tanto che per giorni ha continuato a dirmi che voleva andarsene il giorno stesso.

Come previsto questa scusa sembra svegliarlo all'istante, tanto che torna a girarsi verso di me ed apre i suoi begli occhietti. Tutto assonnato dice: <<andiamo a prendere l'aereo?>>

STILL IN LOVE ||Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora