Capitolo 19

8.7K 208 30
                                    

JOSEPHINE

<<Buon pomeriggio ragazze, cosa vi porto?>> Alzo lo sguardo e davanti a noi c'è una ragazza molto alta che indossa una camicia di colore bianco sulla quale, all'altezza del seno, è ricamato con un filo rosso il suo nome. O almeno è quello che ho intuito essere il suo nome.

<<Niente, grazie.>> Sorrido alla ragazza dai capelli rosa e mi alzo prendendo la borsa.

Roxy, la cameriera, ci saluta per poi girare i tacchi e andarsene.

<<Si è fatto tardi, devo andare.>>

Afferro anche le borse contenenti i capi d'abbigliamento che ho acquistato oggi e faccio per andarmene.

<<No, Josephine devi dirmi cosa vuol dire.>>

Mi volto e vedo la bionda in piedi con le mani appoggiate sul tavolino che mi guarda con aria sospettosa. In realtà il suo sguardo emana un mix di emozioni che però non riesco nemmeno a distinguere.

<<Cosa?>> Chiedo con tono quasi "innocente" mentre con le dita mi porto una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

<<Hai chiesto se Justin mi ha detto qualcosa, cosa avrebbe dovuto dirmi?>>

Okay, adesso quale scusa invento per uscire da questa situazione?
Dannazione, se solo fossi stata con la bocca chiusa a quest'ora non mi troverei nella merda.

Ho una tale paura che lei scopra cosa c'è stato tra me e suo marito che iniziano a sudarmi pure le mani.

<<No, niente.>> Cerco di sviare e per riuscire nel mio intento mi sforzo anche di fare un sorriso.

<<Josephine, parliamoci chiaro, Justin l'altro giorno ha detto il tuo nome al posto del mio. E non è la prima volta che accade.>> Fa il giro del tavolino e si posiziona davanti a me con le braccia conserte, aspettando una mia risposta.

Ci metto un paio di minuti per assimilare le sue parole. Justin ha detto il mio nome al posto di quello di sua moglie?

Una sensazione di felicità mi pervade tutto il corpo e mi si scalda persino il cuore. E tutto ciò solo perché ha detto Josephine al posto di Allison.

Il mio cuore mi dice che questo piccolo gesto non è stato fatto a caso, bensì è perché lui pensa ancora a me. Il mio cervello dice invece che è una grande stronzata e mentre si parla è fin troppo facile sbagliare parole e nomi.

Ovviamente la mia testardaggine mi porta a credere- ancora una volta- al mio cervello, anche perché è praticamente impossibile che lui mi pensi ancora.

<<Il mio nome?>> La guardo incredula.

<<Sì, mi ha chiamata Josephine. A detta sua è stato solo un caso perché ti aveva incontrata prima al negozio di giocattoli col tuo bambino ma dopo la ventesima volta che commette quest'errore se permetti inizio a farmi due domande e ad avere dei sospetti.>> Avevo notato avessi dei sospetti, tranquilla. Con uno sguardo così sembri un'ispettrice di polizia.

<<Non devi avere nessun sospetto, non c'è assolutamente niente tra me e Justin.>> La rassicuro con un sorriso che più falso di così non si può. Ma lei, per fortuna, non sembra percepire la falsità del mio sorriso.

<<Josephine se c'è qualcosa dimmelo adesso, sul serio. Ho bisogno di saperlo. Gli è capitato almeno una ventina di volte da quando tu sei sparita: o lo dice nel sonno oppure lo dice al posto del mio nome. Finora ci sono passata sopra ma adesso credo di non poterci passare più sopra. Credo ci sia qualcosa sotto questo "errore" e anche se lui continua a smentire la cosa voglio averne la conferma. Di te mi sono sempre fidata ma non si sa mai, una persona non si conosce mai fino infondo...>>

STILL IN LOVE ||Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora