CAPITOLO 39: BASTA UN ATTIMO

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Bebe non sapeva se scappare o saltare.

Alex la teneva per mano.

Alex, il suo ragazzo.

Il suo ragazzo.

Ragazzo ragazzo.

Non ci avrebbe mai creduto.

Diceva di no.

Ma Alex.

Alex!

Non l'avrebbe detto subito alle altre.

Qualche giorno, poi l'avrebbe detto.

"Ben arrivati! Finalmente!"

Giorgia corse incontro a Zanna.

"Zio Zanna!"

"Ciao, piccolina! Vieni subito in braccio!"

Federica abbracciò Bebe.

"Sto con Alex."

"No!"

"Sì!", saltavano come due cretine.

"Che avete voi due?"

"Niente."

La cena scorreva tranquilla.

Zanna provocava Bebe, sfiorandole la gamba, il sedere.

Lei faceva altrettanto.

"Adesso ti faccio morire."

E le infilò la mano nell'interno coscia.

Bebe strinse forte le gambe, bloccandolo, poi fece lo stesso con lui.

"Visto che ti piace giocare..."

"Pietà, stronza malefica..."

Lo lasciò andare e gli baciò leggera la guancia.

"Non me la raccontate giusta voi due." disse Francesco.

Risero.

La cena fu piacevole, risero e scherzarono, facendo divertire Giorgia, fino a quando crollò esausta in braccio alla mamma.

"La porto a casa io. Voi giovani restate a divertirvi."

"Sicurò papà?"

"Tranquilla. La metto a letto e non la senti fino a domani!"

Federica diede un bacio tra i capelli alla piccola e tornò a sedersi.

Chiacchieravano leggeri, poi iniziò la musica e si spostarono al bancone.

Si muovevano col bicchiere in mano, parlottando, ma quando partì Despacito, Zanna e Bebe si allontanarono.

"Ecco, cominciano a far le bisce.", disse Davide.

Si muovevano sinuosi, corpo contro corpo, occhi negli occhi.

La mano di lei nella tasca di lui, la mano di lui sulla cintura di lei.

Bacino contro bacino, petto contro petto, al limite del consentito.

Il modo intorno spariva, danzavano ignari delle centinaia di occhi che li fissavano con invidia e voglia.

"Guarda che stronza!" disse Donatella.

"Perché?" chiese Federica.

"Una testa così, quando l'ho portata a comprarsi della biancheria decente, quasi la costringessi, e guarda cosa le spunta dai jeans. E guarda come struscia le tette contro Zanna!"

"Stanno insieme!"

"Cosa?"

"Me l'ha detto prima."

"Che stronza doppia! Ma era ora!", disse ridendo.

"Sono belli!" disse Federica, contenta.

"Ho capito bene? Zanna ha inzuppato con Bebe?" aggiunse Davide.

"Dai, stupido!" lo rimproverò Federica.

"Era ora, cominciavo a pensare avesse cambiato sponda!"

Quando tornarono, la ragazze sentirono un'improvvisa voglia di andare al bagno.

Tutte e tre insieme.

"Allora? Brutta stronzetta?"

Bebe arrossì.

Donatella e Federica si divertivano a punzecchiarla.

Era tenera.

E innamorata persa, che volesse ammetterlo o meno.

Erano in bagno a ridere da un quarto d'ora.

"Si sono perse?"

"Vado a vedere, così approfitto dei bagni anch'io." disse Zanna.

Basta un attimo a volte.

Un gesto soltanto.

La riga di coca che Oliver si stava tirando nel bagno degli uomini.

Lo spintone con cui spinse a terra Bebe e Federica uscendo.

"Levati, troia monca del cazzo!"

Zanna che la vede cadere e non riesce a prenderla.

Lei che piange.

Lui sopra Oliver.

Poco spazio per i calci, ma abbastanza per sfondarlo di pugni di fronte a Bebe, con le nocche insanguinate.

Bebe che lo fissa, terrorizzata.

Bebe che scappa via.

Zanna che la insegue.

Carabinieri.

Manette.

Centrale.

"Federica vai da Bebe. Ti prego."

Luci blu.

Notte.

Luce gialla.

Dove sei, Bebe?

Bebe [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora