CAPITOLO 54: LA STRADA VERSO CASA

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"Stronza puttana!"

Bebe sbottò.

"Ma perché? È stata gentile."

"Certo, signorino gnè gnè."

"Dai Bebe..."

"Dai un cazzo!"

Quando iniziavano le parolacce, era davvero incazzata.

"Smettila Bebe!"

"Non la smetto."

"Senti Bebe, io esco. Ci vediamo quando sbollisci."

Si infilò il giubbotto e uscì.

Camminò nel freddo, poi cercò un bar.

Era di fronte al 1301.

Buttò un occhio dentro.

Vide Connie.

Entrò.

"Ciao, Alex."

"Hi, Connie."

Fu facile, parlare.

Mettersi a bere.

Perdersi nel suo sorriso.

"So you are a cheerleader."

Gli mostrò i video, le foto delle gare.

Vicina, ginocchio contro ginocchio, mano contro mano.

Un tocco, una mezza carezza.

Era come Francesca, stesso carattere.

La parte solare che ricordava, quella bella, quella che amava.

Non la Bebe che gridava.

Non la Bebe compromessa senza un braccio.

Non la Bebe insicura.

Ridevano, scherzavano.

Ma l'attrazione era palpabile.

C'era elettricità, chimica, magia.

Il suo profumo, la sua scollatura.

Quanto avrebbe voluto toccarla.

Connie lo vide fissarle la scollatura.

"Would you like to come in my bedroom Alex?"

"Sorry?"

"Hanky panky, you know? I stay here for just one week and I'm free... wanna have some fun..."

"I'm not free..."

"Doesn't matter. Bebe is not jealous..."

"Oh... she is."

"So... are you refusing my offer?"

"Yes. I'm sorry."

Connie sorrise.

"I already knew it, Alex. I know you are in love with Bebe.

So, why are you here, Alex!

She is fantastic. She is amazing. And you are so in love with her. It's easy to see.

I was joking Alex. Run home with Bebe."

"She's angry."

"Why?"

"Because of you..."

"And so you are here, stupid asshole?"

"Stupid idea, innit?"

"Yeeee."

"Gotta go."

"I think so."

"It was a pleasure Connie. In another life, I would fall in love with you."

"Me too Alex. See you on the snow."

Si abbracciarono, lasciandosi un ricordo, delle cose non dette, delle possibilità non avute.

Poi Zanna si avviò all'uscita.

Tornò a casa.

Bebe era sul letto, che sfogliava le loro foto sul cellulare, piangendo.

Zanna si sedette vicino a lei.

"Perché piangi?"

"Mi sono messa a leggere il libro di Pier. È commovente..."

"Ma, va... scrive solo cazzate..."

Bebe si voltò, dandogli le spalle.

Zanna si distese accanto a lei, abbracciandola.

"Dove sei stato?"

"A fare un giro."

"Da solo?"

"No, con una bella bionda."

"Tettona?"

"Sì."

"E bella?"

"Molto."

"E ci hai scopato?"

"Fino ad un secondo fa."

"E ti è piaciuto?"

"La quarta volta più di tutto."

"Perché sei tornato allora?"

"La quinta era troppo, non ce l'avrei fatta."

"Quindi è rimasta delusa?"

"Non troppo. Ci abbiamo dato dentro per bene."

"Per fortuna, altrimenti si portava un brutto ricordo in America."

"Già, ho tenuto alta la bandiera."

"A me pare sia ancora alta."

"No, ti sbagli. Mi pare invece che i miei amici siano più felici di te che io sia tornato."

"Ti sbagli, sono arrabbiata."

Bebe si voltò verso di lui.

Lo sfiorò con le nocche tra le gambe.

"Certo che dopo quattro volte serviranno giorni per rimetterti."

Lui le sfiorò con le nocche i capezzoli.

"E nel frattempo forse tu non sarai nemmeno più arrabbiata."

Bebe lo afferrò decisa con la mano, scivolandoci sopra avanti indietro.

"Quattro volte. Pensa che scopata sarei potuta farmi, se fossi rimasto a casa."

Zanna le accarezzò con un pollice in seno, dalla base al capezzolo, avanti indietro.

"Pensa che scopata potevamo farci se non fossi arrabbiata."

E iniziarono a baciarsi e spogliarsi, e leccarsi, e mordersi, e toccarsi, e scoprirsi, e graffiarsi, come mai avevano fatto.

Come se passando per l'America, avessero trovato la strada verso casa.

Bebe [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora