CAPITOLO 75: ALMENO LA BUONANOTTE (FEAT. ROBERT MILES, AXL & SLASH)

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"Ma... mamma!"

"Ciao Tesoro."

Bebe l'abbracciò di slancio.

Zanna fissò interdetto la donna e l'uomo alto alle sue spalle.

"Ciao papà."

"Ciao Beatrice."

"Lui è..."

L'uomo della mia vita.

Il mio amore.

Il mio tutto.

Il mio ragazzo per sempre.

Il mio compagno.

Il mio futuro sposo.

La persona con cui voglio invecchiare.

Quello che mi ha cambiato la vita.

Il colore delle mie giornate.

La cosa più bella che mi sia mai successa.

"...il suo maestro di snowboard, nonché vicino. Alessandro, piacere." Disse Zanna, tendendo loro la mano.

"Aida, piacere."

"Tancredi." Disse il padre, serio in viso.

"Piacere." Disse Zanna stringendo la mano all'uomo alto e distinto.

Poi, rivolto a Bebe: "Controlli un secondo se hai dell'acqua ossigenata per questa ferita, così tolgo il disturbo? Grazie mille."

"Sì, dammi un attimo che la cerco." Rispose incerta.

"Ma avete caldo che avete le tute aperte?" disse la madre.

"Ci siamo allenati sui salti, signora. Ho fatto talmente tanta fatica che dovrò strizzare la maglietta appena la tolgo. Pare di essere ai tropici con queste tute." Disse Zanna, convincente.

Bebe gli allungò l'acqua ossigenata.

"A domani, allora. Arrivederci."

"Ciao Alex. A domani." Disse Bebe triste.

Voleva passare la serata con Alex.

E non riusciva a pensare di dormire senza di lui.

Erano settimane che non lo faceva.

"Come stai, amore?"

"Bene mamma. Che bella sorpresa." Disse, poco convinta.

"Beh, anche se non ti va di vederci, almeno per il tuo compleanno, avrò il diritto di stare un po' con mia figlia."

"Ma no mamma, mi fa piacere vedervi, davvero."

Le mancava, la mamma.

Ma ora le mancava solo Alex.

Alex. Alex. Alex.

"Mi manchi amore. Scusa. Ti amo." Gli inviò un WattsApp.

L'incontro coi genitori fu piacevole, col the caldo e i biscotti fatti in casa da sua madre per l'occasione.

Ma poi iniziarono a parlare delle gare, la caduta, la figlia che non si faceva sentire e degenerò.

Alex li sentiva gridare, Bebe che piangeva.

Non riusciva a lavorare, e non poteva fare nulla.

Stette con l'orecchio appoggiato alla parete, cogliendo pezzi di conversazione.

Soldi, il padre che sbatte il pugno sul tavolo, Bebe isterica, la madre che li calma, pentole sui fornelli, cena, risate, toni alti, calma.

Poi divano, risate, voci alte.

Bebe [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora