Il braccio destro, ormai ridotto ad un fascio di muscoli e tendini, tirò sull'appoggio per spingere oltre il cancelletto, aprendo la porta della gabbia del pulcino.
Il cronometro partì impietoso, scandendo anche i millesimi della sua corsa.
C'erano delle regole non scritte, sul pipe: cercare i bordi e puntare sulla lunghezza.
Invece si spinse in alto, verso il centro, in verticale nel cielo.
Perché era questo che serviva al pulcino.
Sotto, la folla muta, cullata solo dal suono delle Giulia, si era fermata, immobile in attesa del miracolo.
La tavola si staccò dal terreno, dritta nel cielo.
L'ala si protese, e, come un aereo, stallò, precipitando e volteggiando sul suo stesso corpo.
Non si sarebbe potuto descrivere quel movimento, quella figura che ormai tutti chiamavano pulcino.
Ma i bimbi, Andrea, Tommaso, Susanna, Giorgia e tutti gli altri, erano lì, a bocca aperta, che tenevano forte la mano delle mamme e dei papà, come allo spettacolo delle Frecce Tricolori, che un po' di paura la faceva sempre.
Erano incantati a vedere quella figura sospesa nel cielo che cadeva nel vuoto, volteggiando su sé stessa leggera come una piuma.
E quel corpo in volo, con ogni muscolo teso allo spasimo fino a fare male, che non poteva permettersi di lasciarsi passare tutta la vita davanti ora, era lì, che volava, ancora una volta.
La vita davanti.
L'incontro all'Arneri, la litigata, il bacio, le lacrime, l'incidente, il cimitero, il mare, la chiesetta, il foglio del dottore, l'amore, solo l'amore.
Che bello, tutto in un secondo.
Non poteva piangere, per non appannarsi gli occhi.
Toccò terra con un tonfo sordo, la tavola tremò, proseguì dritta, oltre la linea del traguardo, veloce, troppo veloce, follemente veloce per non accartocciarsi sui materassi a bordo pista.
Fu allora che pianse, che pianse la fine di tutto.
Si rialzò barcollando e corse da lei, mentre lo speaker gridava attonito: "Alessandro 'Zanna' Di Zannandrea e il suo pulcino signori! Primo, Zanna è primo!"
La strinse e piangevano tutti.
Le accarezzò la schiena, forte per non farla scappare.
E lei stringeva lui.
La mano di Zanna scivolò in basso, su quel sedere meno sono e più morbido dei mesi scorsi, e poi si strinse ancora contro quella pancia che ormai si vedeva bene.
"Hai vinto amore."
Lui non disse nulla.
Perché era lei che aveva vinto.
Lei che nel suo corpo caparbio tratteneva una nuova vita, un corpicino che se ne fregava dei medici e delle statistiche e si ostinava a stare lì, forte e sano.
Avrebbe corso e vinto, tra qualche anno.
Ma la gara più difficile, la più impegnativa, quella contro l'avversaria più temibile, sé stessa, la stava vincendo.
Anche se le mani tese erano tutte per lui, anche se il signor Burton era a lui che stava promettendo un futuro, anche se il nome sul tabellone era quello di Zanna, era Bebe che aveva vinto.
Piangevano tutti, Bebe, Zanna, Fede, anche chi questa storia l'aveva vissuta ai margini, Sonia, Anna, Marco, Raffaella, Cristina, tutta la Piancavallo bella che era lì oggi.
Piangevano di gioia, per quel volo, per la gara.
Mentre Zanna e Bebe piangevano per quel pulcino che portava in grembo, e che sarebbe cresciuto sano e forte.
Bebe aveva messo da parte un sogno solo per inseguirne uno più grande, il più grande di tutti: quello di una vita normale.
E lì, tenendosi per mano, in posa con la pancia bella in vista, col corpo più pieno riempito giorno per giorno dall'amore di quel ragazzo sbagliato per tutti e perfetto per lei, lo stava realizzando.
"E adesso amore?"
"Torniamo a casa."
"Ti amo."
"Ti amo." Disse, accarezzandole con la mano la pancia.
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Ha ha... allora, vi ho sorpreso Bebers?
Allora, come va?
Siete ancora dei nostri?
Mi raccomando, votate e condividete. :-)
Perché dopo questo capitolo c'è solo l'epilogo.
E giuro che potrei piangere.
Intanto, grazie di tutto, a tutti, per avermi fatto compagnia fin qui.
Vi voglio bene.
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Bebe [COMPLETA]
RomanceBebe è una ragazza dolce, sveglia e piena di vita; ma non si potrebbe certo definirla "la ragazza perfetta". Zanna invece è il classico tipo da evitare; lui ad essere "il ragazzo perfetto" non ci ha nemmeno mai provato. Due come loro non dovrebbero...