Si alzarono tardi.
Il sole filtrava altro tra le persiane.
Fecero una colazione abbondante, poi tornarono a letto a fare l'amore.
Poi si prepararono e uscirono, con le tute ancora lì, appoggiate sul termosifone e gli scarponi per terra umidi.
Il sole era caldo, ma la temperatura era più frizzante per la pioggia della notte.
Piancavallo era deserta.
Una città fantasma fatta per contenere solo loro.
Nessuno per strada.
Negozi chiusi.
Resistevano solo Paolino al bar e pochi altri.
Passeggiavano in silenzio, pieni solo del loro amore.
Girarono strade e stradine di case chiuse, tende tirate, persiane abbassate.
Le foglie luccicavano umide della pioggia notturna.
Gli uccelli cantavano forte, e una lepre sparì in lontananza.
L'aria profumava di buono.
Giravano, giravano, giravano, in un girotondo senza senso.
Poi tornarono a casa.
Pranzarono.
Uscirono ancora.
Cenarono.
Dormirono.
Il giorno dopo salirono su per i sentieri.
Arneri.
Val dei Sass a fatica.
Ancora troppa neve.
E la neve, fuori stagione, fa paura.
Puoi affrontare uno strapiombo con la tavola ai piedi.
Ma un po' di neve a bordo sentiero con addosso solo gli scarponcini da montagna, fa tremare le gambe.
Però erano felici.
Felicifelicifelici.
Era una cosa nuova, bella.
Un'escursione.
Una cosa normale.
Ma che era più bella quando era una cosa da coppia.
Tutto bello.
Bellissimobellissimobellissimo.
Poi venne mercoledì, ed era finito lo zucchero e non c'era un posto dove comprarlo.
Mitico Paolino e quelle venti bustine di zucchero del bar.
Poi venne giovedì, e non smise di piovere un secondo.
Il venerdì pioveva ancora.
Decisero di pulire e scendere.
Lunedì iniziavano entrambi a lavorare.
Il cielo grigio e i boschi, lasciarono il posto al cemento cittadino su cui spuntava un timido sole.
"Mi fermo un secondo a salutare i miei. Va bene?"
"O... ok."
"Preferisci che entro un secondo e mi aspetti in macchina, o entriamo insieme col rischio di fermarci a pranzo?"
Bebe non sapeva che fare.
Non capiva se lui la voleva o meno.
E poi non era pronta.
Non era vestita bene, non si era fatta la doccia, non vedeva un estetista da settimane.
Zanna era davvero un imbecille.
Fermò la macchina.
"Amore, ci passiamo davanti, sono di strada. E non mi faccio vivo da un po'. Se entri mi fa piacere, così te li presento. Altrimenti passo un secondo, invento una scusa ed esco."
"Non sono presentabile, amore. Davvero."
"Tu sei sempre splendida, amore."
"Non me la sento."
"Allora parcheggio due minuti sotto casa e mi aspetti, ok?"
"Va bene."
Zanna parcheggiò davanti a casa.
"Torno subito."
Bebe accese la radio.
Un signore, bussò sul vetro.
Abbassò il finestrino timorosa.
"Buongiorno. Lei non entra? Non le va di mangiare qualcosa?"
Quegli occhi.
Gli occhi di... suo figlio.
Piacere signor PadrediAlex.
Che non so nemmeno come si chiama.
"No... ehm... io..." farfugliò.
Il padre di Zanna aprì la portiera.
"Coraggio, signorina, non sia timida."
Stava lavorando in giardino.
Aveva i pantaloni sporchi e un ciuffo di erba tra i capelli.
Almeno era preso peggio di lei, ma sembrava non farsene un problema.
E sembrava non trovare nemmeno strano che le mancasse un pezzo di braccio.
"Claudiaaaaaa... vèrdi che l'e qua l'amiga de 'to fiol!" gridò.
Poi disse, rivolto a Bebe. "Prego."
Bebe era paonazza.
Per fortuna anche la madre di Zanna era all'oscuro quanto lei dell'improvvisata, ed era in tuta da casa.
"Buongiorno, signora."
"Buongiorno. Si accomodi, prego."
Li sentì parlare in dialetto col figlio, poi in italiano con lei.
Erano gentili.
Il padre l'aveva subito presa in simpatia.
La madre cercava invece di nascondere il disagio.
Non l'antipatia.
Solo il disagio nel dover affrontare una persona senza un braccio così, senza essere avvisata.
Ma si sforzò di essere gentile.
Alla fine pranzarono insieme.
Una cosa semplice, pasta col pomodoro fatto in casa, arrosto preparato la sera prima, una Viennetta come dolce.
Parlò più che altro Zanna, gestendo la situazione.
Poi, subito dopo il caffè, si avviarono verso casa.
Zanna sapeva che sua madre gli avrebbe parlato, accusandolo di non trovarsi mai una normale.
Ma poi sarebbe passato.
Bebe era a disagio, ma meno del previsto.
Alla fine nessuno di loro era al top.
Non era il primo appuntamento ideale, ma pazienza.
Aveva informalmente conosciuto i suoi.
Era ora di tornare a casa.
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Bebe [COMPLETA]
RomanceBebe è una ragazza dolce, sveglia e piena di vita; ma non si potrebbe certo definirla "la ragazza perfetta". Zanna invece è il classico tipo da evitare; lui ad essere "il ragazzo perfetto" non ci ha nemmeno mai provato. Due come loro non dovrebbero...