CAPITOLO 79: SEMPLICE DOLCEZZA

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La serata sarebbe dovuta proseguire fino a tardi, ma erano tutti stanchi, e preferirono andare a casa.

Anche perché Bebe e Zanna, avevano voglia di stringersi finalmente, coccolarsi e fare l'amore.

"È mezzanotte passata... sono l'unica ragazza al mondo con cui il ragazzo non fa l'amore il giorno del compleanno."

"Scusa, amore... non sai quanto avrei voluto dormire abbracciato tutta la notte e svegliarmi con te."

"Lo so, sciocchino, stavo scherzando... adesso ti farai perdonare..."

"È stato un grande, tuo padre, comunque."

"Ha stupito anche me. Dev'essere l'età..." lo disse ridendo, ma in realtà era felice.

Era un bel gesto.

Era contenta di aver ritrovato finalmente suo padre.

E felice che Zanna lo avesse conquistato, anche se il come rimaneva un mistero.

Ma stasera non importava, era la sera più bella del mondo.

Si guardò allo specchio.

Era bella.

Indossava la biancheria sexy.

Zanna aveva acceso delle candele profumate, la camera aveva un buon profumo e una luce delicata e magica.

Si infilò sotto le coperte, strusciandosi contro di lui.

Sentì un mugolio soffocato.

"Cos'è stato?"

"Non ho sentito nulla."

Parlavano a bassa voce, per non farsi sentire nella camera dell'appartamento contiguo.

Ripresero a baciarsi.

Un altro.

Bebe si fermò.

"Dimmi che non sta succedendo davvero."

"Mi sa di sì."

"No, ti prego!"

"Mi sa proprio che il Tancredi..."

"Non posso sentirlo amore. Tappami le orecchie, ti prego!"

Zanna la strinse, ridendo, mentre le tappava le orecchie.

Un gridolino soffocato, più lungo degli altri, mise fine al tutto.

Zanna liberò Bebe, ridendo.

"Cosa ridi?"

"È buffo..."

"Cos'è buffo... mia madre... mio padre... oddio!" disse Bebe scuotendo la testa.

Zanna rideva, e Bebe gli saltò sopra a cavalcioni e prese a schiaffeggiarlo.

Lui la ribaltò, e la bloccò sotto di lui.

"Sssstt... ci sentono!"

"Li abbiamo sentiti anche noi! Ma non si rendono conto?"

Zanna si fece serio.

"Ascolta amore... te ne sei andata di casa per questo. Perché si ritrovassero. Per questo. Fanno l'amore, ed è questo che volevi. E domani se ne vanno e non li sentirai più..."

Bebe gli accarezzò la testa, dolce.

Zanna sorrise.

"... e scoperanno, in giardino, in cucina, sul divano. Il Tancredi ci darà dentro ovunque!"

"Brutto stronzo! È di mia madre che stai parlando!"

"Scusa, amore. Scherzavo, davvero. Sono già che dormono."

La baciò, dolce.

La baciò ancora.

Una pioggia di piccoli baci.

Bebe rispondeva.

Zanna si tirava indietro, trattenendosi un attimo quando la vedeva tendere le labbra a cercarlo.

Aspettava che aprisse quegli occhioni verdi, e ci affogava dentro.

Poi la baciava.

Poi ancora, e ancora.

Si prendeva il tempo, per gustarsi il momento, i gesti, gli sguardi.

Tutto quello che si era perso in questi giorni, che gli era mancato.

Aveva imparato a fare l'amore su altri corpi, con altre donne.

Labbra, collo, seno, pube, poi ancora su e ancora giù, come un copione, una successione che funzionava.

Uno spartito difficile eseguito in maniera meccanica, ma senza sentimento.

Invece stasera non le staccava un secondo gli occhi dal viso.

Si gustava le sue labbra, e solo quelle, centimetro, dopo centimetro, senza allontanarsi mai.

A Bebe piaceva.

Gli piaceva tutto di lui.

Con movimenti delicati le abbassò le mutandine mentre lei gli sfilava i boxer.

Scivolò in lei, delicato, guardandola, mentre si mordeva il labbro.

Si muoveva piano, mentre lei lo assecondava e gli accarezzava la nuca.

Si guardavano, alternando gli sguardi coi baci.

Vide il colore dei suoi occhi cambiare, le labbra che si dilatavano nel respiro più veloce.

Accelerò di poco i movimenti, quando lei chiuse gli occhi e iniziò a tremare, e gli soffocò i gemiti con i baci.

Si trattenne, quando lei li riaprì, ancora scossa.

Continuò a muoversi piano, fino a quando fu lei ad accelerare e a graffiargli la schiena.

Spingevano entrambi, guardandosi, mentre i loro visi si trasfiguravano di piacere.

Si soffocarono i gemiti di baci, mentre i loro corpi tremavano insieme.

Zanna crollò su di lei, affondando la testa nel cuscino.

Era stato talmente bello che ad entrambi venne da piangere per la gioia.

Si girarono piano, perché Zanna era più pesante, in modo che fosse Bebe sopra.

Lei era leggera, non gli dava fastidio.

Lasciarono che i respiri si calmassero, coccolandosi piano.

E piano si addormentarono, ancora uno dentro l'altra, come una cosa sola, la notte del loro primo compleanno insieme.

Bebe [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora