CAPITOLO 81: UN SERPENTELLO DISPETTOSO

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"Torna con i piedi per terra Bebe."

Donatella lo disse senza cattiveria, ma solo con la consapevolezza del già visto, di come le cose meravigliose non durino per sempre e di come quando tutto sembra andare per il meglio arriva la botta.

E quando arriva è meglio esser pronti.

Zanna, era stato bravo, dolce, attento e tutto... ma da qui all'essere il ragazzo perfetto, ne passava.

"Siete solo invidiose!" rispose Bebe, piccata.

Federica spalancò la bocca e strabuzzò gli occhi come faceva sempre, quando qualcosa la colpiva.

Di solito erano gli insulti di Zanna, a dire il vero.

Donatella non reagì.

Avrebbe sbranato – letteralmente – qualunque altra.

Aveva imparato ad essere una tigre, in un mondo di lupi e gatte morte.

Era amica di Bebe e le perdonò la giovane età.

Avrebbe potuto dirle che non le dava il lavoro appena concordato.

Ma erano affari, e Bebe era brava.

Non era beneficienza, solo consapevolezza che il rapporto costi benefici si sarebbe comunque chiuso in positivo.

Si accese una sigaretta, trattenendo la rabbia.

Anche loro avevano un compagno fantastico.

Oltre ad un lavoro, Federica addirittura una figlia.

E già... entrambe le braccia, sebbene Bebe sembrasse essersene dimenticata.

Bebe era diventata tracotante.

Tracotanza era la parola corretta.

Il peccato massimo.

Quello che nell'antica Grecia faceva cadere civiltà, eroi e persino gli dei.

Il credersi invincibili.

Donatella espirò, una lunga voluta di fumo.

Federica scorreva distratta il cellulare.

Bebe stava zitta, non sapeva che dire.

"Io vado."

Pagò i caffè. Era il minimo.

Donatella la guardò allontanarsi, a testa bassa.

"Se continua così, non arriva all'estate con Zanna."

"Temo anch'io." Rispose Federica, pensierosa.

Provava tristezza per l'amica.

La sua unica colpa era essere innamorata e felice.

Mancava di esperienza, solo questo.

Il primo amore, quello bello, quello che non si scorda mai.

E che poi finisce, calpestato o secco come una pianta di nontiscordardimè.

L'amore che sa far male più di tutti, se privato delle dovute cure.

O di una briciola di bel tempo, o della fortuna di trovare un terreno fertile.

Si cresce, e si supera tutto.

Ma il prezzo, alle volte è alto.

Molto alto, a volte troppo, lo sapeva bene.

Le raggiunsero Francesco e Davide, riportando una ventata di allegria.

Dopo poco Bebe era un rumore di fondo, soffiata via da un alito di vento.

Un alito di vento costante, pronto a diventare bufera.

"Cos'hai amore?" disse Zanna accarezzando la testa di Bebe.

"Niente."

Lui continuò ad accarezzarle la testa, senza chiederle altro.

Mentre lei aveva un fiume di cose e parole da dire.

E qualcosa di sordo, si faceva strada in lei, come un piccolo serpente dispettoso.

Bebe [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora