CAPITOLO 91: MUSICA CHE SCORRE

43 9 4
                                    

Lia fumava nervosa la pessima Marlboro scroccata al tavolo vicino.

Le era caduta la sigaretta elettronica, devastandosi in mille pezzi.

Guardava Bebe, che, con gli occhi chiusi, tamburellava sul tavolo mentre ascoltava la sua traccia.

Già, la sua traccia.

Quella delle mille modifiche, quella che Zanna l'aveva convinta a rivedere.

Osservò Bebe, la cicatrice che le sfregiava il viso, il braccio monco.

E il sorriso, nonostante tutto.

La conosceva poco, ma la trovava incredibile.

Bebe riaprì gli occhi.

"È bella. Bella davvero. E con l'armonica sopra ci posso lavorare."

Lia continuava a farlo per Zanna.

Non era convinta.

Zanna l'aveva presa, e, davanti ad un foglio di carta, le aveva spiegato il suo piano.

In ottica "win-win" diceva.

Lia metteva il pezzo, Bebe armonica, e poi forse voce.

Zanna video e remix, forse testo.

Poi insieme a lei, social e media.

Investimento zero.

Ma, se il video girava e diventava virale, erano serate per lei – quante birre aveva spinato solo nell'ultimo mese? Quante ore aveva dormito? - e visibilità per Bebe.

Il tutto perché un'amica di Donatella, Giulia le pareva, era dentro con progetti di psicologi che giravano per le scuole, o cose del genere.

E c'erano tante situazioni di disagio, di famiglie disastrate e ragazzi difficili, cui la storia di Bebe poteva essere di aiuto ed esempio.

Se Bebe fosse riuscita ad entrare in quel circuito, portando la sua testimonianza, e facendosi pagare, magari anche poco, sarebbero stati altri soldi.

Altri mattoni per quel suo futuro.

Fai del tuo difetto una risorsa, diceva.

Ma non lo faceva per soldi, certo.

Però, fossero arrivati, magari.

Era vero che Bebe doveva guardare al futuro, e fare tutto il possibile.

"Io quella fuori la conosco... ehi, Giulia!" disse Bebe, distraendola dai suoi pensieri.

Giulia si voltò, e andò a salutarle.

"Ciao ragazze. Che fate?"

"Aspettiamo Alex. E tu?"

"Aspetto Pier, in ritardo come al solito."

"Dai, Giuggiola, diversamente in anticipo!" Pier apparve alle sue spalle. "Possiamo unirci a voi?"

"Certo! Accomodatevi."

"Cosa ascolti?"

"Un pezzo di Lia. Zanna vuole farci un video. E vorrebbe anche una violinista. Ma chi la conosce una violinista?"

"Io ne conosco una..." disse Pier, ridendo, mentre Giulia gli scalciava lo stinco sotto al tavolino.

"Giulia suona il violino."

"Davvero?"

"Sì. Ma non sono brava."

"Eccome se lo è!" disse Pier.

"Non sapevo questo fosse un bar gay! E guarda chi c'è, ciao Yankee Candle!" li interruppe Zanna, spavaldo come sempre.

"Non eri entrato per quello?" rispose Pier, di rimando.

"Ciao coglione."

"Ciao stronzo." Dissero scambiandosi il cinque.

"Amore, invece di dire solo stupidaggini, me lo dai un bacio? Ho anche una bella notizia!"

"Ah sì... quale?"

"Giulia suona il violino!"

"Chi, Yaakee Candle?"

"Non mi chiamo Yankee Candle!" disse, irritata.

"Dai, Giuggiola, non prendertela." Disse Pier.

"Non ti ci mettere anche tu. Fate proprio il paio voi due."

"Senti, Yankee, lo suoni davvero il violino?"

"Diciamo di sì. E non chiamarmi Yankee!"

"Perfetto, sei dei nostri!"

Zanna spiegò il piano.

Avevano pochi giorni per imparare.

Lia la base.

Bebe armonica.

Giulia violino.

Fede video.

"Ma lo spartito?"

"Il cosa? Prima della classe, secondo te esiste uno spartito?"

"E come pensi possa fare?"

"Inventa!" intervenne Pier.

"Ma è impossibile!"

"...disse colei che due giorni fa, quando le ho detto no, mi ha risposto che niente è impossibile! So che se vuoi puoi farcela, non fare la pippa."

"Pigna in culo."

"Oca."

Continuarono così.

Nessuno era convinto, ma accettarono tutti.

Uscendo, Zanna prese in disparte Pier.

"Posso fidarmi della tipa?"

"Sì, al cento percento."

"Sicuro?"

"Se scazza, falla ragionare, o, al limite, falla incazzare."

"Credo userò la seconda opzione."

"Credo anch'io."

Risero e si salutarono.

"Ah, Zanna, un'ultima cosa." Disse Pier, con lo sguardo cattivo che non gli si vedeva mai. "Falla piangere e te la faccio pagare."

"Non posso promettertelo." Disse Zanna con aria di sfida.

"Tu provaci solo. Ciao stronzo."

"Ciao, coglione. E grazie. So che sei stato tu a convincerla."

Giulia li guardò allontanarsi, perplessa.

Lia si accese un'altra cicca, e, sconsolata, le sorrise.

Bebe [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora