Tommaso
Pensare ad altro risultava davvero complesso. Daniel era il mio migliore amico e non potevo lasciarlo nella sofferenza. Potevo solo immaginare quanto dovesse fare male rimanere da soli nel dolore e mi sentivo più inutile di quando, invano, cercavo di capire da solo cosa gli stesse accadendo. Era ovvio avrei dovuto prendere di petto la situazione, andando da Daniel e chiedendo esplicitamente cosa fosse accaduto. Le risposte non sarebbero arrivate da sole. Ma dall'altro lato, sentivo che se avessi domandato il motivo per cui il suo atteggiamento fosse mutato tutto a un tratto avrei toccato una ferita non ancora rimarginata. Non volevo causare ulteriore danno al mio migliore amico.
Volevo aiutarlo, ma per consentire al suo dolore di venire alla scoperta e di non essere tenuto nascosto dai suoi silenzi avrei dovuto causargliene dell'ulteriore, anche se momentaneo.Deciso a voler prendermi ancora un po' di tempo per riflettere sul da farsi, telefonai ad Andrea, col quale mi sentivo praticamente tutto i giorni nonostante la nostra lontananza fisica. Con lui, in quel periodo, ero in buonissimi rapporti. Era diventato un secondo migliore amico, per me. Oltretutto, con il sofferente comportamento di Daniel, potevo dire fosse anche l'unico con cui potevo confidarmi. Purtroppo a dirsi, Daniel non avrebbe potuto aiutarmi per essere aiutato a sua voota.
Andrea aveva concluso la nostra lunga conversazione per telefono con un invito a casa sua, quella medesima sera per le otto.
"Vieni pure tu da me, magari dopo l'ora di cena.I miei escono questa sera, vanno da amici. Credo torneranno molto tardi, dopo l'una. O forse le due" mi aveva detto."Ti fai trovare da me?".
E così feci. Dopo una doccia, una scelta rapida ma consapevole dell'abbigliamento, ricaduta su bermuda e polo, afferrai dalla scrivania il poco che mi serviva. Telefono e cuffie in una tasca, chiavi e spiccioli nell'altra, uscii di casa.
" Cazzo, l'abbonamento della Gtt" imprecai, sollevando nell'aere una mano.
"Arriverò in ritardo, ma fino a casa di Andrea sono quaranta minuti di tragitto.Impossibile non incontrare i controllori sul bus" riflettei, decidendo di tornare indietro. Aprendo il cancello di casa e percorrendo rapidamente il corridoio che mi separava dal mio appartamento, mi ricordai di lasciare fuori dal frigo del burro. I miei avrebbero preparato delle crêpes per cena.Per le nove, dopo un viaggio eterno in pullman e una passeggiata di buona lena per le strade di campagna in cui immense villette indipendenti si immergevano nel verde, mi presentai sotto casa sua, sudato come poche volte. In parte, ciò fu causato dalla corsa fatta per il pullman che passava ogni morte di papa; perderlo sarebbe risultato un disastro. In parte, per il caldo afoso che già ad inizio giugno mieteva povere vittime patenti il caldo come il sottoscritto.
Si poteva capire ciò di me quando, in inverno, giravo
Nonostante i pochi gradi sopra lo zero con una misera cento grammi e delle All Stars abbinate a leggeri fantasmini.
Adoravo il caldo e l'estate. Ma ai primi caldi finivo per stare male.In ogni caso, malgrado ritardo e sudore, vidi il lato positivo della situazione. Stavo per passare una serata in compagnia del mio migliore amico, con un moderno condizionatore a rinfrescare l'aria e un frigo pronto a fornirci ogni ben di dio per riempirci lo stomaco.
Venni accolto alla porta dalla figura di Andrea che, con uno smagliante sorriso, mi battè il cinque.
Entrai in casa con un po' di timore. In fondo non erano state molte le occasioni in cui avevo messo piede a casa sua. Ma poco dopo pensai che non ci potesse essere motivo di esserlo. Eravamo soli, solo noi due. Niente padri pronti a parlare di ragazze, niente madri tempestive nel baciare e abbracciare nel vano tentativo di far sentire l'ospite 'come se fosse a casa'.Sedutici in soggiorno, birra in una mano e telecomando nell'altra, Andrea commentò il mio vestiario.
"Compro sempre polo di quella marca" disse, osservando il logo in alto a sinistra piccolo e inconfondibile.
"Sí?".
"Già. In realtà ne ho solo di questa" precisò.
"Con quello che costano..." dissi.
"Bah, coi miei non ho un rapporto umanamente bello. Però se mi serve qualcosa i soldi li sganciano" disse Andrea, facendomi scoppiare a ridere.
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La storia d'amore ha inizio
RomanceContinuano le vicende del protagonista Daniel. Tra i banchi di scuola, le amicizie rafforzate sono ciò che consentono alle sue giornate di essere sempre frizzanti, mentre le lezioni di danza non danno mai un attimo di tregua a una vita sufficienteme...