You Are My Song,
David Archuleta.
Daniel"Bene. Eccoci qua per il penultimo ballo di coppia. Non potevamo finire la serata, meravigliosa con questo clima mite, quest'atmosfera cosí piacevole, un pubblico così numeroso, con un lento. Voi cosa ne pensate?" domandò il signore al pubblico, che applaudì con foga, conseziente.
"Bene. Allora a voi e alla musica!" annunciò, abbandonando il palco e dirigendosi dietro al tendone nero che lo separava dalle quinte.Mi voltai lentamente in direzione di Andrea, guardandolo negli occhi, nelle sue iridi a tratti verdi, a tratti more. Le sue labbra, concentrate in pochi centimetri di larghezza, lasciavano che la loro pienezza si facesse apprezzare nella carnosità. Un lieve sorriso comparve su di esse, come ad invitarmi a fare ciò che era stato proposto, con serenitá.
La musica partì. Non avevo mai ballato un lento. Porsi la mia mano destra ad Andrea, lasciando che le dita s'intrecciassero, delicatamente. Poi appoggiai la sinistra sul suo fianco, mentre lui lasciò che questa si adagiasse sulla mia spalla.
Poi iniziammo a muoverci, senza guardare minimamente dove muovevamo i nostri passi. Ci osservavamo negli occhi, seri, concentrati sul goderci ogni battito di ciglia, attendendo che queste, dopo un breve attimo di buio, permettessero, reciprocamente, una nuova visione delle nostre iridi.I nostri sguardi non si sorridevano. Nemmeno le nostre labbra ebbero il coraggio di farlo. Non ce n'era bisogno, in quel momento così completo di per sè.
Ciò che invece i nostri sguardi cercarono di trasmettersi fu un senso di pacificità, di fiducia l'uno nell'altro.
I miei occhi parlarono al posto delle mie labbra. Ammirazione, dedizione, serenità. Era tutto ciò che volevo che Andrea percepisse.La mia mano sfiorava con delicatezza la bella giacca di Andrea, senza formare pieghe. Non volevo trasmettere possessivitá. Ma un gesto di cortesia, di galanteria. Forse un tocco di romanticismo.
La mano destra incrociò le dita nella sue, stringendole ma non troppo.
Le mie ciglia battevano chiudendo le palpebre lentamente, riaprendole alla stessa pacata velocità. Ogni tanto inclinavo lievemente il capo, giusto di qualche grado. Analizzavo tutto il volto di Andrea, mentre mi accorgevo che lui continuava a guardarmi negli occhi, senza mai distogliere lo sguardo da essi.Abbassai lo sguardo verso il suo collo, dove aveva una voglia scura e a forma di cuore, non troppo grande, a sinistra, in prossimità di una cavità. La osservai, spostandomi poi verso il mento, liscio e dai lineamenti non troppo marcati, ancora dolci.
La musica echeggiava sottile e raffinata nelle nostre orecchie. I nostri passi, per quanto poco esperti, erano perfettamente coordinati.
Per me era come se tutto ciò che mi circondasse, fosse completamente ed improvvisamente svanito. Le altre coppie, gli spettatori seduti alle nostre spalle, il palco. Mi pareva di danzare con lui solo, al centro della piazza, con le luci delicate e la Luna a permettere ai nostri sguardi di incrociarci, la musica ad accompagnare i nostri passi.Avvicinai Andrea a me, giusto di poco.
Potevo sentire il suo respiro, piuttosto profondo, sul mio volto. Il calore attorno a me svanì, lasciandomi proseguire perfettamente a mio agio.
La mano di Andrea sulla mia spalla si spostó lievemente, come ad accarezzarmi. Cercai di non sollevarla, attraversato da una scossa di piacere.La musica, tutto ad un tratto, come se si trattasse di una decisione presa da un fato ostile, svanì inaspettatamente. Le luci si fecero più intense, sovrastando la delicatezza del bagliore della Luna; la voce della gente, fino a quel momento non udita, ricominciò a farsi sentire. E l'atmosfera, tutto ad un tratto, andò scemando.
Era stato tutto così magnificamente desiderabile, cosí magicamente inaspettato.
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La storia d'amore ha inizio
RomantikContinuano le vicende del protagonista Daniel. Tra i banchi di scuola, le amicizie rafforzate sono ciò che consentono alle sue giornate di essere sempre frizzanti, mentre le lezioni di danza non danno mai un attimo di tregua a una vita sufficienteme...