Capitolo 62

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Daniel

La primavera aveva ormai fatto la sua comparsa, autoinvitandosi nell'atmosfera urbana, inebriando le strade con i suoi profumi floreali, i colori pastello, il cielo mai troppo grigio, ma piuttosto di un piacevole cilestrino.
Le giornate si allungavano, permettendo di usufruire dei pomeriggi fino al loro esaurirsi nel momento in cui il sole, al crepuscolo, colorava il pallido firmamento con i colori caldi della nostra stella. Prima di giallo, poi d'arancio, infine di rosa.
E la magia si scatenava quando le nuvole, sdraiate alte nell'immensitá del cielo, si coloravano di una tonalitá color pesca, attraversando la cittá e lasciando che la gente, stupefatta per l'ennesima volta alla vista di quello spettacolo, alzasse la testa e osservasse, naso all'insù e labbra spalancate, il cielo mutare nelle sue mille sfumature.

E poi, inevitabilemente, il colore scuriva lentamente, fino a non permettere al più attento scrutatore, di rendersi conto che la tonalità avesse raggiunto un'intensità tale da essere confusa con il corvino.

L'aria cominciava a riscaldarsi, un lieve tepore poteva essere apprezzato giá nelle prime ore del mattino quando, appena svegliatisi dalla calda culla che per la notte aveva intiepidito il nostro corpo, non c'era più necessità alcuna di battere i denti alla ricerca di sollievo dal freddo che, per tutto l'inverno, aveva reso la natura di ciascuno di noi pigra, paragonabile a quella di un animale letargico il cui unico interesse era quello di poltrire sotto ad uno spesso, caldo manto.

La primavera era il periodo annuale che più riuscivo ad apprezzare. Di ogni stagione vedevo il lato positivo: l'autunno che con i suoi mille colori caldi contrasta il calo delle temperature, quasi come a voler accompagnare la fine della bella stagione con le sue focose tonalitá del giallo e del rosso per avviarsi verso il freddo l'inverno.
Quest'ultimo, privo di colori, ma pieno di emozioni nella binarietà delle sfumature del bianco e del nero: la neve, il fumo che esce incessante da un camino, un merlo che passeggia nella candida coltre, i tetti nivei, il paesaggio immacolato, le cioccolate calde con qualche soffice nuvola di panna montata, il cielo perennemente bigio.
E l'estate, un lungo inverno dalle afose temperature, periodo letargico per tutti gli studenti e gli insegnanti che si concedono una pausa di un'intera stagione dopo aver intensamente trascorso, senza troppe interruzioni, le tre precedenti.
I colori si fanno vivi, il giallo del sole contrasta il turchino del mare e del cielo, gli abiti dai colori accesi si scuotono al vento, il bronzeo della pelle contrasta il pallore che aveva regnato fino a poco prima sulla cute per un intero anno.
E infine, la primavera, stagione per la quale non avevo esplicazioni da poter accostare. Ma una parola solamente poteva descrivere al meglio i tre mesi primaverili: rinascita.

Era il periodo dell'anno in cui tutto aveva una seconda vita, in cui ogni cosa si rigenerava. Le piante lasciavano che i fiori sbocciassero all'improvviso sui rami che fino a non molto tempo prima erano rimasti spogli.
Gli animali procreavano nuove generazioni di cucciolate, un inno alla vita.
E l'atmosfera, rasserenata dagli odori lievi e piacevoli, diventava frizzante, colma di nuovi buoni propositi, di obiettivi da raggiungere ora che l'alta stagione stava per cominciare.

Andrea era una delle poche persone che conoscevo a percepire, in maniera così accentuata come il sottoscritto, il cambio di stagione e la meraviglia con cui la Natura facesse percepire quanto fosse sorprendente. Quanto riuscisse a sorprendere se ci si soffermasse ad osservarla con il naso per aria, le braccia spalancate, il busto a girare su se stesso attorno al mondo che ci circondasse. Era quella, la libertà che molti sperano di avere nella vita. È la libertà di cui tanti parlano senza sapere che debbano essere loro a cercarla. E non immaginano quanto sia loro vicina.
Basta chiudere gli occhi, inspirare profondamente e lasciare che il corpo rotei, si immerga nel mondo in cui tutti facciamo parte senza essere davvero consapevoli di esserne dentro.

La storia d'amore ha inizioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora