Ringrazio di cuore @youreyes_myworld e @HachiDKudo .
Daniel
ll pomeriggio che si prospettò in quel fresco e soleggiato giorno di primavera fu uno dei più emozionanti che avessi vissuto fra tutti quelli in cui avevo deciso di invitare un amico a casa mia per la prima volta. O meglio, il mio ragazzo, prima migliore amico, poi diventato qualcosa di più. Ma ciò non denotava che essendo il mio compagno non potesse avere, con il sottoscritto, un legame d'amicizia.
Era la prima volta che lui veniva a casa mia e inizialmente notai un lieve imbarazzo nell'atmosfera che ci circondasse. I suoi gesti parevano venire svolti con meno naturalezza di quanto non facesse ordinariamente. Ed io volevo che lui si sentisse il più a suo agio possibile. Non c'era bisogno di avere timore, lui non era solo. Non finivo mai di ripeterglielo nè mai avrei cessato di farlo. Era una cosa importante. A casa sua, giá l'avevo capito, non era facile. Ma a casa mia era differente. Da me doveva stare bene e non rivevere le perniciose situazioni quotidiane.Percorsi i gradini delle scale saltandoli energicamente due a due, seguito da Andrea che, con più classe rispetto al sottoscritto, decise di percorrerli con più calma e grazia, uno alla volta. Arrivai al pianerottolo, gettando a terra lo zaino e afferrando le chiavi che avevo riposto nella tasca laterale di quest'ultimo.
"Hai una brutta abitudine" mi aveva rimproverato mia sorella.
"Arriverá il giorno in cui le perderai" aveva avuto il coraggio di dirmi. Lo presi come un malaugurio.
"Pensa per te, Veba. Ormai sono anni che io ho le chiavi. Per te è solo il primo mese. Non può accadere" le avevo detto di tutta risposta, convinto delle mie parole.
"Vedrai che mi dirai che avevo ragione". Non sopportavo farmi mettere i piedi in testa da Vanesa.Per quanto le volessi bene, pretendevo rispettasse la mia figura di fratello maggiore. Ma alla fine, con la sua scaltrezza ed i giochi di parole, riusciva sempre ad avere la meglio su di me."Mamma, sono a casa!" urlai, spalancando il portone, robusto e di un legno chiaro. Sottrassi le chiavi dalla fessura e le riposi nella tasca della felpa, ampia e felpata.
"Vieni, Ande" invitai il mio ragazzo a seguirmi nella mia dimora, afferrando lo zaino precedentemente appoggiato sullo zerbino, oramai consumato dai passi di tutti gli ospiti fra amiche di Vanesa, colleghi di mio padre e di mia madre che, nel corso degli anni, ci avevano fatto centinaia di visite passando di lì."Mammaaaa!" urlai, mettendo le mani a ventaglio in prossimità della bocca per far echeggiare il suono.
"Dane, cosa fai?" mi rimproverò Andrea, appoggiando una mano sul mio avambraccio.
"Sará occupata, dai... aspetta un secondo".
"Ah, non credo proprio. Maaaaa'!" ripresi la cantilena.La figura di mia madre comparve in tutta la sua bellezza dalla cucina. Un vestito aderente e corvino le fasciava il corpo, mentre i capelli, legati in un morbido chignon, facevano la loro bella figura.
Con indelebile accento spagnolo si apprestò a salutare Andrea.
"Ciao, piacere di conoscerti. Sono María Inés, la madre di questo essere ingrato alla tua sinistra" disse riferendosi a me. Spalancai la bocca alzando le braccia, stupito delle cose che stesse dicendo di fronte al mio ragazzo.
"Ma tu puoi chiamarmi solamente Inés. Non mi piace il nome María" pronunciò mia madre, che per ogni amico che invitassi a casa ne aveva una differente ogni volta.
"Perché, perché fa rima con 'Pazzia'? " le domandai, schernendola affettuosamente. Poi mi avvicinai per ricevere il solito bacio sulla guancia.
Se mi fossi sottratto dalla monotona routine mi avrebbe certamente ripreso.
Era una cosa che odiavo.
Non tanto la ramanzina, quanto la smanceria a cui ero costretto a sottostare anche in presenza dei miei amici.
"Piacere, Andrea". Andrea le porse una mano che mia madre strinse calorosamente.
"Mucho gusto".
"Muito gusto" rispose dal canto suo Andrea.
"Hai origini portoghesi?" domandò incuriosita mia madre, incrociando le braccia al petto e facendo comparirw un sorriso sulle sue labbra.
"Si".
"Che cosa maravillosa! Potresti insegnarmi qualche parola". Andrea le sorrise. Mia madre ricambió, invitandolo a farsi dare la giacca.
"La ringrazio".
"Di nulla. Sei un ragazzo molto gentile".
"Mamma, smetti di infastidire i miei amici" dissi, salterellando di fronte a lei.
"Ma Daniel, cosa dici? Non sto infastidendo nessuno! Oye, non parlarmi a questo modo, eh!". Risi, seguita da Andrea.
"Ti sto infastidendo?" domandò lei al mio ragazzo.
"No, no, assolutamente" rispose lui.
"Mamma...".
"Hai visto, amore mio? Forza, adesso aiutami. Sto preparando una torta alla ricotta".
"E va bene...".
"A te piace, Andrea?".
"Oh, certamente. La ringrazio".
"Daniel, prendi spunto dal tuo amico".
"Ma..."
Scomparve dietro la porta della cucina che era stata scorsa orizzonalmente davanti al mio viso.
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La storia d'amore ha inizio
RomanceContinuano le vicende del protagonista Daniel. Tra i banchi di scuola, le amicizie rafforzate sono ciò che consentono alle sue giornate di essere sempre frizzanti, mentre le lezioni di danza non danno mai un attimo di tregua a una vita sufficienteme...