Tommaso
Le voci echeggiavano rumorose fra le spesse pareti dall'intonaco scrostato. Erano soprattutto maschili, ma una femminile rompeva il coro di toni gravi con delle altre frequenze. Le risate si contrapponevano a urla di gioia, mentre i battiti delle mani parevano il rumore che ne derivava dallo scuotere di un legnetto sulla tela di un tamburo. La palestra, completamente vuota, attendeva di essere colmata dagli artefici del chiasso.
In un momento di maggiore quiete volli parlare con Daniel.
Lo raggiunsi frettolosamente alla panchina dello spogliatoio su cui era solito appoggiare la sua roba e cambiarsi. Ogni di noi, lì dentro, aveva una propria postazione, che sceglieva ad inizio corso e manteneva durante tutta la sua durata.
I nostri compagni, arrivati in anticipo rispetto all'inizio della lezione di danza, erano tutti ammassati attorno ai lavandini a giocherellare come deficienti sprecando quantità ingenti d'acqua e allagando per terra gli spazi fra le piastrelle. L'acqua si andò ad accumulare nella calce ormai salda fra una e l'altra, scurendosi.
La banda cicciotti sapeva divertirsi davvero con poco.
Scrutai con lo sguardo più in profonditá, verso le docce. Altri, fra i miei compagni chiaccheravano animatamente, svuotando il loro sacco per prelevarne la tuta da indossare.
"Ti dico di no. In fatto di flessioni non puoi battermi" sentii dire da Luciano.
"Come? Ti assicuro che vinco io" si pavoneggiò Maurizio.
"Scommettiamo?".
"Quanto vuoi?". Fra i due si era accesa una discussione piuttosto animata. Una terza parte era pronto a fare da testimone alla scommessa, evidentemente di così grande importanza che presto avrebbe trasformato lo spogliatoio in una sala scommesse.
Altri ragazzi si erano invece dimostrati più responsabili. Si erano appartati in un angolo della grande saletta a cambiarsi, mantenendo un angolo dello spogliatoio, sprofondato nel casino, nel più assoluto silenzio. Cosa che avrei dovuto fare anche io invece che cercare disperatamente Daniel, chiamandolo a gran voce. Ad ogni secondo che passava, ed io non lo trovavo, l'ansia cresceva sempre di più.
"Ma dove si è cacciato, quello scemo?" pensavo fra me e me.
Mossi qualche passo in direzione della palestra, dov'ero stato fino a poco prima. Una volta raggiunta, mi fermai. Appoggiai una mano sullo stipite della porta e mi affacciai al suo interno.
Daniel. Eccolo lì. A sistemare i conetti arancioni in giro per la palestra. Pareva essere davvero molto concentrato.
Mi fermai ad osservarlo senza chiamarlo. Non volevo disturbarlo. Era piegato in avanti a sollevare una decina di oggetti conici tutti assieme. Le sue braccia fecero comparire muscolosi bicipiti una volta sottoposti allo sforzo. I suoi pantaloni, della Kipsta, aderirono al suo fondoschiena quando si piegò sulle ginocchia, fasciandogli le natiche. Incrociai le braccia, appoggiandomi con la spalla allo stipite della porta. Sorrisi, ammirandolo.
Non mi aveva ancora notato fino a quando, ad un certo punto, decisi di far arrivare quel momento. Tossii, non troppo rumorosamente. Daniel alzò lo sguardo in mia direzione. La sua frangia color miele si erse nell'aria, per poi ricadere disordinatamente sulla sua fronte.
"Ciao" esordii, sorridendogli.
"Hey. Come stai, Tom?" mi domandò, vendendomi incontro. Mi porse una mano che battei, avvicinando la mia spalla alla sua.
"Tutto a posto. Tu cosa fai?". Si girò in direzione di alcuni conetti che, nel frattempo, posti una sopra l'altro su un tavolino in bilico, caddero rumorosamente da un'altezza notevole. Il silenzio della palestra venne infranto da quel raccapricciante rumore. Rabbrividii. Vidi comparire, sul volto del mio amico, un'espressione che pareva essere proprio consapevole dell'arrivo imminente di guai.
Lo guardai.
"I-io...torno subito!" disse, correndo all'impazzata verso il tavolino, mezzo scassato, che si trovava dall'altra parte della sala. Una ventata di aria fresca sfiorò la mia pelle.
Mi affacciai all'esterno della sala per assicurarmi che Annalisa non fosse nei paraggi. Se lo avesse beccato fare casino, lui sarebbe certamente finito in guai seri.
"Daniel, sbrigati. È in fondo alla rampa di scale. Sta chiacchierando con qualcuno, ma credo che a breve arriverà!" urlai al mio amico, intento a sistemare il casino prima combinato.
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La storia d'amore ha inizio
RomanceContinuano le vicende del protagonista Daniel. Tra i banchi di scuola, le amicizie rafforzate sono ciò che consentono alle sue giornate di essere sempre frizzanti, mentre le lezioni di danza non danno mai un attimo di tregua a una vita sufficienteme...