Lui è uno tosto e sa quello che vuole, non come quel codardo di Andrea.
Daniel
Respiri. Sudore. Fatica. Era quello che si percepiva appena si entrava nella palestra dove noi ragazzi del primo anno ci stavamo allenando, in vista di un importante saggio.
La sala, enorme, era fresca. Raramente veniva acceso il riscaldamento. Solo d'inverno, nelle giornate talmente fredde in cui se non si faceva altrimenti si rischiava di congelare. In quel periodo non ce ne sarebbe stato bisogno, ma si avvertivano comunque dei brividi di freddo, forse più per la paura che per il clima poco confortevole con cui, alla fine, eravamo abituati a venire a contatto.
Il saggio sarebbe stato a breve, e noi non vedevamo l'ora che arrivasse quel giorno. Non tanto per esibirsi, quanto per superarlo e dimenticarci di tutto, degli allenamenti strazianti a cui eravamo sottoposti almeno un paio di volte a settimana e la tensione dovuta al solo pensiero che qualcosa potesse andare storto.La musica rimbombava forte nella sala, raggiungendo ogni centimetro di essa. Le enormi casse poste accanto alla porta d'ingresso facevano sí che addirittura i passanti si fermassero a guardarci dalla finestra che dava sulla strada e iniziassero a stare a ritmo delle percussioni con scuotimenti di testa.
Chi si fermava, sorridente, sembrava essere invidiosi della nostra situazione, di quanto fossimo fortunati a sentire della musica e sfogarci al suo ritmo. Ma se solo avesse saputo cosa ci aspettava, probabilmente non sarebbe passato nemmeno per la retrocamera del cervello di fermarsi neppure lì per un secondo.
"Forza, non siamo nemmeno a metà lavoro!" ci annunciava Annalisa dopo la conclusione di ogni sessione di flessioni, addominali, corsa, skip. Più che andare avanti e avvicinarsi alla fine della lezione, pareva di tornare indietro.
Ogni domanda riguardante al nostro punto di arrivo era inutile. Addirittura andava a peggiorare la situazione.
"Più chiedete, più giri di corsa vi costringo a fare. Basta domande. Adesso iniziate a camminare" ci ordinava.
Alla fine, dopo estenuanti allenamenti per il riscaldamento arrivava la parte più coinvolgente di tutte: il vero e proprio ballo. In realtà era anche quello a preoccupare: ci avrebbe dato grandi responsabilità.
Ognuno di noi aveva i propri punti deboli. Ma sapevamo che lavorando assieme saremmo riusciti a darci forza.
In fondo ci avrebbe anche fatto bene confrontarci con un pubblico composto da persone che comunque conoscevamo. Chissá, magari qualcuno fra noi, un giorno, sarebbe diventato un ballerino professionista e le esibizioni sarebbero state pane quotidiano.
Quello era il sogno di Fabio.
Lui voleva fare della danza un mestiere: anche se aveva iniziato tardi aveva intenzione di praticare sempre di più, fino ad arrivare ad un livello agonistico.
Ed un altro sogno che aveva, riguardante l'attualità, era di sposare il ragazzo con cui stava da circa un paio di mesi. Nessuno aveva saputo di questa sua relazione fino a quando non aveva deciso, finalmente, di raccontarla pubblicamente a tutti coloro che, nello spogliatoio, me compreso, avevano gradito origliare quando si accinse ad esporre nei minimi dettagli la notizia bomba."Hai sentito? Fabio ha un nuovo ragazzo" avevo detto a Tommaso, una volta che mi aveva raggiunto nello spogliatoio, esausto, dopo due ore consecutive di allenamento più una serie di flessioni aggiuntiva per punizione per aver riso di una caduta di Fabio a cui io, non so come, ero riuscito ad astenermi evitando così la penitenza.
"Sì, sto sentendo anche io" mi aveva detto, rientrando zoppicante appoggiandosi l'asciugamano con cui si era asciugato i capelli, sul collo.
"Stanno assieme da appena due mesi".
"Chissà se si tratta di Andrea" ipotizzai.
"No, no. Sono sicuro che non si possa trattare di lui. Assolutamente" disse il mio amico, scuotendo la testa.
"No? Perché no?".
"Così. Ti pare che sia lui? Figurati!" si affrettó a concludere.
"E allora secondo te chi è?".
"Ma che ne so, domandalo a Fabio! Ti dico solo che sono certo non sia Andrea".
"Perché, ti ha detto di amare qualcuno?" chiesi.
"Più o meno...". Sghignazzó.
"Dai, basta domande. Sentiamo cos'ha da dire Fabio riguardo alla sua relazione alla sua banda di decerebrati". Mi feci scappare una risata sonora. La classe di danza sprofondò in un imbarazzante silenzio. Tossii. Tommaso tratteneva a stento una risata."Ci siamo conosciuti tre mesi fa. E dopo un mese abbiamo deciso di metterci assieme. Sembra proprio il tipo perfetto per me" diceva, con una dolcezza nelle parole che stonavano con il modo di fare che aveva di solito con chi lo conosceva.
"E com'è?" domandavano tutti assieme i suoi amici.
"È un figo, ragazzi. Alto, moro, muscoloso. Ha vinto anche un concorso di bellezza".
"E l'avete già fatto?".
"No, non ancora ma presto lo faremo".
"E come fai a dirlo?".
"Ne sono sicuro. Lui è uno tosto e sa quello che vuole, non come quel codardo di Andrea. Che coglione, quello. Quando gli avevo chiesto di farlo si era rifiutato. Aveva paura di non so cosa. Che persona...".
"Ma dai, avevate solo quattordici anni!".
"Io alla sua etá lo avevo già fatto da un po' di tempo e più di una volta".
"Magari aveva bisogno di un po' di tempo in più. Forse dovevi aspettarlo".
"Ma che aspettare e aspettare! Se fossi stato dietro a lui sarei arrivato alla terza età ancora vergine. Mirko, invece, è uno serio. Sa quello che vuole. E poi ama dominare. È uno così sensuale e passionale...". Parlando del suo nuovo ragazzo, Fabio pareva davvero entusiasta. Sembrava fosse in completa adulazione di questo tipo. Quasi come se si trattasse di una divinità.
Nulla di male, se solo non avesse parlato di Andrea come se si trattasse di uno straccio, di un vestito vecchio e rotto, da buttare e sostituire con uno più nuovo.
Ma forse non aveva capito che i vestiti con dei buchi si possono aggiustare... E chissà , forse sarebbero rimasti come nuovi se fossero stati ben usati, con accuratezza e attenzione.
E oltretutto non è un vestito a rovinarsi. Se si rovina, è perché non lo si è saputo trattare nel migliore dei modi...
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La storia d'amore ha inizio
RomantikContinuano le vicende del protagonista Daniel. Tra i banchi di scuola, le amicizie rafforzate sono ciò che consentono alle sue giornate di essere sempre frizzanti, mentre le lezioni di danza non danno mai un attimo di tregua a una vita sufficienteme...