Passò una settimana da quell'episodio e tornai a Calvairate ottenendo il permesso da vari assistenti sociali. Il pomeriggio riuscivo a studiare anche se con meno frequenza a causa di tutti i processi legali per via della mia custodia.
Mirko mi aveva anche portata più volte da una psicologa che mi stava aiutando ad attraversare un momento così delicato. Ripresi a scrivere con molta più frequenza, anche se i miei testi parlavano sempre della stessa cosa, ovvero della mia ricerca di un posto e del bisogno di amore.
Matteo era ripartito con Marta ed io, ormai, me ne ero fatta una ragione. Certo, mi manca e vorrei che tornasse, ma vedo che con lei è felice. Siamo rimasti comunque in buoni rapporti e qualche volta lo chiamo.
Ho iniziato a frequentare la palestra dove Mario fa pugilato, sotto consiglio della psicologa, e mi sta facendo davvero bene.
Io e Diego siamo diventati molto uniti e non ci separiamo quasi mai e credo di stare iniziando a provare qualcosa per lui, qualcosa di abbastanza forte.
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《Oh belli stasera andiamo in disco a staccare?》propose Mario mentre mangiavamo. Io annuii poco convinta, mentre Mirko scattò dalla sedia e corse in camera sua, seguito poi da Mario. Diego finì di controllarsi il diabete, poi sparecchiò. Io stavo ancora finendo. Aspettò che finissi, per poi anche lui sparire nella sua stanza.
Indossai un semplice vestito nero che mi arrivava a metà coscia, lasciai i capelli sciolti e misi delle scarpe nere con un piccolo tacco. Presi una pochette argentata dove misi il telefono, 5 euro e un pacchetto di fazzoletti. Tornai in salotto dove c'erano Mirko e Mario intenti a giocare con il telefono. Mario indossava dei jeans neri, una polo bianca e delle scarpe nere, mentre mio fratello aveva dei jeans blu e una maglia bianca. Mi guardarono per qualche secondo e Mirko mi prese a braccetto. Appena arrivò Diego, uscimmo di casa per poi salire sul pandino. Io ero dietro con Mario. Eravamo tutti molto silenziosi.
Appena arrivammo nel locale, ci dividemmo e io cercai un divanetto dove sedermi e stare per tutta la sera. Dopo vari minuti, si sedette accanto a me un ragazzo biondo. 《Piacere Luca》si presentò, porgendomi la mano. 《Eleonora》sussurrai, stringendogliela. Parlammo per qualche minuto, poi mi invitò in pista. Dopo varie suppliche da parte sua, accettai sconfitta. Appena mi sollevai dal divanetto, vidi Diego che ballava stretto ad una ragazza. Feci un bel sospiro, prima di seguire Luca in pista e stampandomi un sorriso falso. Lui era molto appiccicoso: tentava di accarezzarmi ovunque e dopo un po' riuscii ad uscire fuori a prendere aria.
Sentii dei passi dietro di me e vidi Diego intento ad accendersi una sigaretta. Mi affiancò e rimanemmo in silenzio mentre lui fumava.
《Cosa ci fai qua?》chiese, spegnendo la paglia, schiacciandola a terra con la scarpa. Sollevai le spalle, abbassando la testa. 《Perché hai detto a tuo fratello e Mario che volevi venire se non ne avevi voglia?》domandò. Risollevai le spalle, non mi andava di parlare. Sentivo la gola secca e non capivo perché. Mi sentivo soffocare, come se fossi in una boccia piena di acqua e cercassi aria. Tutta questa storia della psicologa, Mirko che non dormiva per rileggere le carte da portare in tribunale, l'avvocato da pagare, io che stavo zitta, mio padre che sembrava stare per vincere, le mie domande senza risposta, tutto ciò mi affollava la testa ed io stavo per esplodere. Non volevo piangere, non volevo fare la figura della debole, della bambinona. 《Vieni qui》Diego allargò le braccia ed io mi ci tuffai dentro, facendomi cullare da lui, dal suo battito e dal suo profumo.
《Ora torniamo a casa. Chiamiamo Mirko e Mario e torniamo a casa. Stammi vicino》disse, prima di prendermi per mano e rientrare nel locale.
Nota autrice
Ciao a tutti e scusate il disturbo. La settimana prossima non potrò aggiornare perché partirò in una struttura ed il telefono potrò usarlo solo la sera per chiamare i miei e quindi niente aggiornamenti, rip. Ma state tranquilli che poi torno eh! Sono pronti tutti gli altri capitoli.
Buona lettura!

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Deja vu/Izi
FanfictionSe si tiene davvero a qualcosa, l'ultimo tentativo è sempre il penultimo.