Cap.2

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《Ragazzi, come ben sapete si sta concludendo il primo quadrimestre e alcuni di voi in una delle mie materie, ovvero italiano, non hanno ancora dato l'interrogazione di poesia di Foscolo e Leopardi. Oggi chiamiamo dal centro》la vecchia professoressa si appostò dietro al computer, facendo su e giù con gli occhi nello schermo pieno di polvere. Mi strinsi nella vecchia felpa di Mirko mormorando Non io, Non io, non io.
《Martorana》Cazzo.
《No prof》sussurrai. Se prendi l'ennesima insufficienza, dovrai tornare da papà e perderò la tua custodia. Non fare cazzate.
《Eleonora? Ho sentito bene? È l'ennesima interrogazione che rifiuti con me! Non puoi continuare così! E nelle altre materie?!》
《Solo matematica è un po' in bilico...sono sul 5 e mezzo..》dissi, abbassando la testa, mentre sentivo quelle arpie che commentavano.
《Martorana, sono costretta a chiamare il preside e suo fratello. Mi dispiace. Non sappiamo più come aiutarla》sbuffò la prof, prima di alzarsi ed uscire.
Fissavo il vuoto davanti a me con le lacrime agli occhi.
El se ti perdo, è la fine. Sei la mia famiglia, sei tutto ciò che ho, ti prego.
《Signorina, è arrivato suo padre. Le auguro buon viaggio》decretò la professoressa, mentre facevano capolinea gli occhi smorti di mio padre, i suoi capelli bianchi ed il suo sorriso da bastardo.
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《E allora pupa? Come te la passi?》chiese poggiandomi una mano sulla coscia. La tolsi e non risposi.
Dopo vari minuti di silenzio, decretai 《Portami da Mirko》
Lui sghignazzò, prima di fare inversione e parcheggiare nella mia ormai vecchia casa. Corsi giù dalla macchina, quasi buttando giù tutti i portoni e suonando ripetutamente al campanello Martorana. Aprì Mario.
《Bimba》mormorò prima di abbracciarmi fortissimo. 《Dov'è Mirko? Sta bene? Non ha toccato quella merda? Devo fare qualcosa io non voglio andare da quello. Dov'è?》dissi in preda al panico. 《È nella sua stanza. Cercherò di fare anche io il possibile》sorrise.
Corsi nella sua stanza, bussando ripetutamente per poi aprirla.
Mio fratello stava steso sul letto, una mano sotto la testa ed una sopra il cuscino, le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi. 《Non mi perderai.》sentenziai, prima di buttarmi sopra di lui e abbracciarlo. Iniziò a singhiozzare contro il mio collo, mentre gli accarezzavo i capelli e gli baciavo la fronte. 《È tutto okay, passo questo fine settimana. Ti voglio bene》dissi, prima di andarmene. Salutai di nuovo Mario, per poi tornare in macchina da mio padre.
Direzione Cinisello Balsamo.

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