Cap.37

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《Matte' come stai? Com'è la Polonia?》chiesi, mentre scarabocchiavo il foglio dove stavo scrivendo. Diego poggiò la penna e ascoltò la conversazione, guadagnandosi una mia occhiataccia.
《Hey El, tutto bene, la Polonia è bella, anche se son capitato con una signora pazza come un cavallo, ma tutto sommato è simpatica e cucina bene. Sto cercando anche un lavoro》disse.
《Davvero? Cosa vorresti fare?》
《Vorrei fare o tipo il libraio o qualcosa di simile, così imparo un po' la lingua. All'inizio parlerò inglese, poi vedrò》spiegò. Parlammo un altro po', poi lo chiamarono e finì la chiamata.
Ripresi a scrivere, mentre Diego mi guardava ancora.
《Che c'è?》chiesi, un po' irritata.
Lui scosse la testa, per poi andare a controllare il diabete e tornare.
《Sicura di non provare più nulla per lui?》chiese, quasi sussurrando.
Mi alzai, andando ad abbracciarlo.
Il suo cuore batteva a mille e mi strinse a se fortissimo, come se da un momento all'altro potessi scivolare via dalle sue braccia e sparire per sempre.
Era fragile Diego, da questo punto di vista, un cristallo. Aveva costantemente paura di non essere all'altezza, di fallire.
《Che ne dici se andiamo un po' al parco?》proposi, staccandomi e guardandolo negli occhi, mentre poggiai le mie mani dietro il suo collo. Lui annuì, prendendomi per i fianchi ed avvicinandomi a lui, baciandomi. Sorrisi, poi mi staccai ed andai a prepararmi. Misi dei jeans neri strappati, una felpa nera e le Dottor Martens. Dopo dieci minuti, eravamo fuori casa. Nel tragitto verso il parco, mi parlò del mixtape e dei piccoli tour che avrebbe fatto.
《Vorrei che venissi anche tu》mi dissi, prendendomi per mano e facendomi un mezzo sorriso.
《Ci penso》risposi. Le sue labbra si aprirono in un sorriso che andava da un orecchio all'altro, poi sussurrò sognante un "benissimo".
Arrivati al parco, mi coricai sotto un albero.
《Ci venivo sempre con Mirko qua》ricordai nostalgica.
《Quando mamma non poteva venire a prendermi da scuola, veniva lui. Mi portava qua e mi teneva sotto controllo, poi verso le sette e mezza arrivava mamma e ci riportava a casa》Sospirai, mentre lui mi faceva poggiare la testa sul suo petto e mi accarezzava i capelli, lasciandomi piccoli baci sulla fronte.
《Poi mamma un giorno non è venuta》dissi, con le lacrime agli occhi. Diego si bloccò, come se fosse stato ghiacciato da un incantesimo.
《Si è trasferita in Inghilterra e ci ha lasciato con "papà"》continuai.
《Piccola, ferma...basta così, si vede che non ti fa stare bene raccontare tutto ciò, non voglio che tu stia male okay? Basta così》mi suggerì Diego.
Annuii, avviconandomi ancora di più a lui, che riprese a coccolarmi. Rimanemmo così per un po', poi chiese:《Ci facciamo foto? Ti prego, con te non ne ho》chiese, facendomi gli occhi da cucciolo. Sbuffai, per poi raddrizzarmi. Mi diede il suo telefono felice come un bambino davanti ai regali a Natale, ed iniziammo la nostra sessione fotografica.
La prima venne malissimo. C'ero io con gli occhi chiusi, e Diego che cercava di darmi un bacio sulla guancia.
La seconda, invece, venne bene. Io sorridevo, mentre Diego mi attirava a se, con un braccio sulle spalle, e mi baciava la tempia.
Ne facemmo un'altra decina, una più bella dell'altra, ma la mia preferita rimaneva quella in cui ci baciavamo e sorrideva contro le mie labbra.
Finalmente, sembrava essere tornato tutto al proprio posto.
Ieri sono andata al concerto di sfera.. e niente, non l'ho visto perché è iniziato a mezzanotte quando mi avevano detto che sarebbe cominciato verso le nove. Ci son rimasta male, ma comunque credo che avrò altre occasioni per vederlo.
Come state voi?♡

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