Cap.6

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Un rumore assordante mi fece svegliare di soprassalto. Corsi verso la cucina e vidi Diego che cercava di tenere in equilibrio delle pentole che stavano cadendo dalla credenza. Appena vidi la scena, scoppiai a ridere per poi avvicinarmi a lui ed aiutarlo. 《Che avevi intenzione di fare?》chiesi, tornando più o meno seria. 《Ehm uhm volevo si insomma preparare la colazione ma ho fallito miseramente. Dovresti insegnare a Mirko come mettere bene le pentole nelle credenze》disse imbarazzato grattandosi la nuca. Gli sorrisi per poi sedermi sul tavolo dove c'erano gli aggeggi per il diabete e gli ingredienti per fare i pancakes. 《Controllato?》domandai. Scosse la testa, beccandosi una mia occhiataccia. Sbuffò, per poi prendere il glucometro e fare la solita procedura. Alla fine, mi guardò per poi mormorare "tutto a posto" e tornò a provare a cucinare.
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Dopo la colazione, decidemmo di uscire tutti insieme ed andare a trovare Gionata, anche perché io dovevo, come promesso pochi giorni prima, aiutare Paolo a concludere il suo giro di affari. Arrivati sotto il palazzone di Gio, c'era Paolo ad aspettarmi. Indossava una tuta Adidas, le air bianche e portava gli occhiali da vista, mentre maneggiava ossessivamente il telefono. Mirko suonò il clacson per attirare la sua attenzione e scesi. Sentivo lo sguardo di Diego bruciarmi la schiena e ciò mi trasmetteva ansia. Salutai Paolo con due baci sulla guancia, poi mi diede alcune bustine di fumo e ci avviammo nella parte opposta rispetto a quella da cui ero arrivata. Nel frattempo, mio fratello, Mario e Diego erano scesi dal pandino. Il moro mormorò qualcosa agli altri due, per poi avviarsi verso la nostra direzione. Si fermò di fronte a Paolo, per poi puntargli con aria minacciosa l'indice sul petto ed intimargli di riportarmi a casa tutta intera. Poi mi scrutò per un attimo, per poi abbracciarmi e lasciarmi un bacio tra i capelli. Quando stava camminando verso casa di Gio, si voltava spesso e dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo per non scaricare Paolo ed andare con lui a farmi coccolare.
Mentre ci recavamo alla piazzetta, io ed il riccio parlammo delle novità delle ultime settimane per poi annunciarmi che il giorno dopo ci sarebbe stato un contest e che chi vinceva incassava 350€. Accettai e l'argomento si chiuse quando arrivammo in piazza. Tutti i ragazzi mi guardavano della testa ai piedi mentre qualcuno si avvicinava per comprare e alcuni lasciavano anche il loro numero, che poi scartavo. Quando stavo per consegnare l'ultimo pacchetto che mi avrebbe fruttato un bel gruzzoletto, qualcuno urlò che era arrivata la pula. Conclusi il mio affare, per poi correre via. Mi nascosi in un vicoletto sperduto e aspettai circa due orette buone prima di uscire allo scoperto. Nonostante fosse passato abbastanza tempo, all'angolo, era parcheggiata una volante e due poliziotti erano seduti sopra essa. Tentai di ritornare nel mio nascondiglio, ma schiacciai una vecchia lattina di birra. In poco tempo, fui bloccata e perquisita. Trovata con 5 grammi, venni portata in caserma, dove chiamarono Mirko. 
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《Martorana ha delle visite》disse un poliziotto per poi portarmi nella sala comune dove si incontravano i familiari. Era Paolo, il viso pallido e preoccupato. Appena mi vide, fece un sospiro prima di abbracciarmi. 《Scusa bella scusa. Ti ho cacciato io in tutto sto casino. Diego è incazzato nero con me, Mirko è nei casi con la cosa degli assistenti sociali...》farfugliò. 《Cazzo, gli assistenti. L'ho combinata davvero grossa..》mormorai nel panico e con le lacrime agli occhi. Paolo mi passò un braccio intorno alle spalle e cercò di rassicurarmi. Quando lo scortarono fuori gli urlai di scusarmi con tutti e di salutarli. Alzò i pollici, per poi sparire.
La notte non riuscii a dormire, mi rigiravo continuamente e nervosamente tra le lenzuola e cercavo di stringermi al cuscino.
《Al nuovo acquisto manca la sua mammina》sentii mormorare dalla mia compagna di cella. Sbuffai, prima di dare un pugno al letto per farla stare zitta. La senti ridacchiare.
《Ho sentito che domani ti vengono a prendere gli assistenti sociali e ti portano in un riformatorio. Tutto questo solo per cinque grammi pff. Ho visto però il gruzzolone che ti sei fatta. Andranno in beneficenza》sentii le lacrime che risalivano. Troppe notizie tutte assieme. Ero un disastro. Sapevo che Mirko era distrutto e dovevo vederlo almeno un'ultima volta. Sapevo anche che avrebbe lottato con tutte le sue forze, anche se sapeva che era troppo troppo troppo tardi e che l'avevo fatta davvero grossa. 《Sai se mi faranno salutare mio fratello?》mormorai distrutta. 《Chi? Il ricciolino? Probabile》decretò. 《Non è mio fratello》mormorai. 《Uhuh è il tuo ragazzo. Non male come scelta》sussurrò maliziosa. Sbuffai. 《È solo un mio amico. Mio fratello non so manco dove fosse》dissi sconfitta. 《Era dal capitano, l'ho visto quando mi stavano riportando qua. Stava piangendo e stava urlando. Ci tiene davvero tanto a te》disse. Cercai di non piangere appena mi disse ciò, poi strinsi il cuscino e ripensai a lui che mi cantava delle filastrocche quando da bambina avevo gli incubi e mi svegliavo piangendo.  Mi addormentai con il viso salato ed un sorriso appena accennato.
Sono tornata! Spero vi piaccia

Deja vu/IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora