Cap.43

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La sveglia suonò alle 6.30 precise, facendomi sbuffare ed alzare dal letto. Andai a farmi una doccia veloce, lavando anche i capelli, per poi asciugarli e vestirmi. Indossai una felpa grigia di Mario, dei jeans e le dottor Martens. Raccolsi i capelli in uno chignon fatto a caso, per poi andare in cucina e preparare la colazione. La sera precedente, la mia nuova mamma mi aveva detto che Sara la mattina beveva latte caldo e mangiava biscotti, mentre Giulio una merendina. Preparai il latte e misi in tavola i biscotti, poi portai fuori tutti i pacchi di merendine trovati. Alle sette, dalla stanza di Giulio si sentì una sveglia suonare e delle imprecazioni da parte del riccio, poi lo vidi attraversare il corridoio strisciando i piedi come uno zombie ed emettendo strani versi.Tutto ciò, mi fece ricordare Mario quando mi accompagnava a scuola i primi anni delle superiori perché Mirko doveva andare a lavoro. Sorrisi a quel ricordo, poi andai a svegliare Sara. Era una bambina abbastanza autonoma, infatti l'unica cosa in cui l'aiutai fu allacciare le scarpe, dove mi promisi di aiutarla ad imparare. Fece colazione, per poi lavarsi i denti e preparsi lo zaino, dopo di che aspettò che io mangiassi e finissi di prepararmi. Verso le sette e mezza, eravamo pronte, mentre Giulio faceva ancora colazione.
《Buongiorno》dissi sorridendogli. Mi guardò un po', poi fece un mezzo sorriso ed un cenno della testa a mo' di saluto.
《Mi state aspettando?》chiese, mentre addentava la merendina e la masticava lentamente, per poi bere un po' di succo. Io e Sara annuimmo. Giulio ringraziò, per poi andare a finire di prepararsi e per prendere lo zaino. Alle otto meno un quarto, eravamo alla fermata del pullman. Accompagnammo prima Sara nella sua scuola, poi io e Giulio decidemmo di raggiungere a piedi la sua per parlare un po'.
《Sei in affidamento per...?》chiese, rompendo il silenzio.
《Mio fratello non aveva abbastanza soldi per tenermi, anche se in quella casa lavoravamo praticamente tutti》sospirai.
《Tutti chi?》domandò incuriosito.
《Io, Diego, il mio...》La frase rimase sospesa per un po', poi dissi "il mio non più ragazzo credo", guadagnandomi un'occhiata stranita dal mio ascoltatore ed una faccia da "ne parliamo dopo".
《Mario, il mio migliore amico, Mirko, mio fratello e Matteo, che però è partito, ma che comunque ci manda soldi certe volte》dissi. Lui annuì.
《Cosa è successo con Diego? Se hai voglia di parlare, non sono affari miei ma si vede che ci stai male》disse, facendo un mezzo sorriso.
《Mi ha tradita, non c'è tanto da dire》sollevai le spalle, facendo un sorriso amaro, mentre sentivo le lacrime che si formavano sui miei occhi. Strinsi i pugni e sospirai.
《Anche io sono stato tradito. Ecco perchè son così, è solo un muro》spiegò Giulio.
《Come mai con me allora parli così tranquillamente?》chiesi perplessa.
《Ieri mi hai dimostrato che ti importa davvero di me e di ciò che sento, che forse potrei provare davvero a fidarmi con te》disse sussurrando.
《Sei anche orgoglioso》ridacchiai. Lui sorrise, grattandosi la nuca imbarazzato.
《A che ora esci?》chiesi.
《14.20》sbuffò.
《Torni a casa?》
Lui sollevò le spalle, per poi salutarmi e recarsi da un ragazzo con una cresta chilometrica, a cui diede il cinque e mise un braccio intorno al fianco, dato che era troppo alto. Ridacchiai, per poi tornare a casa. Finii di sistemare altre valigie e altre cose che avevo portato, poi riordinai anche le stanze dei miei nuovi fratelli, per poi decidere cosa avrei preparato a pranzo per me e Sara. Decisi che della pasta per Sara, con secondo sofficini forse sarebbe bastato.
Verso metà mattinata, chiamai Mario.
《Pronto Marie'?》dissi.
《Ciao piccola》rispose Diego. Impallidii, mentre il mio cuore batteva all'impazzata. Aveva una voce roca, triste, come se avesse passato la notte a piangere ed urlare.
《Diego》risposi, quasi sussurrando.
《Puoi, puoi passarmi Mario?》dissi deglutendo.
《Scusami ti prego scusami》mi pregò, iniziando a singhiozzare. Chiusi gli occhi, cercando di non piangere anche io. Nonostante tutto, lo amavo. E mi distruggeva vederlo distrutto. Piuttosto mi sarei presa io tutto il suo dolore, tutto il suo passato. Io sarei stata forte per lui.
《Diego passami Mario》dissi ancora.
《Piccola mi dispiace. Non ero in me, non capivo nulla, ero triste perché te n'eri andata, ti prego, perdonami, mi manchi ed ora ho una visione in bianco e nero, non lasciarmi andare via per davvero, ti supplico》disse continuando a piangere.
《Diego passami Mario》mormorai, per poi cominciare a piangere anche io.
Scusa, se non riesco mai a cambiare》continuò. Scossi la testa, mi sentivo il petto in fiamme ed il cuore a metà.
Ho fatto un casino e non so come uscirne. È difficile parlarne, soffrirne, tu vivi di emozioni, scintille e sai come scolpirle, assimilarle, capirle, assaporarle, trasformarle in meravigliecontinuò imperterrito, mentre le mie lacrime cadevano sempre più calde e sempre più copiose.
《Diego per favore passami Mario, abbiamo avuto il nostro tempo, ora è finito》singhiozzai.
《Cazzo piccola non piangere, per favore》disse singhiozzando, mentre scuotevo la testa.
《Diego ti prego passami Mario, non ce la faccio più》mormorai, respirando profondamente, per poi cominciare ancora a piangere.
Un ego ferito fa passi falsi. Ed io ne ho fatti così tanti...scusa》disse.
《Diego ti prego...》sussurrai, mentre con la mano libera mi massaggiavo una tempia.
《Piccola scendo giù e ne parliamo okay? Ho bisogno di te, sei tutto quello che ho, sono un coglione, ma ho bisogno di te okay? Non lasciarmi andare via per davvero》mormorò.
《Non venire a Genova, Diego. Ho finito con te》urlai distrutta dall'ultima frase. Dall'altra parte, calò il silenzio. Sentii Diego sospirare, poi tirare su col naso ed infine la voce di Mario.
《Chica mi dispiace io non lo sapevo che avesse lui il mio cellulare, scusami》mormorò dispiaciuto. Scossi la testa, singhiozzando.
《No chica no》disse Mario.
《Non se lo merita okay? Gli voglio un mondo di bene, ma ora ha sbagliato, ti ha persa》tentò di rassicurarmi.
《Non mi ha persa completamente》singhiozzai, sedendomi.
《Vuoi che scenda? Sono lì tra due ore》Lo ringraziai, per poi preparare il pranzo, poi uscii ed andai a prendere Sara.
《Come è andata a scuola?》chiesi, lei mi sorrise prendendomi per mano e raccontandomi di favole lette in coro, dettati con faccine sorridenti agli angoli dei quaderni, operazioni di matematica dove si contano angurie e coccodrilli.
Tornate a casa, mangiammo, poi la aiutai a fare i compiti, dopo giocammo con le bambole. Verso le quattro, tornò Giulio.
《Hey Giu' come è andata?》chiesi, appena mi passò davanti. Puntò i suoi occhi rossi su di me, poi mi guardò male e se ne andò in camera sua. Sospirai, per poi tornare a giocare con Sara. Verso le 18, mi arrivò un messaggio da Mario, che mi chiedeva di vederci alle otto per mangiare qualcosa insieme e parlare.
Quando tornarono i miei, li avvisai ed uscii.
《Chica》sorrise, abbracciandomi e dandomi due baci tra i capelli. Lo strinsi fortissimo a me, poi mi prese a braccetto e camminammo verso una pizzeria che Mario diceva fosse buonissima. Parlammo un po', poi arrivati, mangiammo e mi riaccompagnò a casa.
《Chica mi raccomando. Stai tranquilla okay? Pensa a rifarti una vita qua e tieni d'occhio Giulio, da quello che mi racconti ha bisogno di affetto. Ti voglio bene》disse, per poi abbracciarmi fortissimo ed andarsene.
Tornai a casa, poi i miei genitori mi fecero delle domande su chi fosse e loro, sentendo che Mario si era fatto quel viaggio per venire a tirarmi su, sorrisero. Andai in camera a prepararmi per andare a dormire, quando ero già pronta in pigiama per andare a dormire, Giulio fece capolinea nella mia stanza piangendo.
《Oh che è successo Giu' vieni qui》dissi, aprendo le braccia, in cui lui si tuffò a capofitto, mormorando dei "Non ce la faccio più" "Non mi vogliono bene" "Mi odiano" "Voglio sparire".
《Mi hanno sospeso da scuola e mi hanno urlato di tutto》disse triste. Lo abbracciai ancora, mentre gli promettevo che tutto si sarebbe sistemato e che, in caso contrario, avrebbe potuto contare su di me.
Mi ringraziò, per poi tornare nella sua stanza e cercare di dormire.
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