Cap.45

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Passeggiavo con le cuffie nelle orecchie stretta nella felpa, quando qualcuno mi fermò.
《Eh beh, parto qualche mese e già non mi riconosci più?》disse scherzando. Mi voltai, trovando Matteo ed un sorriso divertito stampato sul suo stupendo viso.
Spalancai gli occhi e la bocca, sorpresa, togliendomi le cuffie e mormorando delle scuse, per poi abbracciarlo.
《Tranquilla, ti ho vista molto presa, comunque come mai non sei con Sara?》chiese perplesso, mentre mi affiancava e continuavamo a camminare verso un bar.
《L'ho appena portata a scuola e dato che sanno succedendo un mucchio di casini, ho constatato che fosse meglio farsi una camminata mentre si ascolta un po' di buona musica piuttosto che cercare di risolverli》sospirai.
Matteo mi guardò stranito, poi aprì la porta del locale, facendomi passare per prima, entrò lui e lasciò che la porta si chiudesse.
《Cosa vuoi?》domandò, mentre osservavo il tabellone con le bevande ed i cibi.
《Una cioccolata calda andrà bene》risposi, per poi ringraziarlo. Lui prese un caffè, pagando per entrambi, e ci sedemmo in un tavolino.
《Che succede?》chiese, togliendosi il cappotto e guardandomi. Aveva assunto la sua tipica espressione concentrata, con la lingua mezza fuori che qualche volta inimudiva le sue labbra ed i suoi occhi che diventavano più scuri e ti fissavano con interesse ed attenzione.
《Stare con Sara è un casino e Giulio sta avendo problemi molto seri con i suoi e non vuole farsi aiutare da nessuno》dissi, tortutandomi le dita.
《Problemi seri ad esempio?》domandò Matteo, sistemandosi i capelli.
《Mancanza di comunicazione, poi torna sempre fatto ed isterico》mormorai preoccupata.
《Non parla più con te? Proprio zero?》chiese incredulo.
Scossi la testa, sospirando, triste e delusa.
《A questo punto, parlerei con i genitori, poi se si rifiutano di vedere il problema, son cazzi loro. Ah e per la bambina, fai assumere una tata, seriamente, sei distrutta e molto stressata e non ti fa bene, quindi parlaci. Se si rifiutano, chiama gli assistenti》disse ovvio, sorseggiando il suo caffè con molta tranquillità, mentre stringevo la tazza tra le mie mani, cercando di scaldarle.
Sollevai le spalle a corto di parole e con un casino in testa, mormorando un "cambiamo discorso".
Matteo mi raccontò dei suoi viaggi, poi verso le 13 ci salutammo ed andai a prendere Sara a scuola, passando poi con lei tutto il pomeriggio.
                               *****
Da: DiegoPallaDiPelo♡
Due minuti e sono sotto casa tua. Ti porto in un posto speciale. Porta coperte, felpe pesanti, il pigiama, le cose per il bagno, il caricatore, cuffie e cibo.
Mi misi dei pantaloni di tuta, stranamente, una felpa e delle scarpe comode, prendendo poi il mio fidato zaino e ficcarci dentro tutto ciò che mi poteva essere utile quella sera, poi mandai un messaggio a mia madre, per poi uscire di casa correndo e trovando la macchina di Diego parcheggiata fuori e lui appoggiato ad essa mentre fumava. Appena mi vide, sorrise buttando il mozzicone a terra e baciandomi.
Il viaggio durò un'oretta, poi giugemmo in una spiaggia isolata dove c'era una specie di casetta a due metri dalla riva. Sistemammo le nostre cose là, per poi stare in spiaggia tutta la sera. Ridemmo e scherzammo, passando però anche a discutere di cose più serie.
《Tra due settimane comincia il primo tour di serate nei locali》disse, mentre eravamo sdraiati sulla sabbia a guardare le stelle, io con la testa poggiata sul suo petto, lui con un braccio stretto attorno al mio fianco.
《Per quanto non ci vedremo?》dissi diretta. Lui sospirò, dandomi un bacio tra i capelli.
《Volevo proporti di venire con me》mormorò incerto.
《Diego qua hanno bisogno di me...》dissi dispiaciuta. Lui sbuffò.
《Non ci vedremo per quattro mesi, quattro》rispose.
《Ci penso e ti dico okay? È più no che sì. Sono obbligata a lavorare per questi okay? Non vado manco a scuola...》dissi, cercando di addolcirlo.
《Godiamoci il momento, ci penseremo tra un po'》disse freddamente, tornando ad accarezzarmi i capelli ed a guardare le stelle. Gli lasciai un bacio sul collo, per poi sbadigliare ed alzarmi.
《Dove vai?》domandò preoccupato il mio ragazzo, tirandosi su velocemente  e rincorrendomi.
《Entro là che qua c'è freschetto》spiegai semplicemente, mentre Diego mi prendeva la mano.
Nella capanna era presente un lavandino arrugginito, uno scaffale di libri dove c'erano anche vecchie coperte ed un materasso a terra abbastanza rovinato. Mi lanciai su di esso, venendo poi immediatamente raggiunta da Diego. Ci guardando per quella che parve una vita, poi mi baciò. Aveva un sapore diverso quel bacio, sapevo dove voleva arrivare ed io non avrei impedito nulla. Amavo Diego ed ormai mi sentivo sua in tutti i sensi.
Lentamente, passò sopra di me, chiedendomi più volte con degli semplici sguardi, mentre mi spogliava, se fossi sicura o se si dovesse fermare.
Facemmo l'amore quella notte, e lui fu dolce e passionale allo stesso tempo, facendomi sentire ancora più amata e voluta.

Deja vu/IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora